Mercato radioTv: nuove nomine per la Rai e confronto sul futuro della fiction italiana alla luce della riforma normativa

di Raffaella Natale |

Italia


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Il Consiglio di amministrazione della Rai ha approvato oggi a maggioranza una nuova tornata di nomine proposte dal direttore generale Claudio Cappon. Tra gli incarichi di maggior rilievo contenuti nel pacchetto, la presidenza di Rai Sat a Carlo Freccero, la direzione di Rai Parlamento a Giuliana Del Bufalo, la direzione delle Risorse Umane a Luciano Flussi, la direzione Produzione Tv ad Andrea Lorusso Caputi.

Come ha spiegato una nota di Viale Mazzini, per Rai Way stati indicati come presidente Francesco De Domenico, vicepresidente Franco Modugno, amministratore delegato Stefano Ciccotti, direttore generale Aldo Mancini. Per Rai Trade, presidente Renato Parascandolo, vicepresidente Alba Calia, amministratore delegato Carlo Nardello. Per Rai Sat, vicepresidente Pasquale D’Alessandro, amministratore delegato Lorenzo Vecchione, direttore generale Giuseppe Gentili.

 

Per Rai Corporation, presidente Fabrizio Maffei, direttore generale Guido Corso. Il consiglio ha inoltre nominato direttore delle Risorse Umane e Organizzazione Luciano Flussi, direttore della Produzione Tv Andrea Lo Russo Caputi con vicedirettore Domenico Olivieri. Inoltre è stato espresso l’intendimento di nominare Direttore della Testata Rai Parlamento Giuliana Del Bufalo. Per la Direzione Sviluppo e Coordinamento Commerciale l’interim è stato affidato al Direttore Generale con Vice Direttore Stefania Cinque. Per la Direzione Palinsesto Tv e Marketing l’interim è stato affidato al vicedirettore generale. Il Consiglio ha anche proceduto alla nomina di Gianluca Veronesi per la Direzione Comunicazione e Immagine e alla nomina di due nuovi vicedirettori a Raidue, Roberta Enni e Pasquale D’Alessandro, e di due nuovi vicedirettori a Raitre, Lucia Restivo e Rosanna Pastore.

 

Nuove nomine e linee diverse a sostegno della fiction sul mercato italiano. Questi gli argomenti centrali di questi giorni, grazie anche al Roma Fiction Fest, che ha visto la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni e dei principali player coinvolti in un dibattito per il rilancio della produzione del nostro Paese.

In riferimento all’intenzione del governo di rivedere la legge 122 del ’98, oggi inglobata nell’art. 44 del Testo unico sul sistema radiotelevisivo, al convegno “Fiction Tv, una grande opportunità italiana” il Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, ha parlato dell’allargamento della platea dei soggetti coinvolti nel meccanismo delle quote di fatturato da destinare alle produzioni televisive italiane, europee e indipendenti.

 

“…Oggi – ha detto Gentiloni – c’è una platea più vasta che produce e utilizza contenuti televisivi rispetto a dieci anni fa quando la legge era stata concepita. Ci sono diversi attori, tra questi anche le Pay TV che insieme a coloro che usano la Tv pur occupandosi principalmente di telecomunicazioni. Per questo il governo sta ora compiendo una consultazione pubblica per la revisione della legge in cui si troveranno le modalità per coinvolgere i diversi soggetti in modo differenziato, rispecchiando il loro utilizzo del mercato televisivo che è ugualmente differenziato”.

 

E se oggi la legge prevede che la Rai investa il 15% del suo fatturato in produzioni italiane ed europee mentre i privati il 10%, Gentiloni ha affermato che “…nella definizione delle nuove quote di fatturato da destinare a questo tipo di produzioni dobbiamo tener presente due obiettivi: quello del vincolo del fatturato ma anche quello del sostegno ai produttori indipendenti con uno più specifico nei loro confronti, ma molto più ridotto in termini di risorse rispetto a quanto già previsto dalla legge. La nuova norma dovrà garantire che una minima parte di quella quota vada agli indipendenti. Questo – ha concluso il Ministro – associato a una rinegoziazione dei diritti permetterà di rafforzare proprio la produzione indipendente”.

