ICT: l’ITU reclama un Piano Marshall per aiutare l’Africa a ridurre il gap tecnologico 

di Raffaella Natale |

Mondo


Digital divide

L’International Telecommunication Union (ITU) ha reclamato un Piano Marshall per aiutare l’Africa a colmare il ritardo accumulato in infrastrutture e nuove tecnologie.

Gli investimenti nel settore delle telecomunicazioni, ha sottolineato l’ITU, hanno raggiunto in Africa gli 8 miliardi di dollari nel 2005 contro i 3,5 miliardi del 2000. Le spese hanno riguardato un po’ più la telefonia mobile, il cui numero si è moltiplicato per cinque durante lo stesso periodo.

 

Tuttavia resta ancora molto da fare, rispetto al resto del mondo, per quanto riguarda la copertura internet.

Nel 2005, sempre secondo i dati ITU, meno del 4% degli Africani aveva accesso alla rete, contro il 9% di media dei Paesi in via di sviluppo. La banda larga non raggiunge l’1% della popolazione.

Le lacune delle infrastrutture si traducono con dei costi d’uso più elevati sia per i singoli utenti che per le aziende, il 70% del traffico internet africano passa su reti impiantate fuori dal continente.

 

Il Segretario generale dell’ITU, Hamadoun Touré, ha dichiarato: “E’ necessario un Piano Marshall per lo sviluppo delle tecnologie di informazione e comunicazione in Africa”.

Touré ha ricordato l’obiettivo delle Nazioni Unite è di collegare tutti i villaggi del mondo a internet per il 2015, essenziale per creare le condizioni di uno sviluppo economico più vasto.

In questo senso, l’ITU organizza per il 29 e 30 ottobre un summit a Kigali su “Connettere l’Africa”.

Questo importante appuntamento nella capitale del Rwanda chiamerà a raccolta i rappresentanti dei governi, ma anche quelli del settore privato e delle organizzazioni internazionali.

 

L’ITU è stato anche il promotore del World Summit on the Information Society nel 2003 a Ginevra e nel 2005 a Tunisi. Incontri che però si sono risolti con vaghe promesse da parte dei Paesi ricchi di aiutare i più poveri a ridurre il digital divide.

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