Nel panorama delle Tv arriva Yks, canale video multi-piattaforma. Ennesimo tentativo di scalfire i media mainstream?

di di Angelo Zaccone Teodosi e Simone Pescatore (Istituto italiano per l’Industria Culturale - IsICult) |

Italia


Angelo Zaccone Teodosi

E’ stata presentato a Roma Yks (che si legge, banalmente, “ics”), “canale video multipiattaforma“, nelle Scuderie di Palazzo Ruspoli, una nuova iniziativa “cross-over”, tra televisione tradizionale e new media. Curiosamente, nel mentre si avviava la conferenza stampa, si udiva il suono di campane a morto: non si trattava certo di una trovata coreografica (ché sarebbe stata di pessimo gusto), bensì di una pura coincidenza, ma comunque l’iniziativa, senza dubbio interessante, non rappresenta certo un annuncio ferale per i media “mainstream”.

Il carattere innovativo dell’emittente multipiattaforma è il mettere assieme un palinsesto interamente costituito da contenuti “user generated” (UGC), offerto sia in modalità lineare sia on demand.

In questo, il canale vanta una differenza rispetto al progetto di Current Tv (che vanta solo un 30 % circa di UGC) (Leggi articolo). La versione italiana di Current Tv – diretta da Marco Tessarolo – andrà in onda dall’8 maggio e sarà presentata a Roma dal nobel Al Gore; Yks intende batterla sul tempo, anche se – di fatto – il target delle due iniziative è simile ma non identico.

La programmazione di Yks sarà fruibile in esclusiva web sul portale Virgilio (Telecom Italia) e sul canale 863 di Sky, mentre è già prevista una distribuzione via iptv e telefonia mobile. Tra i prodotti di maggiore “appeal”, secondo i promotori, alcuni “video-diari”.

Il target primario sono i giovani tra i 18 ed i 35 anni. Il target ampio del progetto Yks è la “net-generation”, ovvero i ragazzi che si trovano al centro del processo di allontanamento dalla televisione tradizionale, di riequilibrio orizzontale tra i media, e di emersione dell’utente nel rapporto col mezzo di comunicazione. La blogosfera è ormai colma di UGC prodotti da vlogger, da creativi e in generale dagli abituali frequentatori dei social network: Yks intende fornire a questi attori la possibilità di costruire un “palinsesto” para-televisivo caldo, partecipato e innovativo, al fine di realizzare “un grande network del racconto collettivo”: il video è solo l’incipit per l’avvio di un “meta-discorso” in grado di coinvolgere tutta la comunità del Web 2.0…

Dal 24 aprile, il canale sarà fruibile in modalità “lineare” nella sezione “Community” del portale controllato da Telecom Italia, ed in modalità “on demand” attraverso il canale “Virgilio Video”, sulla piattaforma gestita dal partner Dailymotion.

Yks è diretto da Andrea Soldani, regista ed autore televisivo, uno dei motori del defunto (quanto compianto?!) canale Rai Utile. La produzione esecutiva del canale è affidata alla Tbtv-The Blog Television, fondata da Bruno Pellegrini (uno dei pionieri teorico-pratici della “convergenza” in Italia, insieme a Tessarolo) nell’ottobre 2006. Tbtv nasceva in forma sperimentale all’interno dell’emittente satellitare “democratica” Nessuno Tv, e si pone oggi come un laboratorio di sperimentazione creativa per programmi “trans-gender”.

Lo sbocco forse non “finale”, ma certamente di maggiore visibilità di questi programmi resta comunque la tv… generalista (un po’ un paradosso, si converrà!): Tbtv realizza, tra l’altro, “Blister, Pillole dal Web” (“magazine della net-generation”), dal marzo 2008 in onda su All Music (Gruppo l’Espresso), e “Mamme nella Rete” (primo programma sulla maternità realizzato dalle stesse mamme), in onda da aprile su Discovery Real Time.

