Rai: nessuna nuova nomina nell’ultimo Cda dell’anno. Intanto la Vigilanza presenta richiesta per conoscere i compensi dei collaboratori

di Raffaella Natale |

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Il Cda della Rai comincerà oggi ad affrontare il problema delle cariche in scadenza o sotto ‘interim’ da diversi mesi. Non è previsto che già nella seduta odierna si arrivi a nomine anche perché il Dg Claudio Cappon, a cui spetta l’iniziativa, non farà proposte in materi, ma il consiglio deciderà una linea da tenere sulla questione.

 

“…Non ci saranno proroghe, non ci permettiamo di farle in questo momento. In passato le abbiamo fatte perché eravamo in funzione. Per le nomine vediamo a gennaio, quella degli interim invece è un’altra questione“, ha spiegato il presidente Claudio Petruccioli, al termine dell’audizione in Commissione parlamentare di Vigilanza.

Quindi se ne riparlerà con l’anno nuovo, ma solo se nel frattempo il Parlamento non sarà riuscito a nominare il nuovo Cda, perché ancora “bloccato” dalla vicenda del presidente della Vigilanza, Riccardo Villari.

Quest’ultimo proprio ieri, di fronte alla possibilità di essere revocato dall’incarico come ipotizzato dal presidente del Senato Renato Schifani, ha fatto sapere di voler andare avanti coi propri compiti.

 

In scadenza a fine anno ci sono il segretario del Cda, Franco Di Loreto, e il direttore delle Relazioni Istituzionali, Pier Luigi Malesani, che dovevano già andare in pensione nel corso del 2008 ma sono stati “trattenuti” fino a fine dicembre. Tra gennaio e febbraio dovrebbero lasciare anche il responsabile dell’Ufficio legale, Ruben Esposito e Agostino Saccà, ora direttore commerciale. Ci sono poi alcuni interim, tra cui quello che spicca di più è quello di Fabrizio Del Noce a Raiuno (è diventato direttore di Rai Fiction), ma questi non hanno scadenza e sono un problema diverso.

 

Ieri in Vigilanza, Cappon ha risposto ad alcune domande sulla trasmissione “Che tempo che fa“.

“…La storia del programma di Fazio dimostra che nel ciclo complessivo c’è sostanziale equilibrio nelle presenze politiche” e “…riteniamo che non ci siano dubbi che in questo ciclo verrà mantenuto”.

Cappon ha detto che si tratta di un programma che va avanti già da qualche anno e che aveva anche registrato un intervento dell’Agcom, “…ma poi il Tar ha dato ragione alla Rai” a proposito di equilibrio nelle presenze di politici o rappresentanti di schieramenti partitici.

 

Quanto alla stagione in corso, ci sono state le partecipazioni di Veltroni e Soru, e però dal programma era partito l’invito, ed erano stati avviati contatti in proposito, al presidente della Camera Gianfranco Fini e al ministro Roberto Maroni, “con date fissate” per la loro partecipazione, “sia pur orientativamente“, e che poi per impegni degli invitati non è stato possibile attuare. E comunque – ha aggiunto Cappon – “…c’è l’impegno reciproco che a richiesta si concordino nuove date”. Il direttore generale ha specificato che su tutto questo risulta ampia “documentazione“.

Richiesta di chiarimenti anche per quanto riguarda “Annozero“, che risulta avere una raccolta pubblicitaria tale che consente di coprire interamente i suoi costi e, seppur gravato come molti altri programmi Rai da contenziosi, non ha subito finora nessuna condanna.

Annozero – ha spiegato Cappon – ha raccolto pubblicità superiore ai costi. E’ un programma che si autofinanzia”.

E a chi tra i commissari gli chiedeva dettagli sul contratto dei collaboratori della trasmissione e delle eventuali condanne a carico degli stessi, da pagare, questo il sospetto, con i proventi del canone, il Dg ha risposto che se è vero che sul programma, come “su quasi tutti, ci sono contenziosi aperti”, è anche vero che “non ci sono condanne“.

 

Sulla richiesta, prevista in Finanziaria e mai applicata per mancanza di regolamento attuativo, che prevede la pubblicazione sul sito internet dei contratti dei collaboratori del servizio pubblico, Cappon ha risposto: se una norma imponesse alla Rai di “…rendere pubblici i contratti col mondo artistico questa danneggerebbe fortemente il servizio pubblico e la sua capacità di fare concorrenza e competere”.

“…Noi – ha spiegato – non sappiamo quanto Sky paga il suoi collaboratori. Il fatto che Sky eventualmente sappia, però, ci indebolisce nella competizione. Se si pongono limiti quantitativi questo limita la nostra competitività”.

D’altra parte “…le norme sulla pubblicazione delle consulenze sono rinviate a un regolamento che non è mai stato definito. Quindi la disposizione è sospesa” e nei fatti per ora “non esiste. Non solo per noi, ma neanche per altre aziende a partecipazione pubblica come Poste o Ferrovie”.

 

La polemica è nata da una sollecitazione di Jole Santelli (Pdl) che durante la scorsa seduta aveva chiesto di sapere se in caso di contenziosi seguiti da condanna per “Annozero”, a causa dell’intervento del collaboratore Marco Travaglio, pagherebbe il giornalista o la Rai, quindi i cittadini che pagano il canone. Polemica montata nella seduta di ieri con l’ulteriore richiesta di pubblicazione del contratto di Travaglio.

E se Cappon ha fatto capire che, seppur contraria alla strategia aziendale, la pubblicazione non mancherà non appena ci sarà il regolamento, a tagliare corto è intervenuto il presidente Petruccioli che ha ricordato come Viale Mazzini “…rende pubblici i dati contrattuali quando trasferisce la sua contabilità alla Corte dei Conti. L’obbligo di pubblicarli sul sito era nella legge finanziaria. Siamo in attesa del regolamento. Se ci sarà, li metteremo online. Finché non ci sarà l’obbligo non possiamo fare niente”.

 

Il direttore generale di viale Mazzini ha sottolineato inoltre che “…la qualità si paga e porre dei limiti nei compensi limita i nostri margini di attività“. Fermo restando comunque che una politica di contenimento dei cachet per gli artisti è stata avviata da questo vertice Rai, anzi “…c’è un obbligo morale a contenere i costi”. Tanto è vero – ha aggiunto Cappon – che sono state ridotte le esclusive, portandole da 200 a 40 nomi, cioè sono stati ridotti i compensi garantiti a prescindere dall’impegno.

Ancora in fatto di costi ridotti, il Dg ha ricordato che ad esempio sui diritti sportivi è stato operata una riduzione di ben il 50% rispetto al passato, “…è parliamo di Champions League, campionato di serie A e Coppa Italia“. Ma intanto sul tema compensi il Pdl è intenzionato ad andare in fondo, e Lainati ha preannunciato che la Vigilanza procederà con la richiesta a titolo di sindacato ispettivo per conoscere le cifre.

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