Pubblicità in Tv: dopo la messa in mora della Ue, l’Agcom si mette in moto. Multe a Rai e Mediaset per i mini-spot

di Raffaella Natale |

Italia


Corrado Calabrò

La Commissione servizi e prodotti dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, presieduta da Corrado Calabrò, relatori i Commissari Sebastiano Sortino e Gianluigi Magri, ha oggi ingiunto alla Rai il pagamento di due sanzioni,  per complessivi 230.000 euro, per la reiterata violazione delle norme sui “mini-spot” inseriti nelle trasmissioni delle partite di calcio.

 

Le sanzioni si riferiscono agli incontri del campionato europeo 2007 e a partite  di calcio tra Club nazionali.

 

Il posizionamento dei “mini-spot”, in momenti di gioco che non danno luogo a recupero, è risultato non in linea con la delibera dell’Autorità concernente il regolamento in materia di pubblicità radiotelevisiva e televendite.

 

Nella stessa seduta la Commissione ha sanzionato  l’emittente Italia 1 con 20.000 euro per aver trasmesso una pubblicità volta a reclamizzare i personaggi della serie Pokemon a ridosso allo stesso cartone animato.

 

La Commissione infine ha diffidato l’emittente La7 per lo sforamento dei tetti  pubblicitari.

 

Il presidente Corrado Calabrò ha dichiarato: “La Commissione europea ci sollecita ad una vigilanza continua sulla pubblicità televisiva e noi stiamo attuando tutti gli interventi necessari di conseguenza”.

 

La Ue ha, infatti, inviato all’Italia una lettera di costituzione in mora concernente la violazione delle regole comunitarie in materia di pubblicità televisiva stabilite dalla direttiva “Televisione senza frontiere“. Si tratta della prima fase del procedimento comunitario di infrazione in questo ambito.

La Commissione nutre dei dubbi circa l’efficacia della procedura prevista dalla legislazione italiana per sanzionare le infrazioni in materia di pubblicità televisiva, in quanto risulta troppo “debole” per avere un effetto dissuasivo e proteggere in modo efficace i consumatori in Italia.

 

Bruxelles spiega che l’Italia non ha adottato le misure necessarie per attuare correttamente le disposizioni della direttiva “Televisione senza frontiere” e garantire che queste disposizioni siano effettivamente rispettate. Uno studio indipendente ha evidenziato che le emittenti italiane non rispettano le disposizioni quantitative in materia di pubblicità stabilite dalla direttiva, in particolare la regola che fissa a il tetto massimo di pubblicità per ora a 12, la regola che prevede un intervallo di almeno 20 minuti tra due spot pubblicitari e quella che riguarda le interruzioni pubblicitarie durante i film.

 

Per la Ue, la legislazione italiana, nel calcolare i tempi massimi di pubblicità, non tiene conto degli spot di televendita – e ciò determina il superamento dei limiti stabiliti dalla direttiva – e non rispetta neppure la durata minima di 15 minuti prevista dalla direttiva per le “finestre di programmazione destinate alla televendita” (ossia i programmi di televendita su un canale televisivo generalista).

 

Inoltre, contrariamente a quanto previsto dalla direttiva, per la legge italiana l’autopromozione – tra cui le pubblicità delle emittenti per i loro programmi o prodotti – non è una forma di pubblicità. Ne consegue che dei programmi, tra cui i telegiornali, subiscono interruzioni troppo numerose e troppo lunghe, in contrasto con le disposizioni della direttiva che limita l’inserimento di spot pubblicitari. D’altra parte alcune norme fondamentali della direttiva, come quelle che garantiscono il rispetto della dignità umana e della non discriminazione, non sono applicate ai messaggi di autopromozione diffusi sui canali televisivi italiani.

 

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