ITU, 4 mld gli utenti fissi e mobili nel mondo, ma serve cambiare approccio per favorire le NGN

di Alessandra Talarico |

Mondo


Telecomunicazioni

Quattro miliardi di utenti alla fine del 2006. La telefonia – fissa e mobile – non conosce crisi, anzi, continua a macinare numeri record.

Secondo l’ITU – agenzia per telecomunicazioni delle Nazioni Unite – il boom delle connessioni nei Paesi emergenti ha contribuito a quadruplicare il numero di utenti nel mondo rispetto a 10 anni fa.

Nel 1996 erano infatti ‘appena’ un miliardo le persone che disponevano di un telefono fisso o di un cellulare: da allora, mentre il numero di abbonati alle reti fisse ha subito una battuta d’arresto, i cellulari hanno preso il volo, diventando in molti casi il primo e unico strumento di comunicazione per popolazioni relegate ai margini dello sviluppo economico.

 

Nello specifico, sono 1,27 miliardi gli abbonati alla rete fissa nel mondo, 2,68 miliardi quelli mobili, il 61% dei quali risiede, appunto, in un Paese in via di sviluppo. La crescita più significativa è senza dubbio quella registrata da Cina e India, che nei primi tre mesi di quest’anno hanno totalizzato oltre 200 milioni di nuovi utenti.

 

E così, il boom dei cellulari in Paesi come la Cina, l’India, il Brasile – dove possedere un telefonino è molto più economico che avere il telefono di casa – ha portato a quello che Doreen Bogdan-Martin dell’ITU definisce un ‘successo spettacolare’ dell’industria, la quale, avviandosi verso una nuova generazione di reti e servizi (le cosiddette reti NGN), ha bisogno, spiega l’agenzia ONU, di un’evoluzione sia concorrenziale che regolamentare che rafforzi le potenzialità di un settore in piena espansione, ma al cui orizzonte si profilano non poche sfide.

 

Il passaggio dalle attuali reti a quelle di nuova generazione porta con sè un profondo cambiamento non solo del modo in cui tutti noi comunichiamo, ma anche del modo di fare business nel settore ICT.

 

Le reti NGN trasformano l’attuale assioma ‘one network, one service’ in ‘one network, many service’ e come ha spiegato anche il presidente Agcom Corrado Calabrò rappresentano una “epocale trasformazione in termini di innovazione tecnologica, di profili di investimento, modelli di business e aspettative da parte dei consumatori finali delle comunicazioni elettroniche per i decenni a venire”.

 

I nuovi network si fondano sul protocollo internet (IP), sull’espansione delle reti a banda larga, sul Voice over IP (VoIP), e sulla convergenza fisso-mobile. Le tecnologie alla base delle nuove reti NGN sono diverse: wireless e mobile, fibra ottica e cavo, upgrade delle attuali reti in rame.

 

Il loro sviluppo coinvolgerà dunque nuovi attori e solleverà problemi concorrenziali e regolamentari del tutto innovativi per i quali ci sarà bisogno di un approccio normativo armonizzato, in grado di promuovere dinamiche concorrenziali in un contesto in continua evoluzione, nonchè di supportare ed attrarre nuovi investimenti sul lungo periodo.

 

Nei Paesi in via di sviluppo le reti di nuova generazione sono infrastrutture quanto mai necessarie per saltare sul treno dell’Information Society ed abbattere il digital divide, ma sussistono ancora diversi ostacoli regolamentari che frenano investimenti e innovazione.

 

Per questo, insiste l’ITU, i regolatori devono abbandonare framework ideati per un’epoca diversa, anche se non troppo lontana nel tempo, e abbracciare nuove pratiche per favorire la crescita e i consumatori.