Dividendo digitale: broadcaster e telcos si contendono le frequenze. Preferenza ad alta definizione o broadband?

di Raffaella Natale |

Francia


Spettro radio

La Francia, davanti al prossimo passaggio al digitale terrestre, comincia a interrogarsi sul possibile uso del dividendo digitale, vale a dire delle frequenze rese libere dopo lo spegnimento della Tv analogica, previsto per il 2011. Questione che coinvolge i player dell’audiovisivo e delle tlc sicuramente, ma forse anche i consumatori.

In attesa che il governo decida, gli operatori si contendono le frequenze: i broadcaster per l’alta definizione, le telcos per portare la banda larga su tutto il territorio nazionale.

  

Bruno Retailleau, membro della Commissione parlamentare sul dividendo digitale, ha commentato: “…La legge prevede l’assegnazione del 50%, forse anche di più, di queste frequenze all’audiovisivo”.

Aggiungendo, però, che i testi “…precisano anche che il dividendo digitale deve essere usato per la diversificazione dei servizi di interesse pubblico, in particolare i Ministeri degli Interni e della Difesa, senza dimenticare il gap digitale”.

Su questo ultimo punto, Retailleau si sofferma su una particolarità tutta francese: la ripopolazione delle zone rurali. In Francia, il 31% degli abitanti risiedono già nelle zone rurali, contro il 4% della Gran Bretagna e il 10% dell’Italia.

La riduzione del digital divide è sicuramente il cavallo di battaglia degli operatori tlc, argomento di importanza per ottenere la propria fetta di torta.

  

Lunedì scorso, in un Rapporto redatto da Guy Roussel, presidente di Ericsson France e Bertrand Lacroix, vicepresidente di Alcatel-Lucent, gli operatori tlc hanno esposto le loro argomentazioni.

Per gli autori di questo documento, la sfida è di offrire alla popolazione un accesso high speed broadband fisso e mobile.

Per realizzare tutto questo è necessaria la riassegnazione delle frequenze basse della Tv analogica alle telcos, visto che le attuali risorse di spettro non sono sufficienti a raggiungere questo scopo.

Il Rapporto sottolinea che le “tecnologie come il cavo, la DSL, e nel prossimo futuro la fibra ottica, non possono coprire tutto il territorio francese per offrire un accesso a banda larga veloce”.

  

Diversamente, il rischio sarebbe di creare una Francia a due velocità, con da un lato le zone urbane molto popolate che godono di un accesso a 50 MB o 100 MB e dall’altro le aree rurali ferme a 512 KB. E’ necessario, quindi, come sottolinea il documento presentato dagli operatori tlc, fare delle scelte e anche presto.

Argomenti di peso specie nel momento in cui il Ministro dell’Economia, Christine Lagarde, dichiara che il ritardo nelle nuove tecnologie costa alla Francia 0,5 punti di crescita l’anno, rispetto ai Paesi del nord Europa o agli Stati Uniti.

  

La Commissione parlamentare sul dividendo digitale comincerà prossimamente le proprie audizioni e renderà le proprie conclusioni al Primo Ministro, che deciderà sulla retribuzione di questo aspetto di preminente interesse per i francesi.

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