WiMax: Deutsche Telecom non parteciperà all’asta per le licenze, mentre emergono nuovi dubbi sul ROI

di Alessandra Talarico |

Europa


Deutsche Telekom

L’operatore tedesco Deutsche Telekom non parteciperà all’asta per l’attribuzione delle licenze per il WiMax, che dovrebbe avvenire entro dicembre.

 

“Dopo intense verifiche tecniche, T-Com ha deciso di non prendere parte alla messa all’asta dei pacchetti di licenze”, ha dichiarato in un comunicato la divisione di telefonia fissa e internet del gruppo di Bonn.

 

Il WiMax, ha aggiunto il gruppo, “è certo una tecnologia interessante”, ma essa “non rappresenta un’alternativa alle attuali tecnologie a banda larga, che progrediscono costantemente”.

 

Considerato come il fratello maggiore del Wi-Fi, già integrato in molti Pc, il WiMax è una tecnologia senza fili ad alta velocità per le lunghe distanze che lavora sulla frequenza del 3.5 GHz. A differenza del Wi-Fi il cui segnale si estende fino a 100 metri dall’antenna, quello del WiMax si spinge fino a 100 chilometri e può dunque consentire la copertura di ampie zone del territorio nazionale a prescindere dalle condizioni orografiche e della densità della popolazione.

 

Il sistema inoltre è molto più economico e pratico da implementare poiché non richiede il costoso processo di cablatura per far passare cavi e fibre ottiche e garantisce una copertura omogenea anche nelle aree geografiche più remote o svantaggiate geograficamente.

 

Quella di T-Com, potrebbe essere la prima defezione importante in vista dell’assegnazione su larga scala delle licenze per la tecnologia di accesso wireless a banda larga. Gli operatori, infatti, ancora scottati dalle ingenti spese affrontate per il 3G sembrano essere piuttosto titubanti a lanciarsi su una nuova tecnologia.

 

Intanto, mentre  Intel sta promuovendo la tecnologia in India – il gruppo investirà 1 miliardo di dollari entro i prossimi 5 anni per portare il WiMax nelle aree svantaggiate del Pianeta, incluse le zone rurali degli Stati Uniti e del Brasile – un nuovo studio di Analysys sostiene che gli operatori che decideranno di investire nella tecnologia dovranno selezionare con molta cura i loro obiettivi poiché in molti casi non ci sarà un ritorno degli investimenti tale da giustificare le spese per le infrastrutture, il marketing e le CPE.

 

Il WiMax, infatti, punta proprio alle aree svantaggiate del mondo, dove la penetrazione dei Pc è molto bassa, così come il reddito pro capite.

In linea di principio, l’opportunità più importante è rappresentata dalle aree rurali dei mercati sviluppati, che ancora non sono state raggiunte dalle tecnologie DSL o via cavo.

L’impegno degli operatori telefonici ad ampliare al massimo la copertura delle tecnologie DSL, tuttavia, limiterà col tempo le opportunità di profitto degli operatori WiMax, sostiene Analysys.

Sui mercati emergenti, intanto, guadagna sempre più terreno anche la telefonia mobile, grazie alla disponibilità di telefonini low-cost.

La competizione, dunque, anche in questi Paesi sarà molto più serrata di quanto ci si poteva aspettare quando vennero elaborati i primi business case. 

 

L’unico Paese europeo a precedere spedito verso l’implementazione della tecnologia è la Francia, dove il processo di assegnazione delle frequenze ha visto 10 assegnatari soggetti pubblici e Bollorè Telecom, che ha investito per l’ottenimento delle frequenze 78,34 milioni di euro.

In Francia, la selezione dei licenziatari è avvenuta in base a tre criteri: il contributo allo sviluppo territoriale dei servizi a banda larga, il contributo all’apertura della concorrenza nel mercato dei servizi a banda larga ed infine l’offerta economica.