Conflitto di interessi e Tv: Gentiloni, ‘Priorità assoluta di questo Governo’

di Raffaella Natale |

Italia


Paolo Gentiloni

“…Da sole” né la legge sul conflitto interessi, né quella sul sistema Tv, una volta approvate, risolverebbero il problema della “…dimensione talmente consistente del conflitto di interessi determinato in Italia da tredici, quattordici anni”, ovvero dalla discesa in politica del leader della Cdl Silvio Berlusconi. Questa l’opinione del Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, ospite di una videochat dell’Unità online.

 

Quella del conflitto di interessi e la riforma del settore Tv “…sono due storie parallele che devono entrambe compiersi”, ha detto il Ministro.

Secondo il quale “…è giusto ricordare alla maggioranza di centrosinistra, oltre che al Governo, nelle tante classifiche di priorità che si fanno, giustamente, di non dimenticarsi che questi due filoni sono per i nostri elettori ai primissimi posti”.

 

Gentiloni si è anche soffermato a considerare la posizione sul mercato di Sky Italia, la piattaforma satellitare di Rupert Murdoch.

Il Ministro ha confermato la posizione dominante della società sul satellite, ma ha aggiunto che è anche l’unico operatore televisivo italiano che ha dei limiti “importanti” alla sua attività. Si tratta delle condizioni stabilite dall’Antitrust Ue al tempo della fusione Stream-TelePiù.

 

“…Per esempio – ha proseguito il Ministro – la durata dei contratti per i diritti sportivi di due anni e il divieto di ‘sbarcare’ sulla Tv terrestre. Inoltre hanno un obbligo di trasporto di tutti coloro che vogliono trasmettere attraverso il satellite“. Per queste ragioni Gentiloni è del parere che le posizioni di Sky e Mediaset non siano paragonabili.

Infatti, ha spiegato, “…il legislatore deve porsi il problema di concentrazioni a scapito della concorrenza e dunque del pluralismo: da noi questo problema esiste nel settore della pubblicità e delle frequenze della Tv analogica”.

 

Riguardo, invece, alla Tv pubblica, nel suo intervento in chat il Ministro ha dichiarato che l’attuale Cda “…è destinato a durare fino ad aprile- maggio dell’anno prossimo, perché quella è la sua scadenza naturale tranne fatti straordinari”.

A suo giudizio, la regola “…per il rappresentante in Consiglio del Ministero dell’Economia è che dovrebbe essere, come accade in quasi tutte le aziende partecipate, un dirigente della direzione centrale del Tesoro che non ha profilo politico, non fa interviste ma si limita a custodire l’interesse dell’azionista”.

“…Francamente non mi pare – ha detto il Ministro – che questa sia la situazione della Rai”.

Sempre sul board di viale Mazzini “…faccio notare che l’attuale Cda – ha osservato – è figlio del Governo di centrodestra e quindi ancora in una logica di arrivano i nostri” da cui la riforma della Rai che il Governo ha in cantiere “vuole uscire”.

 

Intanto la Commissione di Vigilanza ha approvato all’unanimità il parere sul Contratto di servizio tra Rai e Ministero delle Comunicazioni. Il parere, che è obbligatorio ma non vincolante, chiede diverse modifiche all’attuale bozza di contratto soprattutto in materia di comunicazione sociale, impegni per il passaggio al digitale e trasparenza.

Il contratto tornerà adesso all’attenzione del ministero delle Comunicazioni.

 

Soddisfazione è stata espressa dal sottosegretario alle Comunicazioni Luigi Vimercati che ha partecipato alla seduta della Vigilanza: “…l’approvazione all’unanimità è un fatto importantissimo – ha detto – in un Paese in cui specie sulle Tv ci si divide in modo clamoroso. Questo rapporta l’autorevolezza del parere che è in linea con le proposte innovative già definite nella bozza del contratto di servizio. Ci sono alcune condizioni aggiuntive soprattutto in materia di aiuti per i disabili, comunicazione sociale e impegno verso il digitale.

Lavoreremo – ha concluso Vimercati – perché il parere venga tenuto nella massima considerazione”.

 

Vimercati ha riconosciuto che “…non tutte le indicazioni contenute nel parere sono di facile soluzione. Ma spero che, con l’obiettivo di migliorare il servizio pubblico, la negoziazione con l’azienda avrà esiti positivi”.

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