Parigi: la rivolta si è organizzata anche su Internet. Arrestati tre blogger 

di Raffaella Natale |

Francia


Periferia di Strasburgo

Da quasi due settimane la periferia parigina è sconvolta da una vera e propria sommossa popolare, che sta causando ingenti danni, oltre ad aver già provocato un morto. La violenza si sta estendo a macchia d’olio ed è sempre maggiore la preoccupazione di fronte a un’azione che doveva essere semplicemente dimostrativa, ma che si è trasformata in un moto di rivolta pericoloso e incontenibile. Proprio ieri, una troupe di Sky Tg24, formata da un operatore francese e dall’inviato Moreno Marinozzi, è stata aggredita a calci e sputi da una trentina di giovani, e forse più, mentre stava realizzando alcuni servizi. Non sono stati causati danni fisici, ma telecamere e automobili sono andate distrutte mentre gli aggressori inveivano contro il Ministro degli Interni, Nicolas Sarkozy.

 

Anche nel caso di Parigi, Internet si è rivelato un mezzo efficace e veloce di informazione, ma purtroppo è stato anche usato per fomentare ulteriormente la contestazione. 

Il Ministro della Giustizia, Pascal Clément, ha, infatti, fatto sapere che la polizia francese ha arrestato tre giovani, che attraverso i loro blog incitavano alla rivolta e all’aggressione.

Nel corso di una conferenza stampa, Clément ha spiegato che uno dei tre blogger è un minorenne di 16 anni del sud della Francia, precisamente di Aix-en-Provence, che dal suo sito inneggiava all’aggressione delle forze di polizia. I ragazzi non si conoscono tra loro. Gli altri due appartengono alla regione di Parigi.

 

I tre blog utilizzati erano ospitati dal sito della radio SkyRock, che li ha oscurati nel fine settimana. La polizia francese ha chiuso anche altri blog, creati dopo la morte dei due ragazzi, Ziad e Bouna, per accogliere messaggi di addio. 

La Procura deve decidere adesso l’eventuale apertura d’un fascicolo, dato che occorre un’inchiesta per determinare gli eventuali legami politici dei giovani arrestati e sapere se agivano all’interno di un’organizzazione.

I colpevoli rischiano fino a cinque anni di carcere per incitazione a commettere aggressioni contro persone.

 

Il direttore generale della polizia francese, Michel Gaudin, ha dichiarato: “Riteniamo che la rivolta non sia organizzata in modo strutturale e globale, ma siamo convinti che esistano delle organizzazioni a livello cittadino“.

Per Gaudin diventa, quindi, importante poter vigilare su un mezzo quale Internet, che consentirebbe la facile circolazione di messaggi tra i rivoltosi, soprattutto attraverso i blog.

Pare, infatti, che i responsabili dei disordini che hanno colpito la Francia dal 27 ottobre sono divenuti sempre più organizzati, con l’utilizzo di telefoni cellulari per monitorare i movimenti della polizia e di sms e di Internet per comunicare i propri piani.

 

Guy Parayre, direttore generale dei carabinieri, parla di un “fenomeno di simulazione“, o di “competizione tra città, come preferisce dire Gaudin, che fa notare che, come emerge dai blog, si è aperta “una vera e propria gara tra quartieri, per vedere chi riuscirà meglio”.