Riforma RadioTv: Gasparri replica a Tesauro. E´ scontro

di Raffaella Natale |

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di Raffaella Natale 
 
 
E¿ ¿contro la concorrenza¿ il Ddl Gasparri di riforma del sistema radiotelevisivo. A sostenerlo è il presidente dell’Autorità Garante della concorrenza e del mercato, Giuseppe Tesauro, a margine del convegno su ”Antitrust e globalizzazione”, organizzato dalla Fondazione Centro Internazionale su diritto, società ed economia.

Commentando il Ddl Gasparri, che prima dell’estate è stato approvato dal Senato e ora è in discussione alla Camera in seconda lettura, il presidente Antitrust ha dichiarato: “Ci sono dei punti critici, ma questo è un nostro punto di vista molto specifico. Adesso anche l’Authority delle telecomunicazioni dice più o meno le stesse cose che abbiamo detto noi”.

Aggiungendo ¿Per il resto è una legge che ci vuole, di cui abbiamo bisogno. E’ una legge di sistema che intende disciplinare una materia così importante“, ha proseguito Tesauro. “Questa legge ha tanti meriti, ma ne abbiamo già segnalato i limiti”.

Quanto al Sistema integrato della comunicazione (Sic) – ha proseguito Tesauro – che considera un tutt’uno il variegato mondo dei media relativamente alla raccolta pubblicitaria, stabilendo che nessun operatore potrà avere più del 20% dell’intera raccolta, “andrebbe modificato, dal punto di vista del mercato rilevante non è un parametro antitrust”.

 

Il perimetro di riferimento della raccolta pubblicitaria individuato dal Ddl Gasparri è “estraneo a una logica di valutazione della concorrenza, perimetro e tetto vanno insieme”, ha sottolineato Tesauro ancora interpellato sull’argomento dai cronisti.

Quanto al tetto pubblicitario c’è una discussione in atto che coinvolge il Consiglio di Stato. Per gli editori c’è un problema di allocazione delle risorse e di sforamento dei limiti, ha concluso il presidente dell’Antitrust.

Pronta la replica del Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, che ha dichiarato che la legge è all’avanguardia in Europa e che sulle stesse linee si muovono anche Francia e Germania.

In una nota del ministero si legge che ¿Un’insospettabile conferma della validità delle scelte fatte dall’Italia con la legge di riforma del sistema radiotelevisivo, è giunta dal vertice franco-tedesco”.

¿Chirac e Schroder ¿ prosegue il Ministro ¿ hanno sottolineato l’importanza dell’iniziativa europea di investire nel campo delle nuove tecnologie. Al primo punto della proposta franco-tedesca, c’è lo sviluppo della digitalizzazione delle reti terrestri e di telediffusione di radio e televisione. Si tratta esattamente della scelta prioritaria contenuta nella cosiddetta legge Gasparri¿.

 

“La verità è che il nostro Paese sta precedendo gli altri in un cammino che tutta l’Ue deve seguire“, ha proseguito, definendo “provinciale il dibattito che taluni animano in Italia in riferimento alla legge in discussione”.

 

Chiaro l’eventuale riferimento alle dichiarazioni rilasciate dal presidente Rai Lucia Annunziata, alla 55* edizione del Prix Italia sulla produzione radiotelevisiva mondiale.

¿Il Ddl Gasparri danneggia la Rai (¿) Sì al digitale terrestre, ma senza un piano industriale è un salto nel buio (¿) Le nomine vanno bloccate perché non diventino voti di scambio nella battaglia politica per la legge che regolerà il mercato radiotelevisivo¿. Questo quanto sostiene il presidente di garanzia predimissionario, come lei stessa si definisce.

La Annunziata ha innanzitutto spiegato perché il Ddl Gasparri danneggia la Rai. ”Le leggi – ha rilevato – sono fatte in maniera che siano uniche per tutti. O si regola tutti o non si regola nessuno. Questa legge è come una grande stanza dove a un certo punto ci sono altre stanze di compensazione. Ma in queste stanze alcuni possono andare e altri no. Ci sono infatti Sky, la Rai, Mediaset e Telecom. Sky viene regolamentata come un soggetto qualunque, mentre appartiene a un grande Gruppo internazionale come quello di Murdoch che gli offre fortissime potenzialità di crescita. Per Mediaset invece resta irrisolto il conflitto di interessi¿. Secondo Annunziata il problema non è tanto la volontà del premier, ma il fatto che se il premier ha anche una televisione il mercato ne subisce comunque una ‘attrazione fatale’ e ciò spiega anche il rapido declino della Rai nell’ultimo anno.

 

Anche il digitale per il presidente della Rai, può essere una grande insidia. ”La Bbc – ha ricordato – ha ancora i conti in profondo rosso per i megainvestimenti del digitale terrestre che hanno dato risultati positivi ma hanno richiesto grandi risorse finanziarie”. Ricordando le discussioni in proposito con il ministro Gasparri, Annunziata ha sottolineato di non avere nessuna diffidenza verso il digitale, ma che bisogna essere consapevoli dei grandi investimenti che richiede. ”Mentre la Rai, che sta per sborsare dai 100 ai 150 milioni per acquistare le frequenze, non ha ancora elaborato – ha rimarcato – un piano industriale¿. Rilevato che il Cda è prossimo a scadere il 28 febbraio il ”presidente predimissionario” ha proposto il blocco di ogni nomina per lasciare la Rai completamente fuori dalla battaglia politica.

“Sono affermazioni assolutamente ridicole”, ha replicato il ministro, riferendosi alle dichiarazioni della Annunziata sull’ipotetico voto di scambio tra il Ddl all’esame del parlamento e le nomine interne.

¿Il problema delle nomine – ha spiegato Gasparri – compete alla Rai: lo discutono all’interno dell’azienda e credo che il direttore generale e i direttori di testata abbiano tutto il diritto ad avanzare delle proposte che certamente non riguardano il dibattito politico sulla legge” quindi, ha aggiunto, “sono accostamenti impropri e gravi”. Aggiungendo che il presidente della Rai farebbe bene a preoccuparsi del fatto che una eventuale non approvazione della legge ¿comporterebbe, per l’azienda, una perdita che, come ha detto più volte il direttore generale ammonterebbe a 150 milioni di euro in pubblicità.