Mercato Tv: Governo, Agcom e Ue intervengono per delineare lo scenario futuro ed evitare posizioni dominanti 

di Raffaella Natale |

Italia


Mercato Tv

Giorni importanti per il mercato radiotelevisivo italiano. Il Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni è intervenuto a più riprese sul Contratto di servizio pubblico (a cui ieri sono state integrate le guidelines dell’Agcom, ndr), sul duopolio Rai-Mediaset, ma anche su digitale terrestre. Mentre anche da Bruxelles la Ue ha fatto sentire la proprio voce sui rischi di posizioni dominanti.

E anche ieri Gentiloni è tornato sull’argomento, rispondendo a Paolo Bonolis durante il dibattito su ‘La televisione che vedremo’, nell’ambito dalla manifestazione ‘Cortina In-Con-Tra’, curata da Enrico Cisnetto.

 

“La nostra convinzione – ha sottolineato – è che la Tv italiana, che nel suo insieme è una buona televisione, abbia bisogno di due spinte in più, cioè una maggiore concorrenza all’ingresso di nuovi protagonisti per un mercato che altrimenti rischia di essere troppo chiuso e la seconda una maggiore qualità

“Naturalmente – ha aggiunto – il compito della qualità spetta prevalentemente al servizio pubblico, cioè quello per il quale paghiamo il canone”.

 

Nella nuova convenzione che il ministero firmerà con il servizio pubblico della Rai ci dovranno essere ampie garanzie sulla qualità dei programmi.

Per questa ragione, ha aggiunto il Ministro, “inseriremo un secondo indice, oltre all’indice di ascolto, che deve essere importante per decidere i palinsesti: quello che deve misurare la qualità dei programmi e il gradimento del pubblico. E interverremo anche sul mercato televisivo in generale, per limitare le posizioni troppo dominanti nel mercato pubblicitario, e nei confronti della televisione commerciale”.

 

Riguardo al canone, alla possibilità se è matura l’ipotesi di un aumento del canone Rai di 3 euro per cinque anni da destinare al digitale terrestre, Gentiloni ha precisato che “se parlerà al momento giusto, nel mese di novembre, alla luce del contratto di servizio che deve regolare il rapporto tra stato e Rai”.

Ora – ha aggiunto Gentiloni – stiamo lavorando per rendere questo rapporto il più possibile serio e con delle regole precise. Poi parleremo anche di canone”.

 

In riferimento al duopolio Rai-Mediaset, il Ministro ha sottolineato: “Non c’è dubbio che, quando dico che la cura di cui ha bisogno la televisione italiana è una iniezione di concorrenza, questo significa abbassare le barriere all’ingresso e ridurre il peso dominante del duopolio”.

“Questo sarà l’oggetto dell’intervento del Governo sia sulle risorse pubblicitarie che sulle frequenze che sarà fatto nel prossimo autunno”.

 

Gentiloni ha poi rilevato che nel panorama televisivo complessivo, “ci deve essere più spazio per le Tv locali, tenendo conto che proprio in un mondo che è sempre più globalizzato i territori, le culture e le comunità locali devono trovare più spazio”.

Certamente – ha proseguito – le grandi reti televisive che sono sempre più concentrate hanno difficoltà a dare questo spazio, quindi in teoria il ruolo dell’emittenza locale dovrebbe crescere, naturalmente con la necessità che le regole aiutino questa teoria ad avverarsi”.

 

E che il mercato televisivo italiano sia dominato dal duopolio Rai-Mediaset, lo conferma anche la Commissione Ue , in una nota di risposta alle preoccupazioni sollevate dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

La Ue sostiene però che, prima di applicare i necessari rimedi l’Agcom deve rivedere la sua analisi tenendo nel “massimo conto” le osservazioni della Commissione europea.

Lo scorso 27 giugno, l’Agcom aveva inviato all’Antitrust Ue una proposta di analisi del mercato Tv italiano, in cui sottolineava tra l’altro – senza indicare comunque alcun possibile rimedio- il suo timore che la posizione dominante di Rai e Mediaset nell’analogico si potrebbe ripresentare anche nel digitale.

 

Nella sua risposta, datata 27 luglio e pubblicata solo ieri, il direttore generale della Concorrenza Ue, Philip Lowe dà il suo disco verde all’analisi di mercato dell’Agcom, ma allo stesso tempo evidenzia una serie di lacune nell’analisi del 27 giugno e fa alcune raccomandazioni.

Lowe, comunque, non esprime “seri dubbi” sul documento, che si sarebbero tradotti in una sua bocciatura. In ogni caso, le osservazioni, scrive Lowe, dovranno essere tenute nel “massimo conto” nella versione definitiva dell’analisi di mercato di Agcom, che servirà da base per proporre i “rimedi adeguati“.

Se da una parte il documento si limita a sottolineare che i rimedi dovranno arrivare “il più presto possibile“, dall’altra una fonte comunitaria indica che potrebbero essere comunicati prima della fine di quest’anno.

 

Per quanto riguarda uno dei temi centrali della notifica di Agcom, cioè la domanda potenziale di servizi di trasmissione Tv nell’analogico, la Commissione evidenzia anzitutto che la Agcom “non ha valutato l’esistenza di questa domanda, in particolare tenendo conto dell’imminente switch-off della trasmissione analogica“. Quindi, prosegue il documento, “la Commissione invita la Agcom a fare una valutazione della domanda potenziale dei servizi di trasmissione televisiva nell’analogico”.

