Diritti Tv: questione ancora aperta. I piccoli club minacciano azioni clamorose. Unica certezza, servono nuove regole

di Raffaella Natale |

Italia


Calcio

“Un blocco del torneo? No, non credo. In campo con le formazioni primavera? Nemmeno. Anzi, dopo l’incontro di mercoledì, ritengo che si siano aperti grossi spiragli. L’accordo adesso è possibile”. A dichiararlo è il Ministro delle Comunicazioni, Mario Landolfi.“Certo, l’allarme non è rientrato – spiega il ministro – perché i piccoli club minacciano ancora azioni clamorose. Però c’é una novità importante. Il presidente della Federcalcio si è impegnato a introdurre un criterio di maggiore equità nel ridistribuire le risorse. La mutualità sarà, quindi, rivista in un senso più favorevole ai piccoli”

 

Sui diritti Tv la direzione è quella della contrattazione collettiva. Per Landolfi, poi, “la legge D’Alema, ormai sono tutti d’accordo, ha fatto soprattutto guai. Del resto risale al 1999, cioè a una situazione diventata preistorica, quando a contendersi sul satellite il mercato criptato c’erano solo TelePiù e Stream”. Adesso oltre a Sky Italia, ci sono l’Adsl, il cavo, i diversi soggetti che operano sul digitale terrestre. 

“Servono regole nuove – dice il ministro – e la politica l’ha capito. La legge presentata da Andrea Ronchi, che ho firmato anch’io, è stata infatti apprezzata praticamente da tutti i partiti. Tranne Forza Italia, ma il presidente Berlusconi si è detto favorevole alla contrattazione collettiva, e questo mi sembra importante. Credo che se non prevarranno nervosismi e ripicche un accordo si troverà”.

Il ministro aggiunge anche che le grandi squadre dovranno accettare una qualche redistribuzione delle risorse. “Il calcio deve tornare a essere uno sport che muove gli affari e non un affare con intorno un po’ di sport. Quanto al campionato in corso credo che se ci saranno serenità e attenzione potrà proseguire regolarmente”.

 

Sempre in merito all’ancora irrisolta questione dei diritti televisivi, questa mattina Franco Carraro, presidente della Federcalcio, durante la conferenza stampa, ha dichiarato: “La FIGC si aspetta che la Lega trovi una risposta a una serie di punti e noi siamo pronti ad assecondare un dialogo il più costruttivo possibile tra le società. Ma se il calcio non prende una decisione in materia di diritti televisivi, al posto nostro saranno altri a decidere”.

 

Carraro ha spiegato il contenuto della riunione milanese del Consiglio federale nella quale è stata fatta “una relazione su tutto quello che è successo in tema di diritti televisivi, a partire dallo scorso 23 dicembre, data dell’accordo Mediaset-Juventus, tutto ciò che è avvenuto al di fuori dei campi di gioco, le polemiche” che a questo sono seguite, compresa la convocazione degli Stati generali del calcio da parte del Ministro delle Comunicazioni, Mario Landolfi. 

 

Un tema spinoso, quindi, che vede la Federazione “pronta ad aiutare, sollecitare, assecondare e suggerire la Lega Calcio : ma abbiamo la consapevolezza che in mancanza di capacità di autogoverno – ha avvertito Carraro – saranno altri a decidere, perché il calcio è troppo importante dal punto di vista economico“. 

 

La FIGC, ha sottolineato il presidente, ha dei compiti di governo del calcio molto chiari: “la questione diritti televisivi è di competenza della Lega, ripeto, e laddove non facciano il loro compito, la Federazione non starà a guardare, ma vaglierà delle ipotesi”.

Carraro ha concluso sostenendo che davanti a un mercato dei media in continua evoluzione, “solo un anno fa nessuno parlava di digitale terrestre, oggi è argomento di base“, ebbene che non ci sia una legge, “ma che sia il mercato, l’autogoverno del calcio, sotto il controllo delle Authority delle Comunicazioni e dell’Antitrust, a governare il tutto”.