Tempeste su Rai e tax-shelter, regalo di Natale al cinema italiano?

di di Angelo Zaccone Teodosi e Bruno Zambardino (IsICult - Istituto Italiano per l'Industria Culturale) |

Italia


Gabriella Carlucci

Mentre a Viale Mazzini infuria la tempesta, per quanto riguarda il futuro normativo e finanziario del cinema e della televisione italiana – osservati dal punto di vista dei produttori di contenuto, è bene precisare – la prospettiva sembra cheta e positiva. In Rai, nulla trapela per quanto riguarda l’indagine sulla Direttrice Marketing Deborah Bergamini (sono passate quasi due settimane e non si ha notizia dell’esito di una procedura di indagine che era stata annunciata come rapida dallo stesso Dg Claudio Cappon), l’indagine (questa sì, indagine vera e propria, perché promossa dalla Procura di Napoli) che coinvolge in prima persona il Direttore di Rai Fiction Agostino Saccà sta assumendo caratteri di estrema gravità, anche per il coinvolgimento diretto (sempre secondo il quotidiano “la Repubblica) dell’ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi… Alla Camera, invece, la continua fibrillazione che riguarda la maggioranza “instabile” non sembra essere alimentata dalle norme che introducono il credito d’imposta, il tax-shelter a favore del cinema e che modificano la legge 122 sugli obblighi di programmazione ed investimento delle emittenti televisive a favore della produzione di “content” audiovisivo nazionale…

Martedì 18 dicembre 2007 alle 11, si svolgerà presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati una conferenza stampa promossa dall’onorevole Gabriella Carlucci (Forza Italia) e dal senatore Willer Bordon (Unione Democratica) per salutare con soddisfazione la approvazione – che viene data per certa, almeno dai più ottimisti – dei provvedimenti contenuti in Finanziaria, per imprimere una accelerazione al comparto cinematografico soprattutto nella direzione di sbloccare un sistema troppo a lungo condizionato quasi esclusivamente dalle provvidente pubbliche, facendo affluire nuove risorse e attraendo più robusti investimenti.

Spetta oggettivamente ai due Parlamentari, infatti, il merito di aver introdotto – in innovativa ed apprezzabile chiave “bipartisan” – al Senato un emendamento all’articolo 12 (Incentivazioni fiscali per il cinema), che introduce, accanto al credito d’imposta per le imprese che investono nel settore sul territorio italiano (con soglie e ammontare massimo differenti a seconda che si tratta di soggetti “interni” o esterni” e in funzione del ruolo svolto all’interno della filiera cinematografica) anche forme di detassazione degli utili investiti nella produzione cinematografica al pari di quelle già in vigore in altri Paesi europei, in modo da recuperare lo svantaggio competitivo accumulato sino ad oggi.

L’approvazione delle norme di cui abbiamo scritto più volte su queste colonne può essere considerata sicura, nello scenario dell’iter della Finanziaria?

In effetti, non dovrebbero verificarsi colpi di scena dell’ultima ora, perché le norme a favore del cinema e della televisione hanno una rilevanza marginale nella “economia politica” della Finanziaria, ovvero nel grande mercato degli emendamenti. Sono oggettivamente piccola cosa, rispetto a questioni ritenute ben più rilevanti nella agenda politico-sociale-economica del Paese. Ma, per il “piccolo mondo” del cinema – e, si può aggiungere della televisione – rappresentano un segnale di incoraggiamento e prospettano una fonte “alimentare” importante.

Ieri, infatti, il Governo ha deciso di porre formalmente la questione di fiducia ai tre maxi-emendamenti che – di fatto – ripropongono il testo della Finanziaria sostanzialmente fin qui concordato.

I voti di fiducia, uno per ogni maxiemendamento, si svolgeranno nella tarda serata di oggi venerdì, in modo tale che Montecitorio possa licenziare il testo (ben 1.200 commi in 3 mega-articoli!) sabato o domenica.

La manovra tornerà poi in Senato la prossima settimana, in terza lettura, per l’approvazione definitiva, ma – in casi e fasi come queste – Palazzo Madama finisce per svolgere una funzione generalmente “notarile”, quasi di “presa d’atto”. Fatto salvo il rischio di… crisi di Governo!

