Tariffe fisso-mobili: per l’Antitrust necessaria una nuova sforbiciata

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Tlc

Il taglio delle tariffe fisso-mobili appena deciso dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) non è ancora sufficiente a garantire un prezzo ¿realmente orientato ai costi¿ dei servizi mobili.

Questo il parere dell’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato (AGCM), secondo cui ¿¿il prezzo per la terminazione sulle reti mobili di Tim e Vodafone per il 2005, dovrebbe essere pari a circa 10  centesimi di euro al minuto¿, contro 12,10 centesimi di euro al minuto (da 14,95) fissati dall’AGCOM la scorsa settimana.

 

l’Autorità osserva che ¿¿la più appropriata determinazione dei livelli di tali tariffe implicherebbe la necessità di tenere conto del loro valore in media annua¿ e che ¿a partire dal 1° febbraio 2006 i valori delle tariffe di terminazione dovrebbero comunque essere ridefiniti in modo da non superare, almeno per gli operatori per i quali sia disponibile una contabilità regolatoria, il livello di 10 eurocent/min¿.

 

Un¿ulteriore sforbiciata, dunque, che l’Antitrust ritiene indispensabile per assicurare ¿un¿offerta più concorrenziale dei servizi di comunicazione mobile nell’ambito di un contesto, quale quello italiano, caratterizzato da un elevatissimo tasso di sviluppo e da una struttura industriale che, oltre ad essere altamente concentrata, appare connotata da un grado di integrazione verticale dei gestori di rete particolarmente pronunciato e peculiare nel panorama europeo¿.

 

Nel suo ultimo bollettino, l’Autorità per la Concorrenza ha inoltre fatto sapere come sia ¿necessaria e urgente¿ la corretta regolazione dei servizi di terminazione sulle reti mobili, servizi ¿che rivestono caratteristiche di indispensabilità e insostituibilità per i concorrenti¿.

 

Il prezzo della terminazione rappresenta, infatti, ¿un elemento di competizione essenziale¿ per la fornitura di servizi di comunicazione mobile e anche, considerando l’importanza della direttrice fisso-mobile, per gli operatori di rete fissa.

Nella valutazione dell’Antitrust, ¿¿un valore della terminazione non orientato ai costi, in un contesto in cui questi tendono dinamicamente a decrescere, ha un effetto penalizzante sulla concorrenza, ad esempio introducendo distorsioni nella competizione fra operatori integrati e non, e quindi, in ultima analisi, sul benessere dei consumatori¿.

 

l’Autorità rileva inoltre che, nella misura in cui, ad oggi, la terminazione delle chiamate su rete mobile avviene fondamentalmente con tecnologia GSM, appare possibile e, sotto il profilo concorrenziale, corretto effettuare un¿ulteriore distinzione dei mercati in relazione alla tecnologia GSM o UMTS.

Ciò in conformità con l’attuale orientamento seguito a livello comunitario nella definizione dei modelli di ¿costing¿ per l’individuazione dei costi della terminazione.

 

Un giudizio particolarmente positivo è stato espresso dal Presidente dell’Autorità, Antonio Catricalà, in merito alla definizione di un¿unica tariffa di terminazione per le chiamate originate da rete fissa e da rete mobile, che ¿¿appare determinare effetti pro-competitivi estremamente rilevanti sia a vantaggio degli operatori di servizi di comunicazioni con quote di minori dimensioni sia degli operatori nuovi entranti, eliminando l’anomala differenziazione che negli anni passati ha caratterizzato i prezzi di terminazione in funzione della rete di originazione della chiamata, pur in assenza di una sostanziale differenza tra i costi sottostanti¿.

 

La scorsa settimana, l’AGCOM ha adottato una misura cautelare con la quale ha disposto in via d’urgenza una riduzione del 20% delle tariffe fisso-mobile che faccia rientrare il nostro Paese, anche per questo importante segmento, nella media europea.

Il taglio, deciso con un provvedimento d’urgenza dall’Autorità, riguarda il prezzo del servizio di terminazione delle chiamate vocali sulle reti degli operatori mobili Tim, Vodafone e Wind che, per i primi due non potrà essere maggiore di 12,10 centesimi di euro al minuto (da 14,95) e per il terzo non potrà superare i 14,35 centesimi di euro al minuto (da 18,65).

 

Nessun vincolo invece per 3, entrata solo più recentemente sul mercato italiano.

 

I prezzi delle chiamate da linea fissa a cellulare erano fermi dal 2003, ma la decisione di tagliare i prezzi è stata dettata innanzitutto considerando ¿l’attuale congiuntura economica e le correlative difficoltà delle famiglie¿ e il fatto che ¿tali chiamate costituiscono oggi la voce più rilevante della spesa telefonica degli italiani, incidendo per oltre il 50% sul costo complessivo delle chiamate da telefono fisso¿.

 

La misura durerà fino alla fine di gennaio 2006 – data dopo la quale dovrà essere confermata e integrata con ulteriori riduzioni fino al 2007 – e consentirà un risparmio su base annua per gli utenti che effettuano chiamate fisso-mobile di almeno 300 milioni di euro.

 

Il provvedimento, spiega l’Autorità, è maturato in seguito all’eccezionalità e alla gravità dell’attuale situazione del mercato italiano, dove gli operatori praticano tariffe ¿superiori ai costi derivanti dalla loro contabilità regolatoria già a partire da quella dell’anno 2001¿.  

 

Alessandra Talarico