TDT: la Ue apre un’indagine sugli incentivi italiani ai decoder

di Raffaella Natale |

Europa


Commissione europea

La Commissione europea ha deciso di lanciare una indagine approfondita sugli aiuti di Stato, concessi in Italia negli anni 2004-2005 per l’acquisto dei decoder per la Tv digitale terrestre (TDT).

Lo ha annunciato stamani, durante la conferenza stampa quotidiana della Commissione a Bruxelles, Jonathan Todd, portavoce del Commissario alla Concorrenza Neelie Kroes.

L’inchiesta formale avviata dall’Antitrust Ue è il primo passo della procedura per gli aiuti di Stato prevista dalle norme comunitarie.

 

In una nota la Commissione spiega che “gli aiuti pubblici devono evitare ogni distorsione alla concorrenza inutile tra le piattaforme terrestri, cablate e satellitari” e le sovvenzioni italiane invece “sembra che aiutino gli operatori di canali televisivi a libero accesso a entrare nel mercato della televisione a pagamento”. E’ questa la motivazione con la quale il Commissario alla Concorrenza ha reso nota la decisione dell’esecutivo europeo di aprire l’inchiesta formale. Secondo la Ue quelle norme falsano la concorrenza perché “quegli aiuti non sono neutri perché non riguardano chi utilizza la radiodiffusione via satellite in quanto accordati solo ai decoder che utilizzano tecnologia cablata”.

Alle condizioni attuali, quindi, Bruxelles non è convinta che i sussidi ai decoder siano compatibili con le regole sugli incentivi pubblici.

 

Nella nota la Commissione riporta comunque il caso dell’Austria, alla quale nel marzo 2005 aveva dato il via libera per alcune forme di aiuto alla Tv digitale. “Queste misure – ha spiegato la Commissione – sono state approvate perché rispettano i principi di trasparenza, necessità, proporzionalità e neutralità tecnologica”.

 

L’inchiesta dell’Antitrust Ue non dovrebbe riguardare, infatti, le misure per il 2006, poiché il governo italiano ha inserito nella finanziaria una norma che, nel rinnovare gli Incentivi, li rende “neutrali” dal punto di vista tecnologico. Il passaggio definitivo dalla televisione analogica a quella digitale, in Italia programmato per la fine del 2008, può infatti avvenire in due modi: o attraverso le reti satellitari, oppure attraverso il digitale terrestre.

 

Todd ha ribadito che “le nuove misure per il 2006 devono essere notificate“. Il portavoce ha precisato che “se le cose stanno come il governo italiano sostiene, per il 2006 non dovrebbero esserci problemi, ma dobbiamo essere in grado di verificarlo”.

 

Sono stati i canali satellitari Sky Italia ed Europa 7, esclusi dagli incentivi negli anni passati, a ricorrere alla Commissione Ue per sollecitare l’inchiesta dell’Antitrust comunitario. Dopo l’avvio della procedura, l’Italia avrà un mese per inviare a Bruxelles le sue osservazioni, sulla cui base la Commissione prenderà una decisione definitiva.