Marketing telefonico: stop del Garante privacy alle chiamate promozionali indesiderate

di Alessandra Talarico |

Italia


Telefonia

Stop alle telefonate promozionali selvagge, quelle che arrivano a tutte le ore – domeniche e feste comandate incluse – per tentare di affibbiare al malcapitato di turno creme di bellezza, servizi telefonici, abbonamenti a pay Tv.

 

Il garante Privacy ha infatti imposto a diverse società il divieto di continuare a utilizzare i dati personali di milioni di utenti.

Informazioni – spesso suddivise per redditi e stili di vita – raccolte e utilizzate illecitamente, senza il consenso dei diretti interessati.

 

I dati di milioni di famiglie – una delle società coinvolta ne possedeva di oltre 15 milioni – sono stati dunque letteralmente rubati e utilizzati per dare il via alle fastidiosissime chiamate promozionali: coinvolte, oltre alle società specializzate nella raccolta e nella vendita di banche dati (Ammiro Partners, Consodata e Telextra), anche diverse aziende ‘note’, da Wind a Fastweb, da Tiscali a Sky, impegnate nella difficile conquista di nuove fette di mercato.

 

E così, ai poveri italiani non restava che cercare di non perdere le staffe, quando, all’ennesima chiamata proveniente – furbamente – da ‘numero privato’, il solerte operatore riproponeva il solito pacchetto Pay Tv a prezzi vantaggiosissimi o una nuova scontatissima tariffa telefonica.

Una vera e propria intrusione, che non risparmiava ore serali e feste comandate.

 

Né sono bastate, come sempre più spesso succede con le società di marketing e gli operatori telefonici, le ispezioni e i richiami del Garante: le prime hanno continuato a raccogliere illecitamente i dati degli utenti senza consenso, le seconde hanno continuato tranquillamente a usare i database senza preoccuparsi di accertare, spiega il Garante, “che gli abbonati avessero acconsentito alla comunicazione dei propri dati e al loro uso a fini commerciali”, come previsto dalla disciplina sulla privacy

 

Speriamo dunque sia la volta buona e che davvero arrivino, come ha sottolineato il Garante, le sanzioni penali per le società che trasgrediranno il divieto.