L’attività della ridotta redazione di Yks (oggi solo 4 persone) si limiterà ad attivare operazioni di “video scouting” (con “contest” creativi, premi, incentivazioni alla produzione…), selezionare e montare/editare i contenuti raccolti. Nessuna attività di produzione interna sarà messa in atto. Proprio la funzione di pre-selezione e “guida” nella visione è integrata con la vocazione del principale partner Virgilio: portale internet, nato nel 1996, con la vocazione a “guidare” (nomen omen…) gli italiani alla navigazione, attraverso una migliore categorizzazione dei siti.

Anche nel rapporto con gli utenti della rete, Yks ha scelto una via “alternativa” al modello Current Tv: la cessione dei diritti per la messa in onda, non in esclusiva, in cambio di un compenso per la trasmissione ed il “crediting” (attraverso un “tagging” spinto). Il controllo sui diritti del contenuto rimane all’utente che lo ha prodotto, con lo scopo di stabilire una relazione di valorizzazione delle risorse creative dei videomaker e dei vlogger italiani.

Da segnalare – inoltre – la particolare attenzione alla qualità visiva dei contenuti proposti ed alla maschera grafica del network: addirittura le nuove tecnologie di “upload” a 100 mega consentono la possibilità di trasmettere contenuti ad “alta definizione” (qualche problema in più ci sarà per la piattaforma satellitare). Obiettivo di Yks rimane comunque il mercato “mobile”, sistema in grado di garantire a 50 milioni di utenti italiani la possibilità di vedere, creare, interagire con la comunità del “social network”, autonomamente attraverso i propri “device”.

Inoltre, Yks si precisa come “tentativo sperimentale di educazione all’uso dei new media”, destinato a plasmare il nuovo pubblico della televisione non lineare e creare i necessari “prosumer”. Bruno Pellegrini, creatore di Tbtv, ha correlato la fortuna possibile di Yks anche alla capacità dell’esperimento di “formare il pubblico alle nuove frontiere della comunicazione”. Sia consentito osservare che si tratta di un obiettivo discretamente ambizioso, che forse sarebbe più proprio di una tv pubblica come la Rai, che in materia ha penosamente abdicato (basti pensare alla situazione marginale di RaiNet).

Parallelamente all’advertising, l’altro aspetto commerciale insito nella natura di Yks risiede nella capacità di ideare e veicolare strategie di marketing innovative per le aziende, adatte alle nuove abitudini dei consumatori.

L’iniziativa è sostenuta da Telecom Italia, ovvero da una delle sue “anime”: per l’esattezza, si tratta del portale Virgilio, che – secondo le dichiarazioni della società – vanta 2,6 milioni di visite al giorno (fonte Nielsen, media feriale, febbraio 2008).

Fin qui, la presentazione, elaboriamo ora qualche riflessione… futurologica. Si osservano, nel grande oceano della rete, esperimenti ed esplorazioni, ma il “business model” di queste iniziative d’avanguardia sfugge probabilmente ai suoi stessi promotori.

Se si presta fede alle previsioni degli istituti di ricerca internazionali, esiste sicuramente un “altro”, rispetto ai media tradizionali (e specificamente rispetto alla tv classica), ma si tratta di qualcosa che appare ancora indefinito e sfuggente, che non produce flussi di fruizione ancora minimamente comparabili con quelle 4 ore al giorno che l’europeo medio trascorre seduto di fronte al monitor tv (si precisa: per vedere tv, non per navigare su internet). Il nostro approccio non vuole essere “passatista”: qualsiasi analista del sistema dei media e qualsiasi professionista ed operatore non può non prestare attenzione al grande “laboratorio” del web, ma si deve evitare un meccanismo di entusiasmo artificiale basato sulle nostre aspettative interiori: tutti vorremmo “più qualità” e “più libertà” nei media, ma si tratta di esigenze che le industrie mediali possono assicurare nelle nicchie, e non nell’offerta generalista. E sarà l’offerta generalista, ovvero i media “mainstream”, a dominare ancora, per decenni, la fruizione culturale.

