L’ansia da ‘disconnessione’ è la malattia del 21° secolo? Studio esamina cause e sviluppo delle nuove tecno-dipendenze

di Alessandra Talarico |

Stati Uniti


Internet dipendenza

Il concetto di dipendenza dal cellulare o da internet non è più solo un argomento da chiacchierata fra amici, ma comincia a riempire le pagine delle riviste scientifiche, dal momento che si è capito che alcune persone, semplicemente, ‘hanno bisogno’ di passare del tempo online e danno di matto al solo pensiero di aver lasciato il cellulare a casa.

 

La società Solutions Research Group ha anche coniato una nuova espressione per descrivere il malessere che si prova quando non si può accedere al web o non si può comunicare col cellulare, e parla nel suo nuovo rapporto ‘Age Of Disconnect Anxiety’ proprio di ‘ansia da disconnessione’.

 

L’espressione si riferisce ai sentimenti di “disorientamento e nervosismo” che si provano quando si viene privati di internet o dell’accesso wireless per un certo periodo di tempo.

 

L’ansia da disconnessione, dicono i curatori del rapporto, coglie “persone di tutte le età e di tutti i ceti sociali” e ha diversi livelli di intensità.

Lo scorso anno si è parlato molto dell’ansia legata al blackout del BlackBerry, ma ultimamente l’attenzione si è spostata anche su altre varianti della questione.

 

In generale, la ricerca ha rilevato che l’ansia da disconnessione interessa il 27% della popolazione americana e, in particolare, il 41% delle persone di età compresa tra i 12 e i 24 anni, il 50% di quelle tra i 25 e i 49 anni e solo il 9% degli over 50.

 

L’83% degli americani presi in esame nello studio si dice poi d’accordo sull’affermazione “Il cellulare va dovunque vada io”, a conferma del generale disagio associato alla mancanza o alla perdita dell’amato gadget.

 

Ma cosa, in particolare, genera quest’ansia di non poter usare il cellulare o internet?

La ricerca ha dimostrato che la maggiore fonte di preoccupazione riguarda la ‘sicurezza: le persone spesso parlano del proprio cellulare come una ‘rete di sicurezza’ e dicono di sentirsi meno vulnerabili quando lo hanno dietro.

Per questo portare con sé un telefonino è percepito come una necessità e non avere accesso o servizio genera sentimenti di insicurezza e ansia legati alla propria incolumità o a quella della propria famiglia.

“Essere raggiungibili – si legge nel report – è importante specialmente per i genitori che, mentendosi connessi sentono di avere il controllo della situazione”.

 

La preoccupazione per la sicurezza dei figli, nota la ricerca, è uno dei maggiori fattori dell’adozione dei dispositivi di comunicazione wireless: “il 75% dei teenager americani possedeva un telefonino a novembre 2007, quasi il doppio che nel 2003″ .

 

Ad alimentare l’ansia da disconnessione è anche il lavoro.

“Il costante flusso di informazioni crea la sensazione che questo flusso debba essere costantemente monitorato e anche se non ci sono regole stabilite, in molti ambienti lavorativi le aspettative sullo stare sempre connessi sono implicite”.

  

Essere ‘always on’ o ‘connessi’ è una risposta – e, ironicamente anche un contributo – al fatto che la nostra cultura si basa sulla velocità.

“I computer e la tecnologia hanno semplificato per certi aspetti le nostre vite, ma hanno anche ingenerato la tendenza a ritenere tutto urgente”, ha spiegato uno dei partecipanti all’inchiesta.

“Prima dell’avvento di internet, se si voleva comunicare con qualcuno si spediva una lettera e si attendeva la risposta, che poteva arrivare anche dopo settimane. Con l’email, la risposta è attesa in giornata, ma anche dopo pochi minuti”.

 

L’ansia da disconnessione che coglie i lavoratori è dunque incentrata sul timore di “perdere informazioni importanti”, ma anche sul fatto che più si sta disconnessi, più si accumulano dati che poi si dovranno esaminare.

 

Tra i più giovani, soprattutto dopo il successo dei siti di social networking, la disconnessione genera veri e propri sentimenti di panico.

Alla tendenza a non spegnere mai il telefonino si è dunque aggiunta la necessità di contattare gli amici attraverso siti come MySpace o FaceBook.

 

Essere disconnessi, significa a questo punto essere tagliati fuori da eventi ed essere a corto di quelle informazioni che tra amici virtuali sono diventati ‘valuta sociale’.

 

“Nessuno vuole essere tagliato fuori, e restare connessi via FaceBook, sistemi di instant messaging e messaggi di testo è il modo per assicurarsi che questo non succeda”, nota il rapporto.

 

“Il mio cellulare rappresenta la mia vita sociale – spiega una ragazza intervistata – ricevere telefonate dagli amici, messaggi sui progetti per la serata. Tutte le mie vacanze sono descritte dalle foto che ho sul telefonino e se lo dimentico a casa divento matta al pensiero di perdermi qualcosa della mia vita sociale”.

Leggi le altre notizie sull’home page di Key4biz

Key4Biz

Il giornale specializzato sull'Innovazione tecnologica, analizzata in chiave economica, sociale e geopolitica.

Direttore: Luigi Garofalo

© 2002-2025 - Registrazione n. 4560/2024. Tribunale di Ancona - ROC n. 26714 del 5 ottobre 2016

Editore Supercom - P. Iva 02681090425

Alcune delle foto presenti su Key4biz.it potrebbero essere state prese da Internet e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, lo possono segnalare alla redazione inviando una email a redazione@key4biz.it che provvederà prontamente alla rimozione delle immagini utilizzate.

Netalia