Riforma radioTv: terminato esame emendamenti. Gentiloni, ‘Ci sono le condizioni per arrivare in Aula prima del 2008’  

di Raffaella Natale |

Italia


TDT

Le Commissioni Cultura e Trasporti hanno fatto un buon lavoro. Il confronto è stato lungo e talvolta aspro; ma si è trattato di un confronto di merito, che su alcuni punti ha apportato modifiche migliorative alla proposta del Governo“. Lo ha dichiarato il Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni a proposito della conclusione dell’esame degli emendamenti al Ddl che ridisegna il sistema televisivo e avvia il passaggio alla televisione digitale terrestre.

“Ringrazio in particolare – ha detto ancora il Ministro – i relatori e la maggioranza che ha dato prova di coesione nelle varie fasi dell’esame”.

“A questo punto – ha concluso Gentiloni – ci sono tutte le condizioni perché il provvedimento venga calendarizzato nell’aula di Montecitorio”.

 

Ora le altre Commissioni dovranno esprimere i propri pareri sul testo modificato e le due Commissioni referenti, presiedute rispettivamente da Pietro Folena e Michele Meta, licenziare il testo definitivo. Effettuato questo passaggio il testo può approdare in Aula.

“Abbiamo lavorato in un buon clima – ha dichiarato Folena – e siamo riusciti ad apportare innovazioni positive al testo, grazie al contributo di tutti i gruppi e alla disponibilità del Governo a discutere nel merito gli emendamenti”.

“Ora – ha concluso – è necessario che l’Aula calendarizzi il disegno di legge, come da più parti richiesto e sollecitato. Confido che il Governo avanzerà formale richiesta alla conferenza dei capigruppo”.

 

La conferenza dei capogruppo della Camera non ha, infatti, calendarizzato i lavori sul Ddl in Aula da qui alla fine dell’anno. Questo potrebbe aprire la procedura di infrazione Ue con il rischio di un deferimento alla Corte di giustizia europea.

Il Ministro delle Comunicazioni aveva chiesto una proroga di due mesi al termine posto dall’Unione europea per riformare la Gasparri ma Bruxelles ha respinto la richiesta.

Domanda che era stata avviata in vista del fatto che il disegno di legge, sarebbe dovuto arrivare all’esame dell’Aula della Camera a metà ottobre.

 

Il Commissario Ue per la Concorrenza, Neelie Kroes, ha infatti promesso di intervenire al più presto nei confronti dell’Italia che risulta ancora inadempiente sul fronte delle richieste.

 

La speranza di Gentiloni è che, vista la conclusione dei lavori da parte delle due Commissioni, si dia un colpo d’accelerata e non si aspetti il termine delle festività natalizie.

 

Luigi Vimercati, sottosegretario alle Comunicazioni, che ha seguito l’esame parlamentare, ha sottolineato che il Ddl esce dalle Commissioni “…con una struttura principale sostanzialmente confermata”.

Confermato il tetto del 45% alla raccolta pubblicitaria, che se superato fa superare “riduzioni” degli spot per le emittenti. Le telepromozioni entrano nel computo della raccolta pubblicitaria, mentre le televendite sono vietate alle Tv nazionali e diventano strumento di ricavi solo per le “locali”. Si conferma il tetto del 20% di programmi trasmessi da ciascun operatore, e nel computo entrano anche i programmi pay.

 

Si velocizza la redistribuzione delle frequenze analogiche che risultano “ridondanti” per le esigenze dei singoli broadcaster. Entro sei mesi dall’approvazione della legge saranno ridistribuite, così come si dimezza da 12 a 6 mesi il termine per il passaggio di un canale Rai e uno Mediaset dall’analogico al digitale a cui però vanno aggiunti 3 mesi di tempo per presentare il piano di’trasferimento all’Agcom. In sostanza i due canali dovrebbero “migrare” sulla nuova tecnologia dopo 9 mesi dall’approvazione della legge.

 

“Si tratta di un provvedimento che risponde alle obiezioni sollevate in sede Ue sulla normativa italiana in materia televisiva“, ha commentato Vimercati, ma come detto il Ddl rischia di fermarsi per oltre tre mesi prima di poter essere esaminato dall’Assemblea di Montecitorio.

 

Per Renzo Lusetti, responsabile informazione della Margherita, “…è necessario rimettere subito mano al calendario dei lavori della Camera perché non si profili per gli italiani un’altra presa in giro”.

“Il varo definitivo da parte delle Commissioni è la prova che tutti lo vogliono ma perché allora – si chiede – non si decide chiaramente quando deve essere discusso dal Parlamento. La riforma del sistema radiotelevisivo non può essere rimandata a data da destinarsi, ma deve essere discussa rapidamente, per restituire agli italiani un sistema dei media moderno, pluralista e competitivo”. “Il giudizio di fronte alla Corte di Giustizia europea e la maxi multa sembrano ormai inevitabili, almeno – ha concluso Lusetti – salviamoci dal giudizio negativo degli italiani”.

 

Il rigetto da parte della Ue aprirà la porta a sanzioni per il nostro Paese dell’ordine di 300-400 mila euro al giorno, finché la normativa nazionale sulle televisioni non sarà cambiata.

Infatti, secondo l’Antitrust Ue, la legge Gasparri attualmente in vigore “potrebbe introdurre degli ostacoli all’ingresso di nuovi operatori nel mercato dei servizi di radiotrasmissione in tecnica digitale, venendo quindi a rafforzare la posizione degli operatori televisivi già presenti sul mercato italiano“, come Rai e Mediaset, sfavorendo l’ingresso di altri player e limitando la concorrenza.

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