Adsl: l’Agcom chiede chiarimenti agli operatori sulle penali applicate in caso di recesso anticipato

di Alessandra Talarico |

Italia


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Nonostante il decreto Bersani sulle liberalizzazioni preveda, a partire dal 1° maggio, la facoltà per i consumatori di recedere dal contratto annuale di telefonia fissa, mobile, internet, tv, con un preavviso di trenta giorni e senza spese non giustificate da costi dell’operatore, sono state molte le segnalazioni di comportamenti ingiustificati da parte degli operatori, che non solo non applicano la cancellazione, ma in alcuni casi aumentano le penalità, mascherandole sotto la nuova voce ‘costi’.

Per questo, l’Authority ha chiesto informazioni ‘urgenti’ a  cinque gestori (Fastweb, Telecom Italia, Tele2, Tiscali e Wind) al fine di studiare le clausole contrattuali relative proprio alla facoltà di recedere dal contratto senza penale.

 

Lo ha comunicato il presidente dell’Agcom Corrado Calabrò in una lettera al ministro per lo Sviluppo economico, Pierluigi Bersani, nella quale viene fatto il punto sull’attività ispettiva portata avanti dall’Authority, a cui spetta il compito di vigilare sull’effettiva applicazione del decreto sulle liberalizzazioni.

 

La risposta degli operatori in merito all’abolizione delle penali in caso di recesso del contratto non sembra infatti troppo corretta: Telecom Italia pretende dai suoi utenti – per la disattivazione anticipata (entro i primi 12 mesi) della linea telefonica o del contratto Adsl – il pagamento di 48 euro, che salgono a 60 euro in caso di interruzione di entrambi i servizi, mentre H3G, Alice Telecom, Libero Wind, Tele2, Fastweb ed E.Bismedia hanno modificato il proprio contratto garantendo al consumatore il recesso solo dopo il pagamento di che oscillano dai 40 ai 217 euro.

 

Cifre modulate anche in relazione al periodo contrattuale in cui il diritto di recesso esso viene esercitato: Telecom Italia, ad esempio, non applica penali in caso di disattivazione nel secondo anno di validità del contratto, mentre Wind pretende il pagamento di 40 euro anche negli anni successivi al primo. Fastweb invece applica una penale media di 18 euro, dal momento che i 217 euro di esborso massimo vengono ridotti in base al numero di mesi che mancano alla scadenza dell’abbonamento.

Comunque sia, una nuova selva di cifre in cui raccapezzarsi.

 

L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha quindi chiesto chiarimenti ai gestori per “valutare la formulazione delle clausole contrattuali sulla facoltà di diritto di recesso, le modalità per la relativa informazione individuale, la congruità dell’eventuale lasso temporale richiesto per la sua effettività e le spese poste a carico dei contraenti”.

Le società sono invitate a rispondere in tempi brevi, mentre gli ispettori incaricati di seguire la materia – ha aggiunto Calabrò – “sono autorizzati a porre in essere attività ispettive in caso di ritardo”.

 

La scorsa settimana l’Agcom ha varato anche la delibera sulla trasparenza che prevede l’obbligo per gli operatori di fornire ai consumatori condizioni economiche trasparenti, informazioni semplici e sintetiche, elenchi dettagliati su internet delle offerte e delle condizioni contrattuali applicabili a ciascuna offerta. In arrivo anche dei “motori di calcolo”, per agevolare il confronto contestuale, anche con modalità interattive, tra le condizioni economiche proposte da diversi operatori.

 

Per aiutare a orientarsi, comunque, nasce anche il progetto ‘Più concorrenza + diritti’, finanziato dal Ministero dello sviluppo economico, che mette a disposizione dei consumatori un numero verde (800.913514), un portale internet con radio web (www.concorrenzaediritti.it), 10 guide pratiche, 10 vademecum, nonché l’istituzione in autunno della Giornata Nazionale delle liberalizzazioni.

 

Il progetto, presentato oggi a Roma, si pone come obiettivo quello di “rendere i cittadini consapevoli” delle opportunità offerte dal pacchetto Bersani, attraverso “attività di informazione capillare sul territorio, monitoraggio sui temi coinvolti e assistenza e tutela dei consumatori”.

 

Calabrò, infine, ha ricordato che l’Authority è vigile sui movimenti tariffari scaturiti dalle nuove norme sulle ricariche dei cellulari  “Per l’applicazione di queste norme l’Authority è immediatamente intervenuta con richiesta di informazioni ed anche effettuando apposite ispezioni” – e ha annunciato di stare predisponendo un primo studio degli effetti, nel breve periodo, del taglio dei costi di ricarica.