Nel corso della conferenza stampa sono state invitati a tenere una relazione Paolo Ferrari (Presidente Anica), Giampaolo Letta (Vice Presidente Medusa Film), Tullio Camiglieri (Direttore Comunicazione e Relazioni Esterne Sky Italia), Davide Rossi (Presidente Univideo), Riccardo Tozzi (Presidente Produttori Anica) e Angelo Zaccone Teodosi (Presidente IsICult).

Sono state inoltre invitate le personalità più rappresentative del settore sia a livello pubblico-istituzionale (da Gaetano Blandini, Direttore Generale Cinema del Ministero, a Giorgio Assumma Presidente Siae, ad Alessandro Battisti Presidente di Cinecittà Holding) sia a livello associativo e privato (da Alberto Francesconi, Presidente Agis, a Massimo Civilotti, Segretario Fapav, a Roberto Perpignani, Presidente Fidac).

Va ricordato che il testo era stato proposto dalla Carlucci all’interno della sua proposta di legge a favore del cinema e dell’audiovisivo, accolta con favore da numerosi rappresentanti del settore: sulla specifica questione del tax-shelter, si era espresso favorevolmente anche il Responsabile Cultura della Margherita, Andrea Colasio.

L’emendamento in Finanziaria ha ottenuto un vasto consenso, a conferma della sensibilità dell’aula del Senato verso un tema così importante.

Secondo alcuni analisti, il cinema fornirebbe allo Stato circa 450 milioni di euro contro i 50 ricevuti da sovvenzioni e finanziamenti: premesso che – ancora una volta – ci troviamo di fronte a stime nasometriche ed a numeri in libertà, va osservato che, con queste nuove norme, lo Stato oggi decide di scommettere con convinzione sulle capacità e sulle potenzialità del settore di moltiplicare gli investimenti e trasformarli in reddito.

Va considerato che queste misure – cui si aggiungono quelle, non meno importanti, relative ai nuovi obblighi di investimento e programmazione da parte di emittenti e fornitori di contenuti – andranno a concretizzarsi in un momento che pure appare particolarmente favorevole per il cinema italiano, che viaggia ormai su una quota di mercato superiore al 30 % e con una previsione, alla fine dell’anno, sui biglietti staccati che dovrebbero toccare la cifra record di 120 milioni di euro (nel 2006 erano sotto ben al di sotto dei 100), proprio grazie al successo al botteghini di film non solo natalizi (i cosiddetti “cinepanettoni” alla Vanzina, per capirci).

Analizzando il provvedimento specifico, sono previste due forme detassazione, a seconda che si tratti di imprese già appartenenti al settore o “extra-cinematograifche”:

a) non concorrono a formare il reddito imponibile ai fini delle imposte dirette gli utili dichiarati dalle imprese di produzione e di distribuzione cinematografica che li impiegano nella produzione o nella distribuzione di film riconosciuti di nazionalità italiana;

b) non concorrono a formare il reddito imponibile ai fini delle imposte dirette, nel limite massimo del 30 %, gli utili dichiarati dalle imprese italiane operanti in settori diversi da quello cinematografico le quali, da sole o per mezzo di accordi con società di produzione e di distribuzione cinematografica, li impiegano nella produzione o nella distribuzione dei film riconosciuti di nazionalità italiana.

Occorre precisare che, in base all’ultima bozza in nostro possesso (quella approvata dalla V Commissione della Camera, pubblicata ieri l’altro su Key4biz), le disposizioni per rendere applicabili il tax shelter saranno dettate con un decreto ad hoc del Ministro per i Beni e le Attività Culturali, entro 3 mesi dalla data di entrata in vigore della legge e di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze. Si ricorda che tutti i provvedimenti in questione sono comunque “sub judice”, perché come richiamato esplicitamente dall’art. 12, al comma 19, la legge, per divenire operativa, deve ottenere il placet formale della Commissione Europea, dato che si tratta comunque di un intervento classificabile come “aiuto di Stato”, e, in quanto tale, sottoposto alla normativa europea (ex art. 88 par. 3 del Trattato istitutivo della Comunità Europea).

La conferenza promossa da Carlucci e Bordon intende rafforzare la unanime convinzione degli operatori del settore sulla necessità di non introdurre emendamenti in sede di terza lettura al Senato.

Si resta in attesa di Babbo Natale…

Raffronto tra le due versioni delle norme a favore del cinema e dell’audiovisivo in gestazione in Finanziaria

Invito alla conferenza stampa Carlucci-Bordon del 18 dicembre 2007

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