 

Soddisfazione per il successo della fiction sui canali Rai da parte del presidente Claudio Petruccioli, che però ha evidenziato la consapevolezza “…che questo successo è anche il risultato della debolezza di altri generi nei nostri palinsesti. In futuro sia l’informazione che l’intrattenimento dovranno fare dei salti in avanti e recuperare posizioni”.

Il presidente della Tv pubblica ha comunque ribadito l’impegno della Rai nel settore della fiction con investimenti che il prossimo anno arriveranno a 300 milioni di euro e con una programmazione che tra prime serate e repliche è di 230 ore all’anno.

 

Nel proprio intervento, il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri ha approfittato della presenza del Ministro e del candidato leader del Pd, Walter Veltroni, per rilanciare l’allarme sui rischi di riduzione del fatturato della sua azienda connessi al Ddl Gentiloni di riforma del sistema radiotelevisivo ma anche all’annunciata revisione della legge 122 che prevedrà una quota obbligatoria di investimento a favore di fiction italiane ed europee, ma anche per i produttori indipendenti e che dovrebbe coinvolgere nell’obbligo anche le Pay TV.

“State attenti – ha sottolineato – a intervenire sulle risorse: pensateci, anche sotto il profilo della regolamentazione”.

“…Si può investire – ha detto Confalonieri – se ci sono le risorse. Se non ci sono quelle, non si fa nulla o si fa molto poco. Lo dico al Ministro e al candidato alla guida del Partito democratico: oggi possiamo competere con i grandi prodotti americani perché non abbiamo fatturati decurtati né tetti”. Chiaro il riferimento al limite antitrust del 45% dei ricavi pubblicitari fissato dal disegno di legge che porta la firma di Gentiloni.

Confalonieri ha aggiunto: “…Mi appello alla clemenza dei legislatori, perché non facciano diventare ‘zoppe’ due aziende che non hanno fatto niente di male”.

 

A Veltroni, che nel suo intervento aveva definito scherzosamente Gentiloni “se non il, uno dei suoi Ministri preferiti”, Confalonieri ha detto di “…dire al ‘suo Ministro preferito’ che si può investire se ci sono le risorse. Altrimenti si fa poco o nulla”.

“…La nostra linea editoriale – ha proseguito -, basata finora prevalentemente sulla lunga serialità, vedrà una riduzione delle miniserie a favore dei Tv-movie. Questo tipo di prodotti sono naturali per i broadcaster. Pensateci dunque, anche sotto il profilo della regolamentazione e state attenti a quel che fate sul piano delle risorse”.

A stretto giro di tavolo, la risposta del Ministro che, nel sottolineare di essere “…convinto che quando si parla di forza del sistema produttivo occorra inserire il discorso del rafforzamento del mercato televisivo in generale“, ha detto che la strada per realizzare questo rafforzamento passa per “…l’aumento del tasso di concorrenza sul mercato, elemento che si riflette in tutti i provvedimenti che abbiamo presentato finora, dai diritti sportivi, fino alla transizione al digitale”.

 

Sulla legge 122 è intervenuto anche Vincenzo Vita, assessore alla Cultura della Provincia di Roma e all’epoca della legge sottosegretario al ministero delle Comunicazioni, che ha sostenuto la necessità della riforma “…allargandone l’applicazione a tutti i mezzi trasmissivi e garantendo una più incisiva tutela ai produttori indipendenti”.

“…La 122 ha dato una scossa alla vecchia Tv generalista – ha sottolineato Vita – anche se il suo cammino fu irto di ostacoli, in gran parte frapposti da Rai e Mediaset. Ora c’è da fare una scelta che ne attualizzi il testo”.

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