Research Partner Program: Alcatel e Politecnico di Milano, una rete per lo sviluppo 

di Stefania Pagliara |

Italia


Alcatel

E’ stato festeggiato ieri a Milano da Alcatel e dal Politecnico di Milano l’ingresso di quest’ultimo nell’Alcatel Research Partnership Program, con un evento dedicato alla ricerca come risorsa strategica per la crescita economica e, in particolare, al futuro delle reti fisse.

  

L’Alcatel Research Partnership Program, lanciato nel 2001, conta ora 12 tra le università e i centri di ricerca più importanti al mondo e alimenta la capacità di innovazione tecnologica di Alcatel attraverso relazioni consolidate e strutturate, integrando così l’attività dei numerosi centri di competenza e di R&S di Alcatel, alcuni dei quali localizzati in Italia, dove hanno sede le attività mondiali nell’ottica e nei ponti radio.

  

Il Politecnico di Milano si aggiunge agli altri partner del programma in Europa, Nord America e Australia: l’Istituto Interdisciplinare per le Tecnologie Broadband (IBBT), il Centro Nazionale della Ricerca Scientifica (CNRS), l’Istituto Nazionale della Ricerca in Informatica e Automazione (INRIA), Gruppo delle Scuole di Telecomunicazione (GET), l’Istituto Heinrich-Hertz, l’Università di Stoccarda, il Centro Interuniversitario di Microelettronica (IMEC), l’Università del Texas di Dallas, la Sarnoff Corporation , la Carleton University di Ottawa e l’Università di Tecnologia di Sidney.

    

La relazione tra il Politecnico di Milano e Alcatel, risale a diversi anni fa e si è articolata in una serie di collaborazioni su progetti e programmi di stage e formazione per laureati e studenti. Con l’ingresso nell’Alcatel Research Partnership Program, questa collaborazione diventerà più strutturata e articolata e verrà portata a un livello internazionale.

  

Nel suo intervento Samy Gattegno, presidente e amministratore delegato di Alcatel Italia ha sottolineato come l’ingresso del Politecnico di Milano nell’Alcatel Research Partnership Program, sia un momento significativo per Alcatel. “Oggi la nostra azienda consegue un importante traguardo accogliendo un partner d’eccellenza quale il Politecnico di Milano“.

Alcatel conferma il suo forte impegno per la ricerca di alta qualità, investendo dove le condizioni sono migliori, in termini di competenza, sistema delle relazioni sul territorio, possibilità di tradurre la ricerca in progetti pilota concreti e innovativi” ha affermato Samy Gattegno. “Il Politecnico di Milano è una tra le università scientifiche più prestigiose d’Europa e sono sicuro che il suo contributo al nostro programma sarà apprezzato dalla comunità scientifica internazionale e arricchirà il patrimonio di competenze e di innovazione del territorio milanese“. 

  

“La ricerca è per Alcatel un impegno serio e concreto ha proseguito l’Ad – nel 2001 abbiamo dato vita all‘Alcatel Research Partnership Program, un programma di ricerca internazionale che permette di definire gli scenari futuri. Abbiamo dimostrato poi di voler portare avanti il nostro programma in Italia con l’apertura nel 2005 a Genova di un nuovo centro di ricerca che insieme al laboratori di Vimercate conferma la scelta di non volere cedere alla delocalizzazione“.

  

L’importanza della ricerca per Alcatel è dimostrata da alcuni significativi dati. Alcatel Italia ha 2.756 dipendenti, di cui 790 dedicati a R&S e 119,4 milioni di euro (12,1% del fatturato) investiti ogni anno nel settore.

La capacità di innovare – ha concluso Gattegno – è per un’azienda la materia prima, perchè se non si innova non si può essere competitivi. Si investe in ricerca, quindi, per avere innovazione e raggiungere la competitività”.

  

L’Alcatel Research Partnership Program rappresenta un caso particolarmente significativo di collaborazione tra un’università italiana e un’impresa multinazionale. Il Politecnico di Milano, unica università italiana all’interno di questo programma, potrà così estendere e rafforzare la propria rete di relazioni internazionali e favorire la competitività del sistema Italia“, questa l’opinione espressa da Giulio Ballio, Rettore del Politecnico di Milano,

  

Giampio Bracchi, Presidente della Fondazione Politecnico di Milano ha presentato la missione della Fondazione, costituita nel 2003 per essere il motore per lo sviluppo del contesto socio-economico e per sostenere i progetti del Politecnico di Milano, mantenendone integre le prerogative legate alla didattica e alla ricerca.

  

E’ una struttura agile che consente di favorire la ricerca applicata, la formazione e la cultura per lo sviluppo dell’economia e del territorio, di  trasferire l’innovazione alle aziende e alla pubblica amministrazione, di  valorizzare le risorse umane, di attivare iniziative congiunte università/impresa ed infine di stabilire relazioni più strette anche con altre università e centri di ricerca.