700.000 euro di raccolta pubblicitaria per la stagione 2008: questo è l’obiettivo di Yks, il nuovo canale video multipiattaforma. La concessionaria televisiva è BizinItaly Cmc.

E’ interessante poi osservare come iniziative del tipo di Yks siano sostenute da “player” potenti, nel caso in ispecie, Telecom Italia: quel che stupisce è piuttosto che Yks sia sostenuta da Virgilio, e non abbia nessun collegamento – sembrerebbe, anche se è incredibile! – con Telecom Italia Media, che pure dovrebbe essere la “factory” di “content” per tutto il gruppo. Telecom Italia Media, oltre a controllare La7 e Mtv Italia, ha promosso il canale Qoob sul digitale terrestre, anch’esso fatto in buona parte di UGC. L’evidente mancanza di sinergia tra Telecom Italia e Ti Media, si manifesta anche in questa occasione: nessuna collaborazione sarà attivata tra il gruppo media ed il nuovo canale, neanche attraverso Qoob, piattaforma cross-mediale prodotta da Mtv Italia e declinata su digitale terrestre e web, che – in linea di massima – punta al medesimo target commerciale con simili modalità di “reach”, seppur con maggiore attenzione alla nicchia di pubblico più attenta ai contenuti musicali). Anche in relazione al futuro lancio Yks su iptv, l’interlocutore designato è Telecom Italia nella veste di Alice, e non Telecom Italia Media.

Secondo alcuni, il lancio di Yks su Alice Home Tv e su Rosso Alice sarà perfezionato fra qualche mese, anche se Daniela Cerrato, Responsabile dei Contenuti del portale Alice (Virgilio), non ha risposto in modo univoco alla domanda posta da Key4biz.

La mano destra non sa bene cosa sta facendo la sinistra? Un policentrismo Telecom Italia che vuole… competere con le dinamiche (degenerate) della Rai?! Non è dato sapere, ed immaginiamo che anche il destino di questa nuova iniziativa sarà presto sottoposto a revisione dai nuovi boss che Franco Bernabè ha nominato in questi giorni alla guida di Telecom Italia Media, in una prospettiva che appare di ridimensionamento della “regia strategica” di Antonio Campo dall’Orto. Quel che sembra è che in Telecom Italia ci sia ancora veramente “molta confusione sotto il cielo”, ma nessun Mao può sostenere che la situazione sia “sotto controllo”.

Nelle settimane scorse, i fautori della “rivoluzione” della rete hanno plaudito al caso Luca Luciani, il top manager di Telecom Italia assunto a gloria mediatica perché una sua gaffe, durante una presentazione aziendale, è stata oggetto di martellante gogna su web, poi ripresa anche da “Striscia la notizia”. Qualche ingenuo ha visto questo episodio come un riscatto della democrazia della rete rispetto alla oligarchia della tv tradizionale: pie illusioni. Luciani, pur sbeffeggiato, è rimasto bello solido nel suo incarico, e, anzi, si può vantare di aver stipulato lui, proprio in questi giorni, un accordo con Microsoft per la pur tardiva introduzione in Italia dell’i-Phone. Quello di Luciani è un “case-study” da sviluppare, rispetto alle sorti magnifiche e progressive dei “new media” ed al loro potenziale “rivoluzionario”.

Molta acqua deve passare sotto i ponti, prima di veder scorrere nel fiume il “cadavere” della tv generalista. Anzi, il saggio cinese che attende sulla riva corre il rischio di morire prima del suo avversario…

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La Tv ai tempi del web: Current Tv di Al Gore sbarca in Italia. Un radar “contro” Qoob di TI Media?

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Angelo Zaccone Teodosi, Presidente di IsICult – Istituto italiano per l’Industria Culturale

Simone Pescatore, Responsabile di ricerca

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