10° Seminario Bordoni: appuntamento il 23 settembre con R. James Caverly per discutere di infrastrutture critiche e strategie necessarie  

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Infrastrutture critiche

Protezione delle infrastrutture critiche: una strategia necessaria“. Questo il titolo del X Seminario Bordoni che si terrà Martedì 23 settembre a Roma al Centro Congressi Palazzo Rospigliosi.

Il decimo appuntamento organizzato dalla Fondazione Ugo Bordoni con il contributo tecnico-organizzativo di Isimm, sarà dedicato a un argomento di grande attualità, per il suo valore strategico, quale è la protezione delle infrastrutture critiche.

 

Negli ultimi anni in tutti i Paesi occidentali si è diffusa la consapevolezza che alcune delle infrastrutture, che non assicurano solo la qualità di vita, ma che sono anche indispensabili per il funzionamento stesso delle democrazie occidentali, sono altamente vulnerabili e devono, quindi, essere protette in modo adeguato per contrastare in particolare il temibile effetto domino, che si manifesta nella propagazione incontrollata degli effetti del malfunzionamento di una particolare infrastruttura critica ad altre infrastrutture, anche non appartenenti allo stesso settore.

 

Ospite d’eccezione di questo Seminario Bordoni sarà R. James Caverly, direttore della Infrastructure Partnership Division (IPD), Direttorato Infrastructure Protection and Preparedness del Department of Homeland Security (DHS).

Caverly, che nel corso della sua carriera si è occupato anche degli aspetti di sicurezza correlati con il settore dell’energia (individuazione e attuazione di politiche federali di emergenza, sicurezza delle infrastrutture nucleari, coordinamento internazionale delle politiche e dei piani di emergenza), ha accolto l’invito anche per promuovere uno scambio di conoscenze e di buone pratiche con il DHS, che già da molti anni opera con successo nel coordinamento del settore strategico della Homeland Security.

Va inoltre ricordato che il recepimento della recente Direttiva Europea sulla protezione delle infrastrutture critiche impone l’individuazione da parte di ogni Stato Membro di una strategia finalizzata al coordinamento nazionale delle iniziative di protezione delle suddette infrastrutture (Homeland Security).

La Direttiva, che entrerà in vigore nell’autunno del 2008, individua la strategia per migliorare la protezione delle infrastrutture critiche di rilevanza europea, richiedendo ad ogni Stato Membro la realizzazione di un insieme di adempimenti “minimi”, tra i quali si segnalano, in particolare, l’istituzione di un punto di contatto nazionale per le strategie sulle IC, l’individuazione di IC nazionali che, in caso di problemi e/o interruzioni del servizio, potrebbero indurre rilevanti effetti transnazionali, l’attuazione a livello governativo di attività di controllo generale su tali IC transnazionali.

 

La Direttiva, al momento, si limita a considerare come critiche le infrastrutture appartenenti ai settori dell’energia (elettricità, petrolio, gas) e dei trasporti (su strada, ferroviari, aerei, fluviali, marittimi), prevedendo, però, una prossima inclusione almeno del settore dell’ICT (Information and Communication Technology), universalmente riconosciuto come uno dei settori più vulnerabili.

 

Una efficace individuazione e attuazione di tali strategie implica, preliminarmente, la conoscenza delle vulnerabilità di ogni singolo settore, l’individuazione delle contromisure per contrastare eventuali malfunzionamenti delle infrastrutture critiche di interesse e la corretta attuazione di tali contromisure settoriali. Tali aspetti sono già affrontati in modo adeguato, in buona sostanza, dalla maggioranza delle infrastrutture critiche nazionali, in quanto sottoprodotto delle attività di protezione del loro core business.

A livello di coordinamento nazionale, invece, occorre ancora individuare e attuare il modello di riferimento che consenta da una parte di realizzare una politica generale di protezione delle infrastrutture critiche e, dall’altra, di massimizzare gli effetti positivi degli investimenti effettuati dalle singole infrastrutture critiche nazionali.

 

Lo scopo fondamentale del Convegno è proprio quello di fornire un contributo al raggiungimento di tale obiettivo primario, promuovendo, innanzitutto, uno scambio di conoscenze e di buone pratiche con il DHS americano. Questo obiettivo è perseguito nella prima parte del Convegno, con il contributo estremamente qualificato del dr Caverly.

Durante la tavola rotonda pomeridiana, invece, verrà affrontato lo stesso problema dal punto di vista strettamente nazionale con la partecipazione di addetti ai lavori e rappresentanti delle istituzioni, delle imprese e del mondo della ricerca.

 

In questo contesto generale, la FUB si vuole proporre sia come soggetto in grado di svolgere in proprio attività di ricerca, sia come uno degli elementi catalizzatori dei vari interessi pubblici e privati coinvolti, ricoprendo anche in questo campo un ruolo già utilmente svolto anche nel recente passato per altre attività di rilevanza nazionale.

 

Aprirà la Prima sessione Maurizio Dècina, Fondazione Ugo Bordoni. Sarà poi la volta di James Caverly e a seguire Daniele Perucchini, Fondazione Ugo Bordoni.

Nella Seconda sessione è previsto l’intervento di Mario Frullone, Fondazione Ugo Bordoni. subito dopo la Tavola rotonda “Quale coordinamento nazionale per le infrastrutture critiche?”. Introduce e modera Luisa Franchina, Dir. Gen. Nucleo Operativo, Dipartimento Protezione Civile

 

Parteciperanno: Gianna Detoni, Crisis Management International; Richard Mangogna, DHS; Roberto Napoli, Politecnico di Torino; Stefano Pasquini, Santa Sede; Daniele Perucchini, Fondazione Ugo Bordoni ; Umberto Saccone, ENI; Tommaso Tattesi, Autostrade per l’Italia; Damiano Toselli, Telecom Italia. (r.n.)

 

 

Programma del seminario

 

Modulo di registrazione

 

Fondazione Ugo Bordoni

 

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