Sky Italia smentisce i rumor: ‘Nessuna intenzione di investire nel digitale terrestre, ce lo vieta l’Antitrust Ue’  

di Raffaella Natale |

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Sky, la Tv satellitare del magnate dei media Rupert Murdoch, in una nota ha fatto sapere di non aver fatto “…alcun riferimento a un ingresso nel digitale terrestre, perché in base alle limitazioni poste dalla Commissione Europea non può operare un’offerta pay su tale piattaforma“.

Nell’ambito dell’audizione davanti alla commissione Trasporti della Camera, che sta svolgendo un’indagine conoscitiva sulle reti, il Vice Presidente Corporate and Market Communications di Sky Italia, Andrea Scrosati, ha infatti affermato: “…La Pay TV offre ai suoi clienti contenuti digitali: programmi, canali e servizi. Oggi l’offerta di Sky è disponibile prevalentemente attraverso il satellite. Se però ragioniamo sul lungo periodo, e relativamente al mercato nel suo complesso, è difficile oggi immaginare quale sarà in futuro la tecnologia più efficace per offrire contenuti digitali. Quello che è certo è che saranno i consumatori a scegliere quella che preferiscono”.

 

Alcune indiscrezioni trapelate ieri alla stampa riportavano una dichiarazione, subito smentita, con la quale il manager sosteneva che Sky era pronta a sbarcare su nuove tecnologie e piattaforme, compresa la Tv digitale terrestre, non appena le sarà possibile, perché la sua mission è quella di essere “una Tv a pagamento”.

 

Rispondendo ad una domanda sulle limitazioni poste a Sky Italia dalla Commissione Europea, Scrosati ha quindi ricordato che il gruppo “…in base a queste limitazioni non può operare un’offerta pay su digitale terrestre e che ovviamente continuerà ad attenersi ai suoi impegni con la Commissione Europea “.

Scrosati ha anche sottolineato l’investimento realizzato da Sky nel mercato italiano, un investimento che solo lo scorso anno “ha raggiunto oltre un miliardo e mezzo di euro, di cui più di 1 miliardo nel settore audiovisivo”.

 

In realtà tante volte il gruppo italiano ha lamentato le forti restrizioni imposte dall’Antitrust Ue ai tempi della fusione tra Stream e Tele+. Ma fino a quando i vincoli non verranno meno, sarà molto difficile per la società fare investimenti diversificati.

 

Quanto allo sviluppo di nuove reti a larga banda per le telecomunicazioni, Scrosati ha sottolineato in Commissione che Sky auspica “che qualsiasi modello regolatorio venga considerato per le reti di nuova generazione, abbia l’obiettivo di incentivare la concorrenza e le pari opportunità per tutti i soggetti che vogliano oggi e domani investire nelle comunicazioni elettroniche, contribuendo alla crescita del paese” nella convinzione che “sia inutile e dannoso regolamentare mercati se non esistono barriere all’entrata o laddove vengano utilizzate risorse liberamente disponibili sul mercato”.

 

“Riteniamo che sia il mercato a dover guidare gli investimenti privati, anche quelli più rischiosi, e Sky – ha detto ancora il vicepresidente – in Italia rappresenta proprio uno degli esempi che dimostrano che l’applicazione di questo modello produce uno sviluppo concreto e costante nel tempo”. 

 

Scrosati ha evidenziato il ruolo di Sky nell’IPTV, che tramite accordi con operatori telefonici ha messo a disposizione i propri contenuti sulla rete tlc diventando “uno dei driver principali alla diffusione di questa tecnologia nelle case degli italiani”.

Sky proseguirà in questa collaborazione con le telcos perché “…questo canale di distribuzione dei contenuti è destinato a diventare sempre più importante”.

Aggiungendo, “…è uno dei più dinamici del nostro paese ed è in costante evoluzione. I protagonisti di questo mercato, come Sky, si impegnano ogni giorno ad offrire ai propri clienti i migliori programmi, canali e servizi e per questo utilizzano le migliori tecnologie a loro disposizione. Se facciamo un ragionamento sul lungo periodo, e relativamente al mercato nel suo complesso – ha quindi aggiunto Scrosati – , è ovviamente difficile identificare oggi quale sarà in futuro la tecnologia più efficace per offrire contenuti digitali. Quello che è certo è che saranno i consumatori a scegliere quella che preferiscono”.

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