Digitale terrestre: fervono i preparativi per la IV Conferenza Nazionale organizzata da DGTVi

di Raffaella Natale |

Il 20-21 gennaio 2009, grande appuntamento a Roma su stato dell’arte e tappe future. Istituzioni, broadcaster e analisti a confronto sulla tecnologia di trasmissione radiotv.

Italia


Andrea Ambrogetti

Martedì 20 e mercoledì 21 gennaio prossimi si volgerà a Roma – Auditorium Parco della Musica, Viale Pietro de Coubertin, 30 – la IV Conferenza Nazionale sulla Televisione Digitale Terrestre organizzata da DGTVi, l’associazione che riunisce Rai, Mediaset, Telecom Italia Media, D-Free, FRT e Aeranti-Corallo.

 

L’appuntamento è di grande importanza proprio perché si colloca a distanza di pochi mesi dallo switch-off della Sardegna.

I partecipanti, istituzioni, broadcaster e analisti, faranno il punto sull’evoluzione della tecnologia, illustrando i vantaggi e indicando le prossime tappe del processo di digitalizzazione.

 

In occasione dello switch-off della Sardegna, Andrea Ambrogetti, Presidente DGTVi, ha commentato che “Si tratta della più vasta regione digitale dell’intera Europa, che conferma il primato italiano nell’avanzata verso il passaggio al digitale terrestre che si concluderà nel nostro Paese, come in tutta Europa, nel 2012″ .

“L’esperienza positiva della Sardegna – ha continuato Ambrogetti – conferma i vantaggi del passaggio al digitale terrestre per le emittenti, ma soprattutto per gli utenti: tutti i cittadini sardi sono passati da un’offerta televisiva analogica basata su 26 canali (10 nazionali e 16 locali) ad una nuova offerta digitale gratuita e accessibile a tutti composta da ben 59 canali (29 nazionali e 30 locali)”.

“Sulla base di tale positivo risultato – ha sottolineato il presidente di DGTVi – sarà possibile moltiplicare gli sforzi di quanti, istituzioni, emittenti ed operatori, si stanno adoperando per raggiungere il risultato di portare in digitale nei prossimi mesi anche realtà come, fra le altre, Roma, Napoli e Torino il cui passaggio al digitale (per un totale di circa il 30% della popolazione italiana) è previsto entro la fine del prossimo anno” .

 

Si è trattato di oltre due anni di lavoro che hanno portato a risultati di penetrazione tra la popolazione (oltre l’85% dei sardi è in possesso di decoder digitale terrestre) e di consapevolezza (il call center dedicato pur lavorando a pieno ritmo non è stato intasato) davvero importanti.

 

Oltre 1 milione 600 mila persone, più di 640 mila famiglie, dal 31 ottobre sono entrate definitivamente nell’ambiente televisivo digitale.

E’ il primo caso europeo, se non mondiale, di uno switch-off con queste proporzioni. Un caso che si preannuncia di successo e sul quale sarà fondato il prosieguo del cammino che vedrà nel 2009, secondo il calendario approvato, oltre il 30% della popolazione italiana passare integralmente al digitale terrestre.

 

“Per la prima volta in Europa una regione così importante è completamente digitalizzata. Un risultato straordinario ottenuto grazie all’apporto di tutti gli attori di questa rivoluzione: i broadcaster, i produttori e distributori di decoder per il digitale terrestre, gli installatori di antenne, le associazioni di volontariato che hanno accompagnato questa transizione, le associazioni di consumatori. E’ stato un processo di sintesi e condivisione che ha portato a raggiungere, in un percorso molto complicato, un obiettivo incredibile”.

Sono le parole del sottosegretario alle Comunicazioni Paolo Romani, che ha così commentato il passaggio della Sardegna alla nuova tecnologia di trasmissione radiotelevisiva.

 

Il sottosegretario ha confermato il calendario già messo a punto a settembre che prevede la conclusione del piano nel secondo semestre 2012, con la digitalizzazione di Sicilia e Calabria, anche se al 2010 “…il 70% degli italiani potrà già usufruire della nuova televisione“. Le prossime tappe coinvolgeranno la Valle d’Aosta che entro giugno 2009 sarà digitalizzata, mentre nella seconda metà del prossimo anno toccherà ad aree più grandi del Paese, come il Lazio, la Campania, il Trentino alto Adige e la parte occidentale del Piemonte.

 

Oltre a moltiplicare l’offerta, il passaggio al digitale, ha spiegato ancora Romani, crea anche lo spazio per l’ingresso di nuovi operatori nel mercato: la pianificazione delle frequenze realizzata in Sardegna grazie all’accordo tra Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, ministero e operatori ha consentito “di individuare un dividendo digitale di due frequenze, nonostante alcuni problemi a livello di coordinamento internazionale. Lo stesso – ha concluso il sottosegretario – accadrà nelle altre regioni: anzi, in Val d’Aosta ci aspettiamo un dividendo maggiore”.