  

Il ruolo della Fondazione è quello di essere la cerniera dell’innovazione rendendo sistemica la collaborazione fra i tre attori della
“Tripla Elica” dell’innovazione, cioè le Aziende, l’Università e le Istituzioni pubbliche, soggetti presenti in qualità di sostenitori, o partecipanti istituzionali e non all’interno della Fondazione.”
ha dichiarato Bracchi, che ha inoltre fatto un bilancio dell’attività della Fondazione dall’anno della sua costituzione ad oggi.

  

In tre anni di attività hanno collaborato con la Fondazione Politecnico circa 300 strutture esterne, di cui 200 Imprese,  20 Pubbliche amministrazioni,  30 Università e Centri di Ricerca,  30 Centri di Formazione,  20 Enti/associazioni.

  

I progetti, per un totale di 193 – di cui 38 conclusi, 50 in corso, 105 in programma – hanno avuto ad oggetto la promozione della ricerca, il supporto all’innovazione e la valorizzazione delle risorse umane, con investimenti sempre crescenti, fino ad arrivare nel 2006 ad un valore di 115 milioni di euro.

  

“I nostri punti di forza ha proseguito Bracchi sono la nostra collocazione in un contesto territoriale ed economico favorevole, come la città di Milano, l’avere alle spalle una struttura universitaria, il Politecnico, che, sin dalla sua costituzione nel 1863, mantiene saldi i rapporti con le attività produttive ed infine la presenza sul territorio di diverse altre strutture qualificate di ricerca e formazione.”

  

“Il progetto Alcatel ha poi concluso il Presidente –  è per noi di importanza strategica perché si tratta di una multinazionale, leader in settori di punta che ci consente di far parte di una rete di relazioni che ha punti di forza in vari paesi e di confrontarci sulla ricerca applicata in settori chiave”.

  

Nel suo intervento  Francesco Masetti, Direttore Marketing, Strategy & Technology di Alcatel Italia ha sottolineato come questo Programma di Ricerca favorisca i fattori di eccellenza di Alcatel Italia, l’essere cioè leader mondiale del gruppo per reti ottiche e sistemi di trasporto per telecomunicazioni a larga banda; disporre di una offerta completa per progetti di rete chiavi in mano, dalla progettazione, realizzazione alla fornitura di servizi professionali attraverso una presenza capillare sul territorio; avere un patrimonio di conoscenza ed esperienza a livello globale che viene poi condiviso a livello locale, know how ed expertise a valore aggiunto dei diversi Paesi disponibili per le soluzioni al cliente ed un portafoglio di applicazioni su Rete Intelligente di comprovata funzionalità, flessibilità e stabilità.

  

Questo comporta un impegno forte di Alcatel Italia nei settori dello sviluppo e della ricerca e dell’innovazione sulle reti ottiche e di trasporto ma anche su tecnologie wireless ed in generale sulle reti di accesso a larga banda.

Uno degli obiettivi di Alcatel Italia è di contribuire all’expertise del gruppo per favorire l’emergere di nuove reti e tecnologie di accesso Triple play voce/video/dati a larga banda in rame e fibra e per sviluppare il mercato del video digitale in Italia.

Per realizzare questi obiettivi è fondamentale la collaborazione con istituzioni, università, centri di ricerca con le maggiori università, istituzioni, laboratori e associazioni in Italia.

  

“La relazione che Alcatel ha voluto instaurare con il Politecnico di Milano con il Research Partner Program – ha proseguito Masetti – è una relazione intima e molto stretta che consente ad Alcatel di avere accesso alla rete dei migliori centri di innovazione nel mondo per avere nuove visioni, idee, tecnologie, expertise e competenze innovative. Da parte sua Alcatel informa le istituzioni accademiche, tecnico-scientifiche dei bisogni dell’industria ICT e dei problemi concreti sulle tecnologie avanzate”.

  

“Tre sono gli aspetti chiave dell’innovazione che emergono da questo Programma di ricerca internazionale: le collaborazioni di ricerca, la mobilità, la formazione e le competenze, e l’incubazione di imprese hi-tech – ha aggiunto Masetti – perché se  esistono dei settori che Alcatel non ha previsto o dove non ha trovato soluzioni la rete dei partner può aiutarci a sviluppare delle soluzioni fuori dal nostro gruppo per avere sempre un portafoglio completo e all’avanguardia.Per le collaborazioni di ricerca il primo impegno è quello di trovare progetti a lungo termine su temi strategici su cui insieme ai nostri partner possiamo confrontarci tramite scambi di informazioni su tecnologie innovative, contatti con tutta la comunità mondiale di R&D Alcatel, attraverso eventi e seminari congiunti, brevetti e pubblicazioni comuni e sforzi congiunti su programmi di ricerca Italiani ed Europei”.

