Gli operatori europei delle tlc esclusi dalla ricostruzione irachena

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I maggiori operatori della telefonia mobile europea saranno con ogni probabilit&#224 lasciati fuori dalla gara d¿appalto per la costruzione delle nuove reti irachene. Il bando prevede infatti l¿esclusione delle aziende partecipate dallo Stato per una quota superiore al 5%.

Le divisioni mobili di France T&#233l&#233com (Orange), di Deutsche Telekom (T-Mobile) e la spagnola Telefonica sono per forza di cose, estromesse dalla competizione.

Non si fermano, dunque, i tentativi statunitensi per bloccare l¿ingresso di alcuni Paesi europei ¿ per la precisione, quelli che si erano opposti alla guerra contro l¿Iraq – nei lavori per la ricostruzione dei network iracheni. Inizialmente, era stato il GSM a finire nel ciclone perch&#233 ritenuto (erroneamente) un ¿obsoleto standard francese¿, il cui utilizzo avrebbe arricchito paesi ostili alla politica a stelle strisce e danneggiato i contribuenti.

Ora, l¿aggiunta di questo limite estromette effettivamente Francia e Germania, ma anche la Spagna, che la guerra l¿aveva appoggiata.

Secondo l¿inusuale bando, inoltre, ogni competitore deve possedere almeno cinque licenze di telefonia mobile, anche tutte nello stesso Paese.

I vincitori della gara dovranno emettere un bond da 30 milioni di dollari e, ottenuta la licenza, cominciare la costruzione entro 20 giorni.

Attualmente l¿Iraq – con appena 850 mila linee telefoniche per 26 milioni di abitanti – &#232 dotato di una rete provvisoria costruita da MCI che ha ottenuto un contratto da 30 milioni di dollari dal dipartimento della Difesa.

Nel sud del Paese invece MTC-Vodafone &#232 impegnata nella costruzione di una rete GSM per dare supporto alle organizzazioni umanitarie che sono occupate nella ricostruzione del Paese e nella distribuzione degli aiuti umanitari. La rete dell¿operatore fornisce gi&#224 la copertura nella citt&#224 di Basra, occupata dalle forze militari britanniche.


La commessa multimilionaria per la fornitura di telefoni satellitari &#232 andata invece all¿israeliana Iridium Satellite che vender&#224 i propri sistemi attraverso alcune compagnie giordane, dal momento che Iraq e Israele non hanno contatti commerciali diretti.