Pubblicità in Tv: la Ue mette in mora l’Italia. Folena, ‘Urgente approvare al più presto il Ddl Gentiloni’

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Viviane Reding: ‘Occorre garantire una protezione efficace dei consumatori’

Unione Europea


Viviane Reding

La Commissione ha inviato all’Italia una lettera di costituzione in mora concernente la violazione delle regole comunitarie in materia di pubblicità televisiva stabilite dalla direttiva “Televisione senza frontiere“. Si tratta della prima fase del procedimento comunitario di infrazione in questo ambito.

 

Per Pietro Folena, presidente della Commissione Cultura della Camera, “…la messa in mora da parte dell’Unione europea riguardo i limiti pubblicitari può essere la prima di una lunga serie”.

“A quella odierna – ha aggiunto ieri Folena – potrebbero presto aggiungersi le procedure di infrazione riguardo la concentrazione del mercato televisivo e pubblicitario, in base alla legge Gasparri, così come la stessa commissaria Reding ha annunciato. E’ urgente quindi che il Ddl Gentiloni venga messo in calendario e approvato al più presto”.

 

Viviane Reding, Commissario Ue per la Società dell’informazione e dei media, ha dichiarato: “Le emittenti hanno bisogno della pubblicità e i pubblicitari hanno bisogno delle emittenti, ma occorre anche garantire una protezione efficace dei consumatori. Abbiamo bisogno soprattutto di una pubblicità responsabile”.

Aggiungendo: “Per beneficiare delle regole meno dettagliate e più flessibili in materia di pubblicità previste dalla direttiva sui servizi dei media audiovisivi senza frontiere di prossima adozione, l’Italia, alla stregua degli altri Stati membri, deve rispettare ed applicare pienamente le disposizioni comunitarie in vigore”.

 

L’Italia non ha adottato le misure necessarie per attuare correttamente le disposizioni della direttiva “Televisione senza frontiere” e garantire che queste disposizioni siano effettivamente rispettate. Uno studio indipendente ha evidenziato che le emittenti italiane non rispettano le disposizioni quantitative in materia di pubblicità stabilite dalla direttiva, in particolare la regola che fissa a il tetto massimo di pubblicità per ora a 12, la regola che prevede un intervallo di almeno 20 minuti tra due spot pubblicitari e quella che riguarda le interruzioni pubblicitarie durante i film.

 

La legislazione italiana, nel calcolare i tempi massimi di pubblicità, non tiene conto degli spot di televendita – e ciò determina il superamento dei limiti stabiliti dalla direttiva – e non rispetta neppure la durata minima di 15 minuti prevista dalla direttiva per le “finestre di programmazione destinate alla televendita” (ossia i programmi di televendita su un canale televisivo generalista).

Inoltre, contrariamente a quanto previsto dalla direttiva, per la legge italiana l’autopromozione – tra cui le pubblicità delle emittenti per i loro programmi o prodotti – non è una forma di pubblicità. Ne consegue che dei programmi, tra cui i telegiornali, subiscono interruzioni troppo numerose e troppo lunghe, in contrasto con le disposizioni della direttiva che limita l’inserimento di spot pubblicitari. D’altra parte alcune norme fondamentali della direttiva, come quelle che garantiscono il rispetto della dignità umana e della non discriminazione, non sono applicate ai messaggi di autopromozione diffusi sui canali televisivi italiani.

 

La Commissione nutre inoltre dei dubbi circa l’efficacia della procedura prevista dalla legislazione italiana per sanzionare le infrazioni in materia di pubblicità televisiva, in quanto risulta troppo “debole” per avere un effetto dissuasivo e proteggere in modo efficace i consumatori in Italia.

 

La Commissione ha pertanto trasmesso all’Italia una lettera di costituzione in mora per l’attuazione scorretta e il mancato rispetto della direttiva “Televisione senza frontiere”. Il governo italiano dispone di due mesi di tempo per rispondere alle preoccupazioni espresse dalla Commissione.

 

La direttiva “Televisione senza frontiere“, che deve essere recepita nella legislazione nazionale entro la fine del 2009, stabilisce un insieme minimo di regole nell’Ue per promuovere l’istituzione di un mercato unico fiorente e responsabile nel settore televisivo e dei servizi media audiovisivi. La direttiva riprende alcuni elementi fondamentali della direttiva vigente come il limite massimo di 12 minuti di pubblicità l’ora. (r.n.)

 

Versione attuale del testo della direttiva

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