 

Per DGTVi, lo switch-off sardo è stato un banco di prova anche per le 16 Tv locali della regione: 5 Stelle Sardegna, Alguer Liberada, Antenna 1 Sardegna, Canale 40, Catalan TV, Gallura TV Channel, Nova TV, Olbia TV, Sardegna 1, Tele Costa Smeralda, Teletirreno Sardegna, Telegì, Telegolfo Sardegna, Tele Maristella, Tele Sardegna, Videolina. Di queste, 14 hanno aderito al Consorzio Sardegna Digitale, impegnato nella campagna di comunicazione.

 

Quasi 180 impianti sono stati convertiti al digitale nelle poco più di due settimane in cui in tutta la regione ha spento la Tv analogica. Tutto questo ha rappresentato un importante impegno, economico e organizzativo. Tutti i soggetti locali si sono dimostrati reattivi raccogliendo la sfida per divenire operatori di rete, con la prospettiva di sviluppare il proprio business, creando nuovi contenuti e servizi. Nei prossimi mesi, molte di queste Tv locali arricchiranno l’offerta, soprattutto sul piano informativo, confermando il ruolo insostituibile di cerniera con il territorio.

 

Con il decreto ministeriale del 10 settembre scorso, è stato disposto il contributo statale per l’acquisto di un decoder digitale rivolto ai cittadini in regola con l’abbonamento alla Rai, utilizzabile presso tutti i rivenditori che aderiscono all’iniziativa. In Sardegna dal 2004 a oggi (Dati aggiornati al 15 ottobre 2008) sono stati erogati contributi per l’acquisto per circa 330.000 decoder e, in occasione dello switch-off, si è deciso di assegnare un contributo dell’importo di 50 euro, a decorrere dal 15 settembre.

Riguardo ai vecchi televisori, non è necessario buttarli via per passare al digitale terrestre. E’ sufficiente invece comprare un decoder. Eppure nel corso degli ultimi mesi, nei principali Paesi europei, è cresciuto in misura significativa il contributo dei ricevitori TDT integrati al processo di diffusione della Tv digitale.

Si tratta di terminali, in larga misura televisori (ma anche player Dvd), che incorporano un tuner per l’accesso all’offerta della televisione digitale terrestre e in Italia, dove hanno superato la vendita dei decoder, ad agosto i televisori in grado di ricevere il digitale terrestre avevano raggiunto quasi i dieci milioni e di questo il 32% sono integrati.

 

La crescita nelle vendite dei ricevitori integrati, spiega l’associazione DGTVi, è dovuta da una parte alla rapida e robusta contrazione dei prezzi e dall’altra alla maggiore disponibilità sul mercato di apparecchi e di modelli. Inoltre alcuni Paesi, Francia e Italia, hanno predisposto norme favorevoli alla diffusione dei terminali integrati, vietando per legge, progressivamente, la vendita di televisori privi di tuner digitale.

 

In questo modo, la digitalizzazione televisiva delle famiglie può trarre beneficio dalla “naturale” sostituzione del parco televisori. In Italia, ad agosto 2008, il numero cumulato di ricevitori TDT venduti (dal febbraio 2004) aveva raggiunto i 9,6 milioni (fonte Gfk). Di questi, quasi 3,1 milioni (il 32% del totale) erano integrati. Un anno prima, ad agosto 2007, gli integrati valevano appena il 12% del totale dei ricevitori TDT venduti. Dal mese di settembre 2007, inoltre, le vendite mensili di ricevitori integrati superano stabilmente quelle dei decoder esterni (Set Top Box).

 

Si tratta di un processo destinato a crescere. Nei prossimi mesi, infatti, dispiegherà del tutto i propri effetti la norma sui televisori integrati approvata con la manovra finanziaria 2008. Stabilisce che entro aprile 2009 non potranno essere più commercializzati televisori privi di tuner digitale.

Per garantire i consumatori sulle caratteristiche tecniche dei ricevitori, l’associazione DGTVi ha inoltre lanciato l’iniziativa “bollino DGTVi” in accordo con i produttori di elettronica di consumo.

Attualmente, il “bollino blu” (che riguarda ad oggi solo i decoder) vede 10 aziende firmatarie per un totale di 22 prodotti. Il “bollino bianco”, che al momento conta 10 sottoscrittori per un totale di 130 modelli, certifica invece i televisori integrati che permettono di accedere, oltre all’offerta gratuita della TDT, anche ai servizi a pagamento attraverso un dispositivo (detto Cam) acquistabile insieme o separatamente al televisore.

Secondo una stima del produttore SmarDTV, i moduli Cam immessi in commercio raggiungeranno, nei sei mesi da luglio a dicembre 2008, le 350 mila unità circa.

   

 

Per approfondimenti sullo switch-off della Sardegna, leggi gli articoli che seguono:  

   

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