Premiere: Berlusconi non sfida Murdoch ma scommette sul suo successo, mentre si rafforza il ruolo di Sarkozy sul mercato Tv

di Raffaella Natale |

Europa


Rupert Murdoch e Silvio Berlusconi

Dal 1° dicembre sul canale 123 di Sky arriverà il canale Mediaset Plus: una sorta del “meglio” dei tre canali analogici del Biscione, Canale 5, Italia 1 e Rete 4, sulla scia di quanto già fa la Rai con il canale Sat Extra.

Ed è forse la prima volta che i due gruppi televisivi, che fanno riferimento rispettivamente a Pier Silvio Berlusconi e a Rupert Murdoch trovano un’intesa, di natura commerciale, dopo che mesi fa si era parlato di un accordo per la trasmissione dell’intero pacchetto di canali Mediaset Premium (digitale terrestre) sulla piattaforma satellitare guidata dall’amministratore delegato Tom Mockrigde.

 

L’accordo Mediaset-Sky arriva a distanza di pochi giorni dall’ingresso di Fininvest (3,1%) nella tedesca Premiere controllata al 25% da News Corp.

Il magnate australiano ha costruito questa quota nel tempo, innescando illazioni, mai commentate dall’interessato, circa l’eventuale intenzione di lanciare un’Opa.

La News Corp è entrata in Premiere a gennaio con il 14,5% per poi salire al 25% della Pay TV tedesca. In giugno sono entrati nel board della società anche i vertici della News Corp, Tom Mockridge e Mark Williams, e quest’ultimo a settembre è stato nominato amministratore delegato dell’emittente.

 

L’editorialista del Financial Times, Paul Betts, ritiene che con l’ingresso nel capitale della Pay TV tedesca Premiere, Silvio Berlusconi scommette sul suo “vecchio amico e rivale” Murdoch, e sul fatto che in Germania riuscirà a replicare il successo che ha ottenuto in Italia con Sky.

Nella consueta rubrica european view, dice la sua sulle motivazioni che avrebbero spinto Fininvest a rilevare poco più del 3% di Premiere, quota che conta di accrescere al 5%. Semplicemente ha fiutato l’affare, secondo Betts che da credito al gruppo televisivo italiano sul fatto che non si intende avviare una contesa con il magnate australiano.

 

Non si punta nemmeno a un posto nel Consiglio di amministrazione del gruppo tedesco.

“…Ma Berlusconi potrebbe desiderare che Mediaset cambiasse linea su questo punto”, perché un seggio nel Cda gli garantirebbe un colpo d’occhio privilegiato “…su come opera il gruppo televisivo di Murdoch, in una fase in cui sia le Tv pubbliche che private italiane si devono riadattare al nuovo mondo del digitale“.

 

In passato “…Mediaset ha pesantemente sottovalutato l’abilità di Murdoch di trasformare un’attività in perdita in un successo – ha detto Betts – come quello che oggi è Sky Italia”. Oggi fa il contrario: ci scommette. In questo senso la spiegazione dell’ingresso in Premiere “…appare piuttosto semplice. Vedendo che il suo rivale si sta lanciando in Germania, Berlusconi ha rilevato una quota puntando a cavalcare la scia del suo successo. In fondo – ha osservato Betts – è un ammontare ridotto, e probabilmente Premiere in una fase depressa del mercato è un buon posto dove piazzarlo, se non altro migliore che lasciarlo parcheggiato in banca”.

 

L’emittente tedesca, che nel terzo trimestre ha accusato una perdita netta di 89 milioni di euro (superiore alle attese degli analisti) è in difficoltà da quando, tre anni fa, ha perso l’esclusiva dei diritti di ritrasmissione del campionato di calcio della Bundesliga, ma entro fine anno i giochi saranno riaperti con l’avvio di una nuova asta.

Sempre entro fine anno, poi, Premiere dovrebbe concludere la “revisione strategica” attualmente in corso e i negoziati con le banche creditrici per la ristrutturazione del debito, che alla fine del terzo trimestre era balzato a 307 milioni dai 175,5 milioni di fine 2007.

 

Tutta l’operazione “…suggerisce il celato rispetto che Berlusconi nutre per Murdoch“; una rappresentanza nella Tv tedesca gli consentirebbe di controllare meglio il suo rivale nelle Tv a pagamento in Italia.

 

I rapporti tra Berlusconi e Murdoch sono di vecchia data, a tal punto da far rispuntare periodicamente speculazioni circa un interesse del magnate australiano per Mediaset. L’intesa fu sfiorata nel 1995 quando poi entrarono nel capitale del Biscione altri azionisti come l’editore tedesco Leo Kirch e il principe saudita Al Waleed. Fininvest interruppe una trattativa anche nel 1998. E da allora in poi i periodici summit tra Berlusconi e Murdoch, l’ultimo noto è dell’estate scorsa ad Arcore, rilanciano le speculazioni.

 

In Germania, Fininvest è stata presente in passato nel capitale del gruppo Kirch, con un altro rapporto di vecchia data in cui è stata coinvolta anche la controllata Mediaset , partecipata da Leo Kirch e coinvolta nelle trattative su alcuni degli asset dismessi dal gruppo fallito ormai sei anni fa. Mediaset tra l’altro aveva tentato due anni fa l’espansione in Germania sondando la gara per il gruppo televisivo ProSiebenSat.1, ma ne era stata immediatamente esclusa dopo una levata di scudi di molta parte del mondo politico tedesco.

 

Adesso, secondo Betts, il premier italiano potrebbe venir presto sfidato su un altro e inatteso fronte, quello di “…politico europeo con il più forte controllo sulle Tv pubbliche”.

Il tutto, mentre si fa avanti “un altro aspirante mogul dei media“: il presidente francese Nicolas Sarkozy.

“…In Francia – ha concluso Betts – le Tv hanno scioperato per una riforma del settore lanciata dal presidente, che elimina dalle reti pubbliche la pubblicità e richiama a sé il potere di nomina dei direttori, togliendolo all’autorità di vigilanza sul settore”.

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