  

“Questo ha un impatto sulla mobilità,sulla formazione e sulle competenze. Alcatel conta sulla rete dei partner per avere scambi ed esperienze reciproche di R&D favorendo la possibilità di anni sabbatici e periodi temporanei di scambio tra i ricercatori della rete attraverso Borse di studio di dottorato ed il canale preferenziale di assunzione e stage. In questo contesto l’incubazione di imprese hi-tech diventa un fattore importante perché Alcatel ed il Politecnico favoriscono la nascita di spin off e l’utilizzo commerciale di idee, sistemi e tecnologie innovative” ha concluso Masetti.

    

Tra gli altri partecipanti Olivier Boujard, Chief Technology Officier Alcatel ed alcune testimonianze internazionali in video conference di altri partner scientifici dell’accordo tra cui l’Università di Stoccarda.

    

Nel suo intervento Adriano De Maio, Sottosegretario alla Presidenza della Regione Lombardia per l’innovazione e la ricerca e membro dell’Advisory  Board di Ke4biz, ha spiegato che “chi governa il territorio, ha un compito fondamentale, quello di cercare di aumentare la capacità di attrattiva del territorio stesso”.  

    

Tre per De Maio, sono gli indicatori per capire l’attrattività: “il primo è il saldo delle teste brillanti delle nostre università ovviamente dato tra quanti entrano e quanti escono; il secondo è il saldo degli investimenti in ricerca e sviluppo, il terzo è il saldo dell’attività produttiva dato dalla ricerca. Questi sono gli obiettivi ed allo stesso tempo i parametri che misurano l’eventuale successo di una politica del territorio: se nel tempo il saldo è positivo vuol dire che la politica che si attua è positiva”.

  

Che cosa può fare allora la politica per mantenere questo saldo positivo?

  

Per prima cosa, ha spiegato De Maio,  “occorre trattenere in Italia le nostre menti brillanti legate alla ricerca e allo sviluppo, poi cercare di attirare in Italia quelli che vengono da altri paesi, ed infine creare nuove iniziative. Per fare questo occorre sostenere tutte le attività legate all’alta formazione e alla ricerca e quindi alle Università ed impegnarsi a favorire alleanze interne tra istituzioni operanti tra enti territoriali tra le regioni italiane e le regioni di altri paesi”.      

  

Alle reti fisse e le relative prospettive è stato dedicato un approfondimento nella tavola rotonda, che ha raccolto i protagonisti del settore per discutere della diffusione delle tecnologie di accesso a larga banda, sia da postazioni cablate, sia da postazioni con accesso wireless di tipo nomadico in-door e out-door, per l’offerta dei cosiddetti servizi “Triple Play”, e cioè voce, dati e televisione.

   

Alla tavola rotonda “Reti fisse: quali prospettive?“, introdotta e coordinata da Maurizio Dècina – del Politecnico di Milano e membro ddell’Advisory  Board di Ke4biz – hanno partecipato Stefano Pileri, di Telecom Italia, Guido Garrone, di Fastweb, Francesco de Leo, di Wind e Scott Nelson, di Alcatel US.

  

L’incontro è stato occasione per discutere delle sfide future delle telecomunicazioni, con particolare riguardo alle innovazioni tecnologiche più promettenti quali Wi-Fi, UltraWideBand, RFID, le reti ad-hoc.

  

“La crescita esponenziale dei principali parametri della tecnologia dell’informazione non si è fermata, ma al contrario ha generato e irrobustito innovazioni tecnologiche dirompenti e più in generale ha determinato un miglioramento importante di alcuni ingredienti tecnologici, sia ‘hard’, quali la dimensione e le prestazioni degli schermi, dei sensori e dei dispositivi video, sia ‘soft'”, ha spiegato Maurizio Dècina.

Questo progresso tecnologico, ha continuato Dècina, “scatena quella che negli Stati Uniti chiamano la Wireless Access Revolution. In realtà stiamo assistendo alla competizione tra l’industria americana, quella europea e quella asiatica per la conquista di nuove posizioni di mercato, in particolare nei paesi in piu’ forte sviluppo: Cina, India e Sud America”.

  

“Gli europei hanno una supremazia nel settore del radiomobile cellulare GSM, mentre gli americani stanno lanciando un vero e proprio attacco all’industria europea, iniziato con Wi-Fi e che coinvolge in realtà tutte le altre applicazioni radiomobili. Alle reti WLAN (Wireless Local Area Networks) 802.11, note come Wi-Fi (Wireless Fidelity), si affiancano oggi le WMAN (Wireless Metropolitan Area Networks) 802.16, note come WiMAX”, ha concluso Dècina.

  

Di seguito le slides dei partecipanti alla Tavola Rotonda:

Giampio Bracchi

Samy Gattegno

Guido Garrone

Olivier Baujard

Maurizio Dècina

Francesco Masetti

Stefano Pileri

Scott Nelson

Francesco De Leo

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