Sky Italia: la Ue agirà contro gli accordi discriminatori

di Raffaella Natale |

Italia


Olivier Gerolami, amministratore delegato di TelePiù, esprime la sua piena soddisfazione per la decisione dell’Autorità Europea sulla fusione con Stream.

¿¿Grazie alla sensibilità della commissione presieduta da Mario Monti – dice Gerolami – si conclude positivamente questa lunga vicenda legata alla fusione tra TelePiù e Stream. La nascita in Italia di un’unica piattaforma di televisione a pagamento offre a questo mercato prospettive certe di ulteriore crescita e

sviluppo¿.

l’amministratore delegato sottolinea che ¿per il momento nulla cambierà per l’abbonato che potrà presto usufruire della ricca offerta di contenuti portati in dote dalle due piattaforme¿.

 

TelePiù, controllata di Vivendi Universal, è nata nel 1991 ed è stata la prima Pay TV sul mercato italiano.

Dal 1996 il gruppo TelePiù propone un’offerta televisiva a pagamento in digitale via satellite che comprende canali tematici di informazione, cinema, sport, documentari, intrattenimento, musica, viaggi, bambini. In totale oltre 100 canali tra premium, tematici, audio, interattivi e pay-per-view.

TelePiù ha chiuso il 2002 con oltre 1 milione e 800 mila abbonati, di cui oltre il 90% in digitale. I ricavi nel 2002 hanno superato gli 800 milioni di euro.

Stream è stata creata successivamente, nel dicembre 1993 e dal giugno ’98 la società opera a tutto campo nel mercato della televisione digitale anche via satellite. Da giugno 2000 il pacchetto azionario di Stream è diviso equamente tra Telecom Italia e la Sky Global Network del magnate australiano Rupert Murdoch. A oggi Stream ha 800 mila abbonati. La piattaforma offre 104 canali digitali. Tra questi, 21 canali tematici (6 di cinema, 5 di sport, Cfn su borsa e finanza, Stream News, National Geographic Channel, Fox Kids e altri), 10 interattivi (meteo, arte, oroscopo, viaggi, lotto). A questi si aggiungono 40 canali audio per l’ascolto digitale della musica 24 ore su 24.

 

Ieri la Commissione Europea ha dato il suo disco verde alla fusione delle due Pay TV. Da settembre comincerà ufficialmente a operare un¿unica Tv a pagamento sul mercato italiano, Sky Italia.

La News Corp ha assunto dei precisi impegni per assicurarsi il benestare della Ue.

Una delle più importanti condizioni fra le tante imposte a Sky Italia è, che la  News Corp rinuncia ai diritti di esclusiva relativi ai contenuti premium (film in prima Tv e  partite di calcio) e ai diritti su altri eventi sportivi. I contenuti saranno quindi disponibili e contendibili sul mercato, ma solo per la trasmissione non satellitare (via cavo, attraverso tecnologia Dtt o tramite Internet).

I concorrenti non satellitari potranno inoltre acquistare i contenuti premium da News Corp attraverso un¿offerta all’ingrosso (wholesale offer) basata sul cosiddetto principio del ‘retail minus’ (prezzo all’utente meno una determinata percentuale).

Altrettanto rilevante il fatto che l’accesso ai contenuti sarà facilitato per eventuali futuri concorrenti satellitari grazie alla possibilità di recedere – unilateralmente e senza penali – offerta ai proprietari dei diritti che potranno interrompere dopo un anno i contratti con la futura piattaforma unica. Viene inoltre limitata la durata dei futuri contratti (due anni per i club calcistici e tre per i produttori cinematografici).

 

Sempre allo scopo di facilitare l’ingresso sul mercato satellitare di nuovi concorrenti, News Corp si è impegnata a non ¿boicottare’ i cosiddetti diritti di seconda visione.

News Corp si impegna, inoltre, a concedere l’accesso alla propria piattaforma ai concorrenti satellitari ed offrire tutti i servizi relativi a condizioni eque e ragionevoli.

Il Gruppo di Murdoch si è impegnato a cedere le frequenze digitali e analogiche terrestri attualmente in possesso di TelePiù. Gli assets dovranno essere acquistati da un¿impresa disposta ad includere programmi Pay TV su uno o più canali nel proprio piano aziendale per la gestione delle attività cedute dopo il passaggio dalla radiodiffusione televisiva terrestre analogica a quella digitale in Italia.

Gli impegni sottoscritti da News Corp resteranno in vigore fino alla fine del 2011 a meno che, su richiesta di News Corp, la Commissione non decida di abbreviarne la durata perché le condizioni di concorrenza non ne giustificano più la sussistenza.

 

Ma tra le condizioni imposte dalla Commissione europea, nessuna riguarda Telecom Italia, che parteciperà alla nuova unità con circa il 20%.

l’Antitrust potrebbe intervenire nel caso in cui la società di Murdoch stringesse con l’ex monopolista accordi ‘discriminatori’ a danno di altri operatori di telecomunicazione.

Nel corso di audizioni tenute a Bruxelles con gli altri soggetti interessati dall’operazione, molti concorrenti di Telecom – in particolare Fastweb di e.Biscom – avevano espresso preoccupazione per i possibili vantaggi che l’ex-monopolista avrebbe potuto trarre dalla partecipazione alla futura piattaforma.

Per tale ragione, nel corso degli incontri con i vertici di News Corp, l’Antitrust di Bruxelles aveva chiesto ed ottenuto l’impegno al rispetto di una serie di condizioni. Tre in particolare: Sky Italia non avrebbe potuto offrire congiuntamente i programmi a pagamento e l’accesso a internet tramite banda larga; News Corp non avrebbe discriminato gli altri operatori nella vendita di contenuti a Telecom Italia; infine, non si sarebbero potute favorire le infrastrutture di Telecom.

 

Condizioni che però sono venute meno all’ultimo minuto su richiesta dell’ufficio legale dell’esecutivo europeo.

Gli esperti giuridici di Monti, secondo alcune fonti, avrebbero infatti ammesso l’assenza di ¿basi giuridiche solide¿ per imporre condizioni a Telecom che resterà socio di minoranza nella futura piattaforma.

 

La fusione, comunque, secondo Monti  avrà conseguenze positive sia per i club di calcio, che per i tifosi.

¿L’impatto di questa fusione, con queste condizioni ¿ ha detto Monti – sarà positivo per le squadre di calcio (¿) I club di serie A e B potranno far affidamento su flussi di reddito sicuri provenienti dalla Pay TV¿. Circostanza che, ha proseguito, senza la fusione non si sarebbe avuta ¿a causa dell’incertezza che regnava nel mercato¿.

Inoltre, ha aggiunto Monti, Plus media Trading, la società che riunisce i club minori, potrà istituire una propria piattaforma a pagamento e potranno fare marketing per le proprie squadre.

¿Questa fusione era problematica in quanto crea un quasi-monopolio¿, ha spiegato Monti, sottolineando che la Commissione ha deciso di autorizzare l’operazione ¿con una serie di condizioni incisive¿ tali da renderla più ¿vantaggiosa per i consumatori¿.

Per il commissario Ue infatti non si tratta di un monopolio assoluto vista la presenza di un ¿altro operatore, e.Biscom, che offre video on-demand e servizi di televisione interattiva¿ e che attualmente ha un numero di utenti compreso fra i dieci mila e i venti mila. A parte il fatto che il mercato della televisione a pagamento in Italia resterà comunque aperto a ¿future società digitali terrestri¿, a ¿canali satellitari¿ e ¿in futuro, forse, a nuova piattaforme satellitari¿.