Digitale terrestre: l’Italia rischia di perdere il treno dell’innovazione, se il Ddl Gentiloni non arriva presto in Aula

di Raffaella Natale |

Italia


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Ritorna sulla riforma radiotelevisiva il Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, in visita a Lamezia Terme per la presentazione delle liste del Partito democratico.

“Sarebbe un errore non accelerare adesso la discussione in Aula del decreto, visto la Ue ci ha chiesto di modificare al più presto le cose che non vanno della Legge Gasparri”, ha sottolineato a Key4biz il Ministro.

Consapevole della gran mole di lavoro all’esame della Camera, Gentiloni si è detto fiducioso che si riesca a terminare l’iter della riforma prima del 2008, alla luce del fatto che, ha commentato, “…i capigruppo di maggioranza hanno sollecitato” ieri la discussione, che comunque spetta alla conferenza dei presidenti dei capigruppo. Aumentano quindi le possibilità che il decreto venga calendarizzato quanto prima.

Il Commissario Ue per la Concorrenza, Neelie Kroes, ha già fatto sapere all’Italia che non intende “aspettare troppo“. Una ragione in più perchè si proceda celermente, diversamente l’Italia rischia una multa dell’ordine di 300-400 mila euro al giorno, finché la normativa nazionale sulle televisioni non sarà cambiata.

Infatti, secondo l’Antitrust Ue, la Legge Gasparri attualmente in vigore “potrebbe introdurre degli ostacoli all’ingresso di nuovi operatori nel mercato dei servizi di radiotrasmissione in tecnica digitale, venendo quindi a rafforzare la posizione degli operatori televisivi già presenti sul mercato italiano“, come Rai e Mediaset, sfavorendo l’ingresso di altri player e limitando la concorrenza.

Nei giorni scorsi, il Ministro ha dichiarato che “…Il governo crede fortemente in questo disegno di legge, dove per governo si intende il sottoscritto e il presidente del Consiglio” e perciò “…riproporremo con forza il problema che venga calendarizzato il prima possibile”. Aggiungendo che le dichiarazioni della Kroes, “…rafforzano l’impegno del governo”.

Intanto le Commissioni Cultura e Trasporti hanno concluso l’esame degli emendamenti al Ddl. Per il Ministro, “…hanno fatto un buon lavoro. Il confronto è stato lungo e talvolta aspro; ma si è trattato di un confronto di merito, che su alcuni punti ha apportato modifiche migliorative alla proposta governativa”.

Per accelerare il passaggio alla nuova tecnologia di trasmissione radiotelevisiva il Ministro ha inoltre previsto uno sconto fiscale del 20% per acquistare apparecchi televisivi con sintonizzatore digitale integrato.

Lo switch-off, con definitivo abbandono del sistema di trasmissione analogico, è fissato al 2012 in linea con quanto stabilito dalla Ue.

“…La norma – ha spiegato il Ministro – era contenuta nella Finanziaria 2007, a luglio ha ricevuto il via libera dall’Unione Europea e il 22 settembre è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale”.

Lo sconto si applicherà agli acquisti effettuati nel corso di tutto il 2007, fino a un valore massimo di 1.000 euro.

Lo sconto, ha detto ancora Gentiloni, vale solo per l’acquisto di televisori, decoder e video registratori, contenuti in un elenco fornito dal ministero delle telecomunicazioni, e che rispondano al “principio della neutralità tecnologica“, come voluto dalla Ue.

Per ottenere la detrazione bisognerà, inoltre, dimostrare d’essere in regola con il pagamento del canone di abbonamento Rai, allegando alla dichiarazione dei redditi lo scontrino fiscale dell’acquisto effettuato e il bollettino di pagamento del canone.

Nel decreto che accompagna la Finanziaria 2008 c’è inoltre anche la ridefinizione della data finale dello switch-off voluta dalla Ue: entro il 2012. E se fosse nella prima metà di quell’anno “…ci collocheremmo tra i Paesi virtuosi della Comunità”.

A giudizio di Gentiloni, il 2012 “…è scadenza credibile e realizzabile, e risponde alle indicazioni degli operatori e alle segnalazioni dell’Agcom sull’opportunità di fissare una data certa”. Il Ministro ha sottolineato inoltre che in Finanziaria è stabilito un incremento del 50% (da 40 a 60 milioni) del fondo a sostegno della transizione al digitale.

Misure importanti che permettono, tra tante difficoltà, all’Italia di dare un colpo d’accelerata a un processo ormai ineluttabile, che è quello che ci porterà alla nuova tecnologia.

Ragione in più: altri Paesi, partiti dopo il nostro per quest’avventura, ci hanno ormai superato.

Stando ai dati e-Media Institute, che il 24 settembre ha pubblicato le nuove mappe sul mercato televisivo nei Paesi dell’Europa Occidentale, l’Italia risulta essere l’unico in contro tendenza che mostra una netta frenata. Dietro ormai alla Francia e alla Spagna per penetrazione dei servizi di Tv digitale, siamo (con un 5,2%) piombati al penultimo posto in classifica per tasso di crescita delle abitazioni digitali nel primo semestre 2007.

Secondo i ricercatori, l’Europa si sta muovendo verso il digitale a diverse velocità. Secondo l’Analisi effettuata, infatti, mentre alcuni Paesi (Olanda, Lussemburgo e Finlandia) hanno già effettuato lo switch-off, altri corrono più o meno rapidamente verso la digitalizzazione.

Il nostro Paese dovrebbe presto recuperare questo primato e spingere i processi normativi, troppo lenti in un mondo che corre veloce sui tempi dell’evoluzione tecnologica. Dove ogni tre anni abbiamo standard superati e l’adeguamento spedito della macchina burocratica ci permetterebbe di superare il gap e giocarci una carta vincente.

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