Telecom Italia: il Cda conferma, ‘nessuna proposta concreta’ per ingresso nel capitale. Nuovo piano industriale il 2 dicembre

di Alessandra Talarico |

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Telecom Italia

Telecom Italia ha effettivamente ricevuto “alcune manifestazioni di interesse”, ma nessuna di queste “è stata sollecitata dalla società”, né si è trasformata in una proposta concreta.

Lo ha riferito la società al termine del Cda che si è svolto oggi a Milano, in risposta alle indiscrezioni di stampa che volevano come imminente l’ingresso nel capitale della società del fondo sovrano libico Lybian Investment Authority con una quota del 10% e, forse, di altri investitori istituzionali.

Nel cda è stato esaminato, piuttosto, lo stato di avanzamento del piano industriale 2009-2011, che verrà approvato in occasione del prossimo consiglio di amministrazione del 2 dicembre e poi presentato al mercato.

 

Il nuovo piano triennale, ha sottolineato il presidente Franco Bernabè, beneficerà dei risultati positivi del piano di razionalizzazione in corso, che ha “consentito tra l’altro la conclusione dell’accordo sindacale del 19 settembre scorso per la gestione dei 5.000 esuberi”.

 

Il cda ha discusso anche il tema della separazione della rete di accesso e della proposta di impegni presentata all’Agcom in seguito alla creazione di Open Access.

Open Access, creata a febbraio, 2008 è la nuova funzione aziendale a cui è affidata la responsabilità delle attività di sviluppo e manutenzione delle infrastrutture di rete fissa; dei processi produttivi riguardanti la fornitura dei servizi di accesso alla rete (delivery) e dell’assistenza tecnica relativa ai servizi, svolta nei confronti degli operatori alternativi e dei clienti finali.

 

Gli impegni presentati all’Agcom – suddivisi in 10 gruppi – mediante garanzie aggiuntive di parità di trattamento degli operatori nell’accesso alla rete fissa, mirano a integrare e potenziare l’impianto degli obblighi regolamentari gravanti su Telecom, con riferimento ai servizi di accesso alla rete fissa prodotti da Open Access, nonché a rafforzare le garanzie di trasparenza dei piani tecnici per il miglioramento della qualità e lo sviluppo della rete fissa di accesso.

 

Gli impegni sono ancora in fase di consultazione pubblica. La proposta, ha spiegato Bernabè dopo il Cda, rappresenta “un positivo sviluppo in termini regolatori”.

Bisognerà vedere se oltre a questo, gli impegni saranno anche sufficienti a promuovere la concorrenza e ad aumentare la soddisfazione dei clienti finali.

 

Ieri, intanto, si è svolto anche il cda di Telefonica. Il gruppo spagnolo, che controlla il 43% di Telco, ha distribuito un dividendo di 0,5 euro ad azione e ha completato l’acquisizione del 2,2% in China Netcom, portando la propria quota nel gruppo cinese al 9,9%.

Un’acquisizione di grande importanza strategica, alla luce della ristrutturazione in corso nel mercato cinese delle telecomunicazioni.

 

Nessun commento sulle vicende di Telecom Italia, argomento che non era all’ordine del giorno in Cda.

 

Tornando a Telecom Italia, al termine della riunione di consiglio, la società ha reso noto che l’indipendente Elio Catania è subentrato a Gaetano Micciché nel Comitato esecutivo del gruppo. Al posto di Catania nel Comitato per il controllo interno e per la corporate governance è invece subentrato il Consigliere Roland Berger