Tv interattiva: parte progetto ‘Magicadabra’, il digitale terrestre per curare la dislessia 

di Raffaella Natale |

Italia


Dislessia

Il digitale terrestre, che segnerà l’abbandono del segnale analogico, non è solo una tecnologia di trasmissione radioTv, ma molto di più, soprattutto se pensiamo ai servizi di pubblica utilità che potranno essere gestiti.

Ne è un chiaro esempio il progetto “T-Islessia” messo a punto dall’Assessorato alle Politiche sociali e sanitarie della Provincia di Modena.

Nella sperimentazione saranno coinvolte tutte le 96 scuole elementari modenesi.

  

I dati ci dicono che 8 bambini su 100 presentano difficoltà di apprendimento del linguaggio e di scrittura (fra cui la dislessia) durante il primo anno di scuola elementare.

I servizi di riabilitazione attivi sul territorio modenese sono già diversi, ma dalle prossime settimane si aggiungerà un nuovo strumento la cui metodologia è basata appunto sulla TDT.

Il progetto prevede un’attività quotidiana della durata di 20 minuti mediante un servizio denominato “Magicadabra” che utilizza la Tv digitale interattiva. Magicadabra è un’evoluzione del progetto sperimentale T-islessia, finanziato dalla Fondazione Ugo Bordoni, che ha avuto luogo presso alcune scuole di Bologna e Rimini nell’anno scolastico 2005/2006.

  

Maurizio Guaitoli, Assessore alle Politiche sociali della Provincia di Modena, ha spiegato che il progetto “…è rivolto ai bambini della prima classe che incontrano disturbi nell’apprendimento del linguaggio. Prevede l’utilizzo della Tv digitale terrestre e si propone sia di individuare precocemente le difficoltà linguistiche, sia di sviluppare gli interventi di riabilitazione sempre utilizzando la tecnologia televisiva”.

  

Al termine del periodo di riabilitazione verrà svolto un test simile a quello effettuato nel corso dello “screening” per misurare i progressi e i vantaggi ottenuti.

Gli strumenti che si utilizzano per Magicadabra sono semplici: un monitor Tv, un telecomando e un decoder che rappresentano, infatti, tecnologie di uso quotidiano, facili, motivanti e gradevoli che favoriscono un aumento di partecipazione e di applicazione da parte dei bambini utenti. Questa metodologia sfrutta inoltre la dimensione del gioco che per i bambini è molto attraente e stimolante.

Essa permette di condurre attività di individualizzazione del processo di insegnamento-apprendimento attraverso l’impiego della televisione, facilitando il lavoro della scuole e delle famiglie.

  

L’intervento, che avrà carattere sperimentale per tutto il 2007, ha due obiettivi: lo screening della popolazione scolastica interessata e il sostegno riabilitativo a favore dei bambini con diagnosi di dislessia o a rischio di disturbi di lettura e scrittura dovuti a difficoltà specifiche di apprendimento.

  

Per la realizzazione del progetto la Provincia, nel 2007, spenderà 50mila euro. A esso hanno collaborato la Regione, l’Azienda Usl, l’Ufficio scolastico provinciale. La nuova metodologia è stata ideata e sviluppata dal professor Giacomo Stella (facoltà di Scienze della formazione dell’Università di Modena e Reggio Emilia) e dal Cineca, il Consorzio interuniversitario per la ricerca di Casalecchio di Reno (24 Università e CNR).

Tra i sostenitori Coop Estense, che ha messo a disposizione delle scuole 72 decoder per la Tv digitale terrestre.

  

“…Ovviamente non tutta la classe parteciperà al progetto – ha detto il provveditore Giancarlo Mori – ma solo chi manifesta problemi. Nel numero sono compresi anche vari stranieri di lingua madre differente. La percentuale non è mai superiore al 5%. Il gruppo effettua esercizi quotidiani. Si presentano come giochi di abilità inseriti in un percorso narrativo coinvolgente, studiato per mantenere viva l’attenzione. Durante la riabilitazione ogni decoder invierà le informazioni a un sistema informativo di gestione della cartella clinica”.

  

Soddisfazione da parte del professore Giacomo Stella studioso internazionale del linguaggio infantile e docente all’università di Modena: “…Finalmente – ha affermato – vediamo andare in porto un’esperienza che qui a Modena è in sperimentazione da alcuni anni. Ora verrà estesa a tutti i bimbi di prima elementare. Siamo fra le prime città italiane a raggiungere questo traguardo, che non ha assolutamente lo scopo di sostituire o accantonare la figura di logopedisti, docenti e familiari”.

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