Wi-Fi: un brevetto depositato in Australia potrebbe costare caro a tutti i produttori di consumer electronics

di Alessandra Talarico |

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Una sentenza di una corte federale texana potrebbe aprire la strada a una serie di problemi di violazione di brevetto nel campo del Wi-Fi.

Un giudice federale ha infatti stabilito che l’ente statale australiano Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation detiene i diritti degli standard wireless 802.11a e 802.11g e di un terzo brevetto.

 

La decisione, se sopravvivesse al lungo iter del ricorso in appello, potrebbe avere serie ripercussioni sui produttori di infrastrutture wireless e di prodotti consumer elettronics, che potrebbero essere costretti a pagare i costi di licenza per l’utilizzo dei brevetti.

 

In sostanza, il giudice Leonard Davis ha stabilito che la Buffalo Technology ha violato la proprietà del brevetto numero 5487069 (depositato nel 1996 dal CSIRO) concernente l’implementazione di diversi aspetti degli standard wireless 802.11a e 802.11g, sviluppati dall’ Institute of Electrical and Electronics Engineers (IEEE) – e dovrà quindi pagare le royalties per il suo utilizzo.

 

Un duro colpo per la Buffalo Technology che – se la sentenza non venisse ribaltata in appello – potrebbe essere costretta a risarcire una cifra compresa tra 1,5 e 2 milioni di dollari, per l’uso non autorizzato del brevetto, ma anche per l’economia dell’intero settore.

 

La tecnologia, ormai integrata in tantissimi dispositivi di consumer electronics ha raggiunto infatti un alto livello di diffusione proprio perché estremamente economica da implementare. Se il costo delle licenze dovesse salire, a rimetterci sarà l’intera industria dell’elettronica di consumo che si è già lanciata in massa sul Wi-Fi, integrandolo nei lettori digitali, nei telefonini, nei Pc portatili e in tantissimi altri dispositivi.

 

Potrebbero essere più di 100 le società che finirebbero per dover pagare le royalties al CSIRO, il cui brevetto copre una tecnologia core per la trasmissione dei segnali wireless basati sulla modulazione OFDM, che spezzetta il segnale in diverse parti per consentire la trasmissione dei dati in simultanea su diverse frequenze, per evitare le interferenze e massimizzare le performance.

 

Anche Zune, il nuovo lettore digitale della Microsoft utilizza il Wi-Fi per la condivisione dei file musicali, così come molti telefonini integrano la tecnologia – e quindi il brevetto in questione – come supplemento a quella cellulare.

 

Nel 2005, secondo le stime di ABI Research e InStat, sono stati consegnati tra 140 e 155 milioni di dispositivi Wi-Fi. Un numero che entro il 2009 dovrebbe raggiungere quota 450 milioni.

Certo, i prodotti Wi-Fi generano entrate per miliardi di dollari per i costruttori di apparecchiature: solo i punti di accesso che forniscono il segnale nelle local area networks dovrebbero generare profitti per 1,9 miliardi di dollari nel 2006 e balzare a 3,7 miliardi nel 2010.

 

Alla fine, però, il conto dei brevetti per tutti questi dispositivi, potrebbe rivelarsi comunque molto salato.

 

 

 

27 novembre 2002 – 27 novembre 2006

      

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