Nuove tecnologie, Mvno, quad play: Calabrò, ‘Italia spesso pioniera, ma c’è bisogno di più concorrenza e innovazione’

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Corrado Calabrò

Puntare sulle nuove tecnologie, in particolare sulla larga banda, e di favorire l’ingresso di nuovi operatori per promuovere lo sviluppo del mercato delle comunicazione e, indirettamente, quello del Sistema Paese.

È questa la necessità emersa nel corso della V Tavola Rotonda con l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni di Business International.

 

All’incontro è intervenuto anche il presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni Corrado Calabrò, che ha sottolineato come l’operato dell’Authority è e sarà sempre più orientato sul tema dell’accesso in tutte le sue accezioni.

L’accesso dei consumatori ad una molteplicità di servizi e prodotti, che possono essere forniti tramite le reti internet di seconda generazione, dei cittadini ai contenuti audiovisivi veicolati con le più disparate modalità trasmissive wireline (rame addizionato con le tecnologie DSL, fibra ottica)  e wireless (UMTS, WiMax, ecc.), l’accesso degli operatori a tutte le infrastrutture trasmissive, fisse e mobili.

 

“L’accesso – ha sottolineato Calabrò – è la risposta di un mercato avanzato alle necessità di concorrenza, pluralismo ed innovazione che i cittadini reclamano: solo in questo modo si garantisce un level playing field tra operatori di comunicazione in un ambiente che assicura la possibilità di offrire ai consumatori pacchetti di servizi di comunicazione convergenti”.

 

“…Il passaggio a una regolazione basata soprattutto sulle garanzie dell’accesso è anche un salto di rotta verso un mercato più maturo e liberalizzato, che ha bisogno di veder definite le regole del gioco attraverso l’individuazione di pochi importanti e mirati interventi e non più per mezzo di una regolazione invasiva di tutti i momenti concorrenziali”, ha continuato il presidente Agcom.

 

Calabrò ha inoltre sottolineato come nel mobile la liberalizzazione del mercato abbia prodotto effetti molto positivi ed evidenti, portando a un miglioramento del contesto concorrenziale  attraverso l’ingresso degli operatori virtuali mobili. “Negli ultimi mesi, l’Autorità ha spinto molto affinché il mercato, come è avvenuto in molti altri contesti internazionali, si aprisse spontaneamente a questa nuova tipologia di gestori”.

 

Secondo Calabrò nel mercato fisso è invece ancora necessaria la regolamentazione dell’Autorità, seppure la liberalizzazione abbia apportato vantaggi in termini di riduzione di prezzi e allargamento della gamma dei servizi.

 

Calabrò ha concluso il suo intervento insistendo sulla necessità di lavorare sul fronte dell’innovazione, che vede l’Italia al di sotto della media europea rispetto alla diffusione dei servizi a larga banda e agli investimenti nelle reti di nuova generazione.

“…Siamo partiti bene – siamo stati i primi a lanciare servizi innovativi quali l’IPTV – ma adesso il contesto deve ulteriormente progredire in senso concorrenziale ed innovativo secondo le più efficienti tecnologie”.

Riguardo il processo di convergenza, Calabrò ha evidenziato come gli operatori abbiano già iniziato a proporre offerte convergenti quadruple play comprensive di tutti i servizi di comunicazione (fisso, mobile, larga banda e televisione), anche se per tenere il passo con gli altri Paesi Europei il presupposto imprescindibile è lo sviluppo della larga banda ad alta velocità, basata sulla fibra ottica, che richiede ingenti investimenti sia nelle reti che nei servizi di nuova generazione.

 

Per Sandro Frova, Professore Ordinario di Finanza Aziendale e di Economia delle Telecomunicazioni, Università Bocconi, se il processo d’integrazione sembra decollato, la convergenza in senso più ampio rappresenta una bella prospettiva che sul mercato fatica a sfondare, poiché richiede l’adozione di un modello difficile e rischioso.

 

Nel corso del suo intervento Stefano Mannoni, Commissario, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, si è a sua volta concentrato sui processi di convergenza delle reti fisso-mobile, analizzando le modifiche del quadro regolamentare vigente generate da cambiamenti di natura tecnica ed economica. Mannoni ha evidenziato come la convergenza si sia sviluppata secondo tre forme: tecnologica, funzionale ed economica.

“La prima forma di convergenza riguarda gli sviluppi della nuova rete basata su protocollo IP che modificherà le attuali architetture di rete telefonica e dati e condurrà nel medio periodo ad una razionalizzazione e riduzione dei costi e, conseguentemente, alla possibilità di sfruttare  maggiormente le economie di scala e di scopo”, ha dichiarato Mannoni”.

 

“…La convergenza funzionale, invece, riguarda la possibilità di creare nuove piattaforme che unifichino più funzioni e servizi, quali broadcast media, servizi internet e servizi di telefonia. Infine la convergenza economica fa riferimento ai nuovi modelli di business degli operatori sia mobili che fissi, i quali lanciano sul mercato offerte commerciali di tipo triple-play e quadruple-play”, ha concluso il Commissario.

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