ICT: convergenza digitale grande opportunità per Italia, ma necessarie formazione e ricerca per superare il gap tecnologico

di Raffaella Natale |

Italia


Internet

Convergenza digitale è ormai la parola d’ordine del mercato delle comunicazioni. Ed è secondo questo preciso assunto che si sta ridisegnando tutto il settore dell’ICT e la catena del valore, dei contenuti e dei media digitali, dell’elettronica di consumo, e quindi i relativi prodotti, servizi, mercati, con un forte impatto prevedibile sui sistemi aziendali.  

 

La possibilità di accedere a qualsiasi contenuto, any where, any time, grazie a qualunque dispositivo: è questa in sintesi la convergenza, il fenomeno che in questi ultimi tempi sta rivoluzionando l’intera società occidentale.

Ma cosa c’è dietro una parola apparentemente così semplice?

Innanzitutto ricerca, nuovi modelli di business, regole normative più flessibili e anche la necessità, per gli operatori, di mettersi in concorrenza con i new entrant del settore.

E poi anche studio delle diverse soluzioni e applicazioni: convergenza fra voce, dati, immagini fisse e in movimento, convergenza fra reti di comunicazione fisse e mobili, convergenza fra informatica, telecomunicazioni e elettronica di consumo – contenuti digitali e multimediali.

 

Su queste linee si sta ridisegnando l’intermo mercato dell’Information and Communication Technologies.

Dai grandi fornitori di hardware informatico agli operatori di telecomunicazioni, dai fornitori di contenuti ai media digitali, agli operatori del mondo dell’elettronica di consumo, tutti da tempo stanno rivedendo strategie, prodotti e mercati di interesse alla luce di questo nuovo fenomeno che, declinato in ambito business, sta già offrendo un concreto supporto al business delle imprese.

 

Questi gli argomento trattati nell’ambito del Convegno Tecnologie Digitali: Convergere per semplificare“, organizzato dal ClubTI Milano e Fida Inform con il contributo tra gli altri di Cisco Systems, Intel, e Telecom Italia.

La giornata ha registrato la presenza di importanti testimonianze del mondo industriale italiano e internazionale, con l’obiettivo di esplorare i prossimi scenari e le opportunità tecnologiche inerenti alla convergenza digitale.

In particolare gli impatti prevedibili sul business, sull’organizzazione, sui processi, oltre che sulle aspettative dei massimi responsabili aziendali e, in particolare, sui responsabili dei sistemi informativi.

 

Lo scopo, ha spiegato il presidente di ClubTi Milano, Arrigo Andreoni, “…è promuovere la realizzazione di iniziative progettuali basate sulla convergenza, in logica di sperimentazione, anche per contribuire a saldare l’immancabile gap che si registra fra Innovazione e applicazione pratica delle nuove tecnologie”.

 

Marco Bozzetti, presidente di Fida Inform, ha dichiarato: “Il convegno è stata occasione per fare il punto della situazione del settore considerando non solo le dimensioni tecnologiche, ma anche e soprattutto gli impatti economici della domanda e dell’offerta. Senza trascurare le opportunità offerte dalla convergenza per l’Innovazione dei prodotti e dei processi aziendali”.

 

Carlo Maria Guerci , Vice President e coordinatore di Think Tel, professore ordinario di Economia Politica all’Università di Milano, è intervenuto su technological and business strategy.

E’ stata poi la volta di Marco Tronchetti Provera, presidente di Telecom Italia, che ha discusso su innovazione e convergenza, analizzando le specificità italiane.

Sui trend tecnologici sono intervenuti Stefano Pileri, Executive Vice President e Direttore Rete di Telecom Italia, e Stefano Venturi General Manager di Cisco Systems e Vice President Cisco Systems EMEA.

Prevista anche un’apposita sezione dedicata alle esperienze e ai progetti. Alberto Sigismondi, esperto di tecnologie digitali di Mediaset, ha parlato della convergenza nel settore televisivo.

I lavori si sono chiusi con una Tavola Rotonda su “Il gap tra domanda e offerta“, moderata da Umberto Bertelè, presidente MIP Politecnico di Milano

 

“La convergenza digitale è una grande opportunità per l’Italia. Abbiamo di fronte anni critici perché il sistema Paese è in crisi e perché non abbiamo formato competenze adeguate ma abbiamo gli strumenti non solo per essere alla pari degli altri Paesi ma anche per essere avanti”, ha dichiarato Marco Tronchetti Provera.

Aggiungendo, “La sfida è fornire, con la collaborazione dei partner tecnici, prodotti di facile uso attraverso una piattaforma, la cui velocità di connessione darà la possibilità di colmare il gap esistente rispetto ai Paesi più avanzati nel settore”.

 

Il presidente di Telecom Italia  ha anche segnalato quelli che sono gli strumenti essenziali per ridurre tale gap affermando che “la cosa fondamentale è, ovviamente partendo dalla scuola, aumentare in modo significativo la preparazione delle persone in funzione dei cambiamenti tecnologici. Altro elemento essenziale è quello di inserire nelle imprese una formazione continua“.

Quindi – ha concluso Tronchetti Provera – tanta formazione e alle spalle una spinta alla ricerca per poter aiutare anche le aziende più piccole ad entrare nel mondo della convergenza digitale”.

 

Una formazione che deve essere sostenuta dalle aziende. In Telecom, ad esempio, ha detto il presidente, “…abbiamo organizzato 700 mila giorni di formazione”. Una preparazione all’uso dell’ICT che prosegue il presidente di Telecom “deve essere anche incentivata dando spinta alla ricerca, aiutando in questo modo le piccole Imprese ad evolvere. Un uso della tecnologia che -conclude – non deve perdere di vista la semplicità”.

 

Senza formazione – ha spiegato il numero uno di Telecom – non si riesce a trasformare neanche chi produce questo tipo di servizi perché chi vendeva prima una rete telefonica oggi vende un servizio attraverso modem, su Pc, in banda larga, su protocollo internet. Il nostro personale e tutti i nostri collaboratori devono conoscere questo, cosa che vale per tutte le aziende“. “Quindi – ha sottolineato – formazione è una spinta alla ricerca per aiutare anche le aziende più piccole per entrare in questo mondo“.

 

Pensando poi alle nuove figure professionali che lo sviluppo repentino della tecnologia rende necessarie, Tronchetti Provera ha specificato che “sono molto richiesti i giovani informatici che abbiano una capacità di utilizzare le tecnologie in modo semplice“. Tronchetti Provera ha però sottolineato come dalla parte dei più giovani ci sia una marcia in più.

“C’è un vantaggio però – ha aggiunto – i giovani arrivano già con una sensibilità molto forte verso questi temi”. Per questo la sfida che lancia è quella di una “riconversione – ha spiegato – non dico di persone vecchie come me, ma anche con dieci anni in meno, che però non hanno vissuto in un ambiente di banda larga e di protocollo internet”.

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