Tlc: l’Agcom ribadisce la validità delle norme sulle tariffe di terminazione

di Alessandra Talarico |

Italia


Corrado Calabrò

Mentre si fa più serrato il confronto in merito al provvedimento Agcom sulle tariffe di terminazione emanato per incoraggiare l’ingresso dei nuovi operatori nel mercato della telefonia fissa in Italia – l’eurodeputato di Forza Italia Mario Mauro, Vicepresidente del Parlamento europeo, ha presentato un’interrogazione alla Commissione Ue per denunciare l’anomalia del caso italiano rispetto alle pratiche regolamentari seguite dalle Autorità nazionali degli altri stati membri – l’Authority italiana ha ribadito la validità delle norme varate lo scorso giugno.

 

L’Agcom invierà comunque una lettera alla Ue che espliciti le sue motivazioni “in piena concordanza con gli indirizzi della Commissione e tenendone in massimo conto le osservazioni”.

 

Lo scorso 9 agosto, la Commissione aveva inviato una nota in cui chiedeva  chiarimenti in merito alla decisione di estendere da 4 a 5 anni il periodo transitorio durante il quale ai nuovi entranti fosse concesso di applicare tariffe di terminazione all’ingrosso più alte rispetto alle tariffe dell’operatore dominante, Telecom Italia.

Bruxelles chiedeva all’Authority di ridurre il periodo di transizione, nonché di specificare un percorso regolamentare (glide path) nell’adozione delle misure finali dell’attuale analisi di mercato e di sviluppare al più presto un modello di costi per il calcolo del valore di terminazione degli operatori alternativi che tenesse in considerazione la necessità degli stessi di divenire efficienti nel tempo.

 

L’Agcom, ha dichiarato il presidente Corrado Calabrò, nel prendere atto che la nota della Commissione è una richiesta di chiarimenti e non comporta l’adozione di provvedimenti diversi da quelli notificati, “farà la sua parte nel contribuire all’obiettivo della Commissione di promuovere la concorrenza e armonizzare le pratiche regolatorie in Europa”.

Allo stesso tempo, l’Authority intende ribadire “l’impegno a concludere un modello contabile delle reti alternative entro marzo e, successivamente alla definizione di tale modello” nonché  “a sottoporre a verifica la decisione sulla durata del periodo di asimmetria e sui relativi valori applicabili”.

 

L’Agcom ribadisce inoltre l’impegno a collaborare con la Commissione e le altre Autorità affinché questo modello contabile sia condiviso nell’ambito del gruppo dei regolatori europei (ERG) che l’Agcom è chiamato a presiedere dal prossimo anno.

 

Da canto suo, il portavoce della DG per i Media e la Società dell’informazione Martin Selmayr si dice fiducioso nell’operato dell’Autorità italiana, che si è sempre dimostrata “molto collaborativa” e che “ha sempre promosso una concorrenza efficace”.

Selmayr ha tuttavia evidenziato come sia invece deplorevole il fatto che “l’applicazione dei ‘rimedi’ indicati dalla Commissione richieda tempi così lunghi e come in questo caso si stia assistendo a una vera e propria partita di ping-pong” tra Bruxelles e l’Italia.

 

Nella lettera inviata all’Agcom lo scorso 9 agosto, la Commissione evidenziava inoltre che “l’asimmetria delle tariffe di terminazione proposte da Agcom è tra le più elevate in Europa” e che le giustificazioni addotte dall’Autorità per la modifica delle misure inizialmente notificate “non sembrano convincenti”.

 

Su questo punto è d’accordo l’eurodeputato di Forza Italia Mario Mauro, Vicepresidente del Parlamento europeo, che ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea per denunciare l’anomalia del caso italiano rispetto alle pratiche regolamentari seguite dalle Autorità nazionali degli altri stati membri.

 

Secondo Mauro, il differenziale tra i due prezzi – 1,54 eurocent/minuto per gli operatori alternativi contro 0,41 eurocent/minuto per Telecom Italia – “non ha  eguali in nessun altro stato membro”, mentre l’Agcom  non ha ancora tenuto conto dei commenti espressi dalla Commissione europea in merito al provvedimento italiano.

Per questo, Mauro intende chiedere che, nell’ambito dei lavori delle Commissioni parlamentari competenti, Agcom sia convocata con urgenza per fornire spiegazioni sulla questione.

 

Di parere opposto, invece, Renzo Lusetti, responsabile dell’informazione per la Margherita, che ribadisce la validità del provvedimento sulle tariffe di terminazione, come strumento per garantire la tutela degli operatori alternativi.

 

L’asimmetria tra le tariffe – spiega Lusetti – va mantenuta “per compensare la posizione di monopolio ancora oggi mantenuta dalla Telecom per il 90% del mercato italiano, agevolata dall’aver detenuto per decenni il regime di monopolio della telefonia fissa”.

La decisione dell’Agcom – secondo Lusetti – “rispetterebbe un graduale processo di liberalizzazione in linea con l’indirizzo dato dal nostro Governo”.

 

Sull’argomento si sono espressi anche Daniele Capezzone, presidente della commissione Attività Produttive della Camera e Marco Beltrandi, vicepresidente della commissione Trasporti della Camera, secondo cui “è assolutamente necessario consentire agli operatori alternativi di competere nei mercati della telefonia al dettaglio, e per questo è ragionevole riconoscere a questi operatori alternativi l’autorizzazione a praticare tariffe differenziate per un certo periodo di tempo”.

 

Capezzone e Beltrandi hanno perciò presentato un’interrogazione per chiarire quale sia l’orientamento del Governo su “una questione così rilevante per l’apertura dei mercati in condizioni di parità tra i diversi soggetti economici” e per capire “quali iniziative intenda eventualmente assumere per favorire la concorrenza, ancora insufficiente, nei mercati di telecomunicazioni, e specificamente, nella banda larga”.

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