Competitività: la strategia dei Clusters in Europa rilancia l’innovazione e traina le Pmi

di di Chiara Sottocorona |

Europa


Günter Verheugen

Investire sui mercati più competitivi, creare partnership tra paesi europei, sostenere le start-up e coinvolgere le Pmi in progetti innovanti. 

Sono alcune delle linee chiave emerse dal Forum “Towards world class clusters in Europe” organizzato dalla Commissione Europea e dalla Fondazione Sophia Antipolis a metà novembre nel più grande parco tecnologico del Sud della Francia. 

I risultati sono presentati il 1° dicembre dalla Commissione Europea al Consiglio di Competitività della Ue: un vero quadro di sostegno, anche finanziario, allo sviluppo dei Cluster nelle diverse regioni europee. 

Per Cluster si intendono le aggregazioni di industrie, centri di ricerca, università e Pmi in una stessa area geografica, finalizzate a creare servizi e prodotti innovanti, che siano competitivi a livello nazionale o anche mondiale. I francesi li chiamano “Poles de Compétitivité” e ne contano già 7 di “classe mondiale” sul loro Aereospace Valley (Toulouse) sulle tecnologie aeronautiche e spaziali, Cap Digital (Parigi) sul cinema digitale e l’intrattenimento in  larga banda e ScS (Sophia Antipolis) sulle Soluzioni comunicanti e  securizzate in particolare nel wireless. In Italia, dove i clusters sono ancora legati al nome un po’ datato di “distretto tecnologico”, c’è  Torino Wireless di importanza internazionale. Un altro grande  cluster in Europa é Medicon Valley, (tecnologie nella sanità) creato congiuntamente da Svezia e Danimarca.  

 

“Abbiamo bisogno di Cluster di classe mondiale per essere  competitivi, perché giocano un ruolo vitale nell’introdurre  innovazione e nella creazione di nuovi impieghi”, sostiene Günter Verheugen, vicepresidente della Commissione europea e responsabile della politica industriale, che al Forum di Sophia 
Antipolis ha ricordato: “Malgrado la crisi attuale i mezzi per  sostenere le aziende nei Clusters esistono : l’Europa dispone dei  fondi strutturali, del programma Competitività e Innovazione e la  Banca europea d’investimenti ha previsto di mettere a disposizione  delle Pmi innovanti 30 miliardi di euro nel prossimo triennio”.

 

In Francia, dove sono stati costituiti 71 Poli di competitività, é stato stanziato dal governo un investimento di 1,5 miliardi di euro per il periodo 2009-2011, e in settembre il primo ministro François Fillon ha annunciato altri 565 milioni di euro per i Poli di classe mondiale. A queste cifre si aggiungono gli investimenti regionali e delle collettività locali su specifici cluster nel territorio. 

“L’innovazione é una priorità per uscire dalla crisi e stiamo facendo il massimo sforzo per promuovere una stretta cooperazione tra paesi europei e dell’area del Mediterraneo” spiega il senatore Pierre Lafitte, fondatore del parco di Sophia Antipolis, dove ha convocato per il 16 dicembre un nuovo appuntamento europeo: Clusters & Innovation in the Union for the Mediterranean

Oltre alla Francia partecipano Spagna, Portogallo, Grecia, insieme a Tunisia, Marocco, Egitto e Israele.

 

Una caratteristica dei clusters é che in molti casi l’80 % delle imprese che partecipano – insieme ad alcune firme della grande industria- sono Pmi con meno di 20 impiegati o start-up e spin-off create da ricercatori. Sostenere i clusters diventa un modo quindi di trainare anche il tessuto di piccole e medie imprese. E di creare nuova occupazione. 

Lo spiega Giorgio Falessi, vicedirettore del Pole de Compétititvité Scs (Solutions communicantes sécurisées) a Sophia Antipolis: “Il 40 per cento dei nostri progetti sono proposti o coordinati da una piccola o media impresa e un terzo dei finanziamenti raccolti dal nostro cluster va alle Pmi”. 

 

Negli ultimi due anni Scs ha ottenuto 300 milioni di euro per finanziare 80 progetti che coinvolgono 200 partner, tra industrie e università, con 1.200 ricercatori. “Puntiamo a creare nuovi servizi sui mercati fortemente competitivi della telefonia cellulare, del multimedia e dell’assistenza alla persona (nella sanità per esempio). Riteniamo che nei prossimi cinque anni potranno creare tra i 2 e i 3 mila impieghi diretti”.

 

Tra i progetti in corso c’é anche “MPub”: é il primo partenariato tra due cluster “vicini” : l’italiano Torino Wireless e il francese ScS. “Stiamo creando una piattaforma per la pubblicità mobile, concorrente di Android di Google, che sarà adattata alla domanda dell’utilizzatore – precisa Falessi – Lavoriamo con Telecom Italia, il politecnico di Torino e l’Istituto Mario Boella”. 

 

L’idea é nata dalla società Prim’Vision : una soluzione tecnologica che permetta agli utenti di cellulari di scegliere quali pubblicità ricevere e quali no, secondo i loro interessi e anche di trarne vantaggi sottoforma di buoni sconto o di crediti telefonici. Insomma pubblicità a premio, se le ricevi ottieni un micropagamento. Torino Wireless, secondo le previsioni presentate al Forum di Sophia Antipolis, spera entro il 2012 di sostenere la creazione di 50 nuove imprese nelle tecnologie informatiche e di comunicazione nella regione Piemonte. 

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