Giappone, possibile messa al bando delle carte prepagate: fomentano la criminalità. Insorgono gli operatori europei

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Secondo alcune indiscrezioni circolate sulla stampa nipponica, il Liberal Democratic Party starebbe considerando di varare una legge per bandire le carte prepagate dei telefonini.

La causa sarebbe da imputare al crescente tasso di frodi perpetrate proprio via cellulare a danno di persone anziane, da parte di millantatori che si spacciano per agenti di polizia o avvocati.

I truffatori fanno credere alle malcapitate vittime che qualche loro parente si &#232 messo nei guai con la giustizia e chiedono soldi in cambio dell¿insabbiamento della pratica.

Soldi che spesso vengono prontamente consegnati.

Per mettere in atto le loro truffe, gli scammers usano le carte prepagate perch&#233 pi&#249 difficili da rintracciare.

Da qui la decisione di metterle al bando.

Decisione che ha fatto andare su tutte le furie, dicono i giornali giapponesi, le aziende occidentali di telefonia che operano nel Paese e che basano i loro business proprio sulle schede ricaricabili.

Secondo i calcoli degli insider industriali, ad esempio, Vodafone KK, la filiale giapponese del colosso britannico Vodafone, perderebbe qualcosa come 1,5 milioni di clienti, pari al 10% dei suoi utenti nipponici.

La societ&#224, tra l¿altro, avrebbe gi&#224 allo studio nuovi metodi per migliorare l¿identificazione degli utenti di prepagate.

Gli oppositori al disegno di legge sostengono infatti che la mossa non punterebbe tanto a combattere le truffe via cellulare, quanto a favorire le compagnie locali e chiedono alle autorit&#224 di studiare nuovi strumenti per verificare in modo pi&#249 efficace l¿identit&#224 dei clienti che scelgono un servizio prepagato.

La European Business Community, associazione che rappresenta circa 3.000 imprese europee impegnate in Giappone, parla addirittura di ¿discriminazione¿ nei confronti delle aziende straniere e dice che l¿operazione darebbe vita a una barriera illegale al libero mercato e agli investimenti.

Il gruppo ritiene che il problema risiede negli inadeguati metodi di identificazione degli utenti prepagati e sottolineano come altri Paesi abbiano combattuto i crimini via cellulare rafforzando gli strumenti di riconoscimento dei clienti, non mettendo al bando un prodotto tra l¿altro molto popolare.

¿Gli utenti giapponesi dovrebbero avere la stessa libert&#224 di scelta di tutti i consumatori del mondo¿, dice l¿associazione in una nota.

¿Bandire le carte prepagate darebbe anche segnali negativi ai partner commerciali e agli investitori stranieri e solleverebbe serie questioni di discriminazione nei confronti delle compagnie straniere¿.

A sostegno di questa tesi, anche l¿evidente crisi del colosso telefonico nipponico NTT DoCoMo che a quanto pare non ha saputo reggere alla liberalizzazione del mercato e non riuscirebbe a competere ad armi pari con l¿agguerrita concorrenza.

La NTT ha fatto sapere di essere d¿accordo con la decisone di bandire le schede ricaricabili.

Le carte prepagate, popolarissime in Europa, sono meno utilizzate in Giappone: basti pensare che su 46 milioni di utenti DoCoMo, solo 96 mila utilizzano questo servizio.

Esse rappresentano tuttavia una grossa fetta di guadagno per gli operatori, che ora chiedono al Primo Ministro Junichiro Koizumi di mantenere le promesse e fare di pi&#249 per favorire gli investimenti stranieri, piuttosto che frustrarli con simili provvedimenti.

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Alessandra Talarico