Digitale terrestre: Mediaset destina all’alta definizione le frequenze rese libere dallo switch-off di Cagliari  

di Raffaella Natale |

Italia


Mediaset

Saranno destinate alla sperimentazione delle trasmissioni in alta definizione le frequenze di Mediaset rese libere dopo il primo switch-off dell’analogico nell’area di Cagliari.

E’ quanto dichiarato dal presidente Fedele Confalonieri, a margine dell’audizione in Senato sul disegno di legge delega sui diritti Tv del calcio.

Una prassi destinata a proseguire anche con i prossimi switch-off  “territoriali” a partire dalla Valle d’Aosta.

 

Gina Nieri, consigliere di amministrazione di Mediaset e responsabile Affari istituzionali, ha aggiunto che “…La disponibilità di capacità trasmissiva in favore di altri soggetti che vogliono entrare nella Tv digitale passa per quel 40% che dobbiamo mettere a disposizione di soggetti terzi in base alle indicazioni che verranno dall’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni“.

 

Dal primo marzo, è stato avviato lo switch-off propedeutico di Cagliari e provincia (122 Comuni) e adesso Rai2 e Rete4 e Qoob (Telecom Italia Media) si possono ricevere solo sulla nuova tecnologia digitale terrestre.

 

Per quanto riguarda i diritti Tv del calcio, Confalonieri è stato ascoltato in ufficio di presidenza dalle Commissioni VII e VIII del Senato.

Per Mediaset “è indifferente” che i diritti Tv del calcio vengano venduti in modo centralizzato o meno, purché siano “…fatti salvi gli impegni acquisiti e pregressi”, cioè i contratti già stipulati con le squadre.

No, poi, al divieto di acquisire diritti multipiattaforma: “…Siamo per la libertà di piattaforma”.

Confalonieri ha sottolineato che per la società televisiva “…Un indirizzo diverso sarebbe un’aberrazione giuridica oltre che un gravissimo danno per noi e il disastro economico per il sistema calcio”.

 

Mediaset ha già i diritti 2007-2008 e 2008-2009 per Milan, Juventus, Inter, Lazio, Roma, Messina, Livorno e Torino e, in caso di esercizio dell’opzione, anche per il 2009-2010 (per Milan, Juve, Inter, Lazio, Livorno, Messina e Roma).

La vicenda Calciopolinon c’entra nulla” con le modalità di vendita dei diritti, ha ribadito il presidente del gruppo televisivo, ricordando che “…la Tv ha fatto bene al calcio, portando risorse e visibilità”. Cifre alla mano, “…prima dell’avvento del digitale terrestre il giro d’affari dei diritti della serie A ammontava a circa 400 milioni di euro. Mediaset ha investito circa 100 milioni sulle stagioni 2005-2006 e 2006-2007, incrementando del 25% il giro d’affari del 25%, destinato a crescere di un altro 25% nel triennio successivo, sempre grazie agli investimenti di Mediaset”.

 

Sul fronte del mercato della Pay TV, la quota di Mediaset “…si è aggira intorno al 10%“, mentre “…il resto è praticamente tutto del satellite e quindi di Sky Italia: sono dati – ha detto – da tenere bene in mente quando si pensa alle posizioni dominanti in questo settore”.

Anche per questo è “artificiosa” la commercializzazione dei diritti per singola piattaforma, come prevede la legge delega, perché “…non tiene conto del grado di concorrenza tra gli operatori all’interno delle singole piattaforme (…) sul satellite c’è solo Sky, su internet c’è solo Telecom Italia, mentre sul terreno di Mediaset, cioè la TDT e la Tv in chiaro, ci sono tre fortissimi operatori concorrenti”.

In ogni caso, Mediaset ha già provveduto a “…cedere a condizioni di mercato parte dei diritti acquisiti alle altre piattaforme”.

Quanto, infine, alla durata dei contratti, Confalonieri ha auspicato che il Ddl (che parla di durata ‘ragionevole’) faccia riferimento agli standard europei, cioè tre anni.  

 

A margine dell’audizione, Confalonieri si è soffermato con i giornalisti anche sul caso Endemol, informando che il gruppo attende notizie sulla vendita della società di produzione Tv controllata da Telefonica.

“…Vediamo…”, ha risposto ai cronisti il presidente, aggiungendo: “…Siamo interessati, siamo lì. Aspettiamo di vedere cosa decide il Consiglio di amministrazione di Telefonica, ma per il momento non c’è nulla di più”.

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