Rai: nuove nomine, esser bravi non basta

di Raffaella Natale |

Italia


Rai sede

Clima caldo al settimo piano di Viale Mazzini, dove da questa mattina si discute sulle nomine dei nuovi direttori dei Tg, delle reti e di altre importanti strutture.

Si da per certo l’avvicendamento alla direzione del Tg1, ma l’attuale direttore Clemente Mimun non ha intenzione d’essere accantonato e in occasione della riunione del Cda ha fatto pervenire al Direttore Generale Claudio Cappon, al Presidente Claudio Petruccioli e ai singoli consiglieri una lettera nella quale pone in evidenza i successi di ascolti ottenuti sia dal Tg1 sia dal Tg2 quando era direttore.

Alcuni colleghi di Mimun lasciano intendere che “quasi certamente non accetterà la direzione di Rai Sport: come ha sempre detto, non accetterà nulla che appaia riduttivo”. Resta aperta l’ipotesi della direzione di Rai2, per il direttore uscente, ma una scelta simile rimetterebbe in discussione gli equilibri politici all’interno della Cdl e per ora non sembra possa essere messa in pratica in tempi brevi.

 

Il premier Romani Prodi preferisce restare fuori dalla bagarre che coinvolge maggioranza e opposizione e ai giornalisti risponde: “Le nomine? preferisco leggere i nomi sui giornali“.

Molto più diretto il presidnete di An, Gianfranco Fini, che ha definito “incredibilmente gravi” le dichiarazioni del vice premier Massimo D’Alema sul cambio al vertice del Tg1 e del Tg2, attualmente ricoperte da Clemente Mimun e Mauro Mazza.

Il Ministro degli Esteri ha avuto a dire: “Sulla Rai mi domando se non siamo stati troppo buoni: anziché occuparla ci siamo occupati di politica estera. Alla direzione del Tg1 c’è ancora Mimun, a quella del Tg2 c’è ancora Mazza e così in tutti gli altri incarichi. È chiaro però che non può durare così all’infinito”.

 

L’ufficio stampa del gruppo di Forza Italia alla Camera informa che, “in seguito alla vicenda Rai, il presidente del gruppo, Elio Vito, ha avuto un colloquio con il segretario generale del Quirinale, Donato Marra”.

 

Lo scontro tra i due poli sul caso Rai si è inasprito dopo il ritrovamento di un bigliettino da parte del presidente della Commissione Attività Produttive della Camera e segretario dei Radicali italiani, Daniele Capezzone, che riportava i nomi di “Ruffini a Raiuno, Riotta al Tg1, De Santis condirettrice, Minoli a Raitre, Badaloni a Rainews 24, Braccialarghe alla direzione del personale“.

 

Capezzone ha sottolineato: “Dopo la mia denuncia del ‘foglietto’, è l’ora di dire ‘Mai più così’: la Rai non può continuare a essere ostaggio dei partiti“.

Aggiungendo “Destra e sinistra ne hanno fatte di tutti i colori in questi anni, alternandosi in modo spesso intercambiabile. Spero che la mia denuncia di ieri possa aiutare a voltare pagina. E, intanto, ringrazio per la solidarietà e il consenso che hanno espresso rispetto alla mia iniziativa tantissimi cittadini, e anche numerosi esponenti politici di ogni schieramento”.

“Resta da capire – conclude – che cosa si aspetti, intanto, a costituire la Commissione di vigilanza, dopo quattro mesi dalla formazione delle Camere…”.

 

Paolo Bonaiuti, portavoce di Silvio Berlusconi, ha definito questo un “episodio gravissimo” che rimanda “ai tempi delle antiche e peggiori lottizzazioni”.

 

“Dopo la pubblicazione del foglietto con presunti organigrammi, chiediamo la pubblicazione del foglione. Quello su cui sono scritti i nomi dei giornalisti della Rai che da anni sono dequalificati e messi ai margini dall’azienda”.

 

Anche il capogruppo dei Verdi alla Camera, Angelo Bonelli, entra nella polemica scatenata ieri da Daniele Capezzone, puntualizzando: “Il loro unico torto è stato quello di tenere la schiena dritta in anni difficili. Si parli di loro piuttosto che di valzer di poltrone, compensazioni e lottizzazioni. Qualcuno sventola foglietti, noi chiediamo che venga mostrato il foglione”.

Bonelli si chiede “Quanto è costato e costerà ancora all’azienda una gestione politicamente discriminatoria delle sue risorse umane? La Cdl si interroghi si faccia un esame di coscienza prima di parlare di Rai, viste le evidenti e pesantissime responsabilità“.

 

In un Cda che è ancora a maggioranza di centrodestra, il direttore generale Claudio Cappon potrebbe provare a evitare la spaccatura, chiedendo due sole modifiche: la sostituzione di Clemente Mimun con Gianni Riotta alla direzione del Tg1, l’avvicendamento di Gianfranco Comanducci con Maurizio Braccialarghe alla direzione del personale.

E mentre il movimento politico dei Consumatori Italiani chiede la nomina di un proprio rappresentante nel Cda Rai, qualcuno dice le nomine indicate potrebbero subire uno slittamento di uno o due giorni.

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