 

Bruxelles “non ha visto alcuna società che ha chiesto accesso ai servizi offerti oggi da Rai ed Rti, o alle frequenze“, spiega una fonte Ue, che ha preferito mantenere l’anonimato. “Un mercato può essere dominante, ma c’è veramente qualcuno che subisce questa chiusura? Telecom Italia ha un problema? Sul documento della Agcom questo non c’è scritto”.

 

L’Antitrust Ue mette poi in dubbio il metodo usato dalla Agcom per stimare le quote di mercato (sulla base del numero di ripetitori e del numero di frequenze). Secondo la stessa notifica dell’Autorità, scrive Lowe, un ripetitore può coprire fino a oltre 500.000 utenti e quindi “il numero assoluto di ripetitori non è di per sé l’indicatore più adatto del potere di mercato nel pertinente mercati di trasmissione”.

Bruxelles chiede poi all’Agcom di fornire maggiori argomentazioni per dimostrare che il fatturato pubblicitario dovrebbe costituire un indicatore adeguato di potere di mercato a monte.

Lowe è convinto che “uno degli indicatori più adatti” della posizione di ciascun operatore è la copertura fornita dagli impianti di trasmissione e ritiene che la Agcom “non abbia oggi dati pienamente affidabili su questo parametro”.

 

Per questo, l’Antitrust Ue “invita” l’Autorità italiana a “continuare il monitoraggio dello sviluppo della copertura nel mercato”, nonché a rinotificare questo mercato nel caso in cui la copertura di Rai ed Rti… non conduce più all’ipotesi di significativo potere di mercato congiunto (SMP)”.

Lowe “invita” inoltre la Agcom a “chiarire” nella sua analisi di mercato finale fino a che punto i fornitori definiti SMP si appoggiano su impianti di trasmissione affittati da parti terze, nonché a “valutare” la durata e le condizioni di questi contratti e il loro impatto sui possibili nuovi entranti (come la presenza di clausole di esclusività).

Infine, il documento si sofferma sulla questione della collusione nel mercato pubblicitario, invitando l’Agcom a “definire i confini” di questo mercato nonché a “valutare i livelli di fatturato e lo sviluppo dei livelli di prezzo“, anche confrontandoli con altri stati membri Ue.

 

Intanto proprio ieri l’Authority ha approvato le guidelines per gli ulteriori obblighi del servizio pubblico radiotelevisivo, a conclusione delle consultazioni con il ministero delle Comunicazioni.

Il provvedimento – relatori i commissari Giancarlo Innocenzi Botti e Michele Lauria – sarà inviato al Ministro delle Comunicazioni per l’intesa definitiva prevista dalla legge.

 

In una nota, l’Autorità sottolinea che i punti qualificanti del provvedimento sono innanzi tutto “l’impegno a sviluppare un’offerta di qualità – da perseguire anche nei generi a più ampia diffusione e nelle fasce orarie di maggior ascolto – che sarà misurata attraverso un meccanismo di valutazione basato su parametri oggettivi quali l’osservanza dei criteri di pluralismo, obiettività, crescita civile e sociale, e sul rispetto della dignità umana e dei minori. Saranno anche presi in considerazione gli indici di soddisfazione degli utenti. Il nuovo sistema di qualità dell’offerta sarà controllato da un organismo composto da esperti particolarmente qualificati nella materia, scelti dall’Autorità e dal ministero delle comunicazioni. I dati saranno resi pubblici”.

 

Ancora, “una maggiore puntualizzazione della missione di servizio pubblico con programmi espressamente dedicati alla valorizzazione della cultura, del patrimonio artistico e ambientale, alla comunicazione sociale, all’educazione e alla formazione, alle categorie deboli e al prodotto audiovisivo italiano ed europeo”.

 

Altro punto essenziale, “una particolare attenzione ai minori attraverso una programmazione, rispettosa degli orari di trasmissione, che individua una fascia a loro espressamente dedicata dalle 16:00 alle 20:00, richiedendo comunque che tutte le fasce dalle 7:00 alle 22:30 rispettino la dignità dei minori. A questo si aggiunge la realizzazione di un sistema di segnaletica dei programmi che consenta un uso corretto ed appropriato da parte delle famiglie del mezzo televisivo”.

 

Completano le linee guida “un ruolo trainante della concessionaria del servizio pubblico nell’estendere alla collettività i vantaggi delle nuove tecnologie trasmissive, dalla televisione e radio digitale terrestre al satellite, fino ai nuovi sistemi a larga banda quali la televisione via internet e il WiMax“; “un impegno a promuovere le culture regionali e locali in stretta collaborazione con le Regioni“; “efficienti criteri di gestione aziendale nel rispetto del sistema di contabilità separata tra le attività di servizio pubblico e quelle di natura commerciale”.

 

In base alla legge Gasparri, prima di ciascun rinnovo triennale del contratto di servizio – l’ultimo è scaduto a dicembre 2005 – d’intesa fra Authority e ministero vengono fissate le linee guida “sul contenuto degli ulteriori obblighi del servizio pubblico“, definite “in relazione allo sviluppo dei mercati, al progresso tecnologico e alle mutate esigenze culturali, nazionali e locali“. Il Ministero, che ha appena concluso la consultazione pubblica con associazioni, organizzazioni sindacali, comitati e abbonati in vista del rinnovo del contratto di servizio, ha annunciato che a settembre inizierà il confronto conclusivo con l’azienda. Tra ottobre e novembre dovrebbe poi partire l’ultima fase, con il parere obbligatorio della Commissione di Vigilanza.

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