Troppi finanziamenti alle Tv pubbliche europee: dopo la denuncia delle Tv private, la Ue comincia a indagare

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E¿ giusto che lo Stato continui a finanziare le televisioni pubbliche? Visto poi che il servizio erogato, seppur definito pubblico, risulta per molti versi simile a quello privato?

La questione, al centro di diversi dibattiti in Europa, &#232 diventata quanto mai attuale, dopo la decisione delle maggiori Tv private europee di presentare un¿istanza nel merito alla Commissione Ue.

Secondo quanto riportava il Financial Times nell¿edizione dell¿1 aprile, le principali societ&#224 europee di media hanno chiesto un urgente intervento in materia di finanziamenti pubblici.

Secondo le informazioni avute da alcune fonti comunitarie, il noto quotidiano finanziario avrebbe saputo che in una comunicazione congiunta, inviata a Bruxelles, un gruppo, rappresentante le emittenti commerciali europee televisive e radiofoniche, ha preso posizione contro le Tv pubbliche che godono di lauti finanziamenti da parte dello Stato.

Alcune emittenti pubbliche, come la tedesca ZDF e la britannica BBC, hanno ricevuto 82,2 miliardi di euro di denaro pubblico nei soli cinque anni prima del 2001.

Si tratta, secondo la coalizione che racchiude le principali emittenti private della Ue, di un atteggiamento che provoca una distorsione della libera concorrenza sul mercato di settore.

A questo va ad aggiungersi il deposito di un altro documento. Questa volta da parte di un¿associazione tedesca di televisioni private.

La Commissione europea ha, infatti, confermato di aver ricevuto una denuncia inerente gli aiuti di Stato, che riguarda in particolare finanziamenti accordati alle televisioni pubbliche tedesche ad ARD e ZDF.

A confermare la notizia &#232 stato uno dei portavoce del Commissario Ue alla Concorrenza, Mario Monti.

L¿esecutivo europeo ¿sta decidendo¿ che seguito dare a questa denuncia, ha precisato il portavoce di Monti, Tilman Lueder.

Secondo le informazioni dell¿Antitrust Ue, questa associazione sarebbe sostenuta da una lobbying che riunisce le principali televisioni private europee, come Prosieben in Germania, Channel4 in Gran Bretagna, Antena 3 in Spagna.

Accanto a queste ci sarebbero anche la Pay TV britannica BSkyB (British Sky Broadcasting), di propriet&#224 del tycoon australiano Rupert Murdoch, presente anche in Italia con la Tv a pagamento Sky; la societ&#224 italiana Mediaset, che gestisce tre emittenti (Canale5, Rete4, Italia1), controllata dalla famiglia del premier Silvio Berlusconi; ma anche la tedesca RTL, e Reed Elsevier.

Hanno immediatamente preso posizione anche altre societ&#224 europee di media, che condividono le motivazioni e chiedono che la Ue prenda immediatamente una posizione.

Si tratta della Tv commerciale spagnola Telecinco, di cui l¿italiana Mediaset &#232 azionista di maggioranza con una quota del 52%, la tedesca Axel Springer, la Pay TV francese CanalPlus controllata dal colosso dei media Vivendi Universal, ma anche TF1e la svedese Bonnier Group.

Questo gruppo di emittenti europee, nella querela depositata in Commissione, contesta che fondi pubblici sono stati utilizzati per sovvenzionare delle ¿attivit&#224 che non rientrano nell¿accezione di servizio pubblico¿.

Queste emittenti private dicono di essere in possesso di alcuni documenti che proverebbero che i finanziamenti pubblici destinati alle Tv di Stato sono aumentati del 4,8% l¿anno, a partire dal 2001, anno in cui sempre le emittenti pubbliche hanno ricevuto finanziamenti per un totale di 15 miliardi di euro.

Il gruppo delle Tv commerciali ha chiesto quindi a Bruxelles che per questo mese venga indetta una riunione, per discutere di questi finanziamenti pubblici che, secondo loro, violerebbero le regole della libera concorrenza sul mercato europeo dei media.

L¿European Publishers Council, l¿Association of Commercial Television (ACT) e l¿Association Europ&#233enne des Radios hanno stilato un documento per chiedere alla Commissione Ue che intervenga urgentemente per introdurre delle misure pi&#249 rigide, atte a prevenire abusi sul mercato.

Ross Biggam, Direttore generale dell¿ACT, ha riferito che attualmente c¿&#232 un controllo insufficiente, da parte della Ue e degli uffici preposti, sui finanziamenti erogati dagli Stati membri alle emittenti pubbliche. In particolare, secondo Biggam non sarebbero verificate la proporzionalit&#224 degli aiuti concessi e l¿uso che si fa di questo denaro.

Per il momento, la Commissione ha semplicemente indicato che la questione riguarda in particolare i diritti di ritrasmissione degli avvenimenti sportivi, ci si chiede se gli aiuti erogati non creino distorsione della concorrenza su questo mercato di settore.

Nessun dubbio invece che Bruxelles ,nell¿ambito di questo contenzioso che riguarda in particolare l¿audiovisivo tedesco, valuter&#224 attentamente anche quello di altri Paesi europei, in primis quello francese.

La Commissione europea era gi&#224 particolarmente vigile sul sistema di finanziamento dell¿emittenza pubblica francese.

La Direzione generare della Concorrenza ha infatti gi&#224 imposto la soppressione di tutte le tasse parafiscali, cos&#236 come anche il canone entro il primo gennaio 2005.

Questo in altre parole significa, che il nuovo Ministro della Cultura e della Comunicazione, Renaud Donnedieu de Vabres, non ha che meno di nove mesi di tempo per costruire un nuovo sistema di finanziamento che regga l¿audiovisivo pubblico.

Tutte le possibilit&#224 sono al vaglio, incluso lo studio per legare il canone alla tassa sulle case.

&#169 2004 Key4biz.it

Raffaella Natale

Per ulteriori approfondimenti, leggi:

Troppo denaro pubblico nelle casse delle Tv di Stato europee, la Ue intervenga. Appello delle Tv private