Dal Giappone all´Europa, le grandi manovre di Vodafone

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Vodafone sarebbe in trattative per la vendita di Japan Telecom, il terzo operatore di linea fissa giapponese, al fondo d”investimento Ripplewood Holdings, per 2,5 miliardi di dollari.

Japan Telecom, pur negando che le trattative erano in corso gi&#224 da tempo, ha commentato in una nota che qualsiasi decisione verr&#224 presa, sar&#224 fatta molta attenzione “…alla prosecuzione del servizio, alla protezione degli azionisti, agli interessi degli impiegati e al futuro dell”azienda“.

Secondo il quotidiano Nihon Keizai Shimbun, Ripplewood Holdings, il primo investitore straniero a rilevare una banca giapponese, acquisir&#224 tutto il pacchetto azionario di Vodafone -annessi i debiti per 150 miliardi di yen – e l”operazione verr&#224 conclusa al massimo entro la fine di questo mese. Il colosso britannico sarebbe intenzionato a restare sul mercato giapponese con la sola J-phone – di cui detiene il 69,7% insieme a Japan Telecom – per focalizzare la sua attenzione sulla telefonia di terza generazione e competere direttamente con la leader del settore NTT DoCoMo.

Allo stesso tempo Vodafone sta cercando di rafforzare la sua posizione sul mercato europeo, finalizzando le offerte di acquisizione per le quote azionarie che ancora non possiede nei due operatori Europolitan e Telecel, basati rispettivamente in Svezia e Portogallo.

Il Gruppo ha reso noto in un comunicato di aver aumentato la sua offerta per il 25% di Europolitan da 45 a 47 corone per ogni azione e di aver mantenuto il prezzo peril 38% di Telecel a 8,5 euro per ogni azione. Il costo totale dell”operazione dovrebbe aggirarsi intorno a 1,2 miliardi di euro che Vodafone finanzier&#224 con le proprie risorse finanziarie.

Ancora in stallo invece le trattative per l”acquisizione del 22,4% dell”operatore olandese Libertel, a cui Vodafone aveva offerto 11 euro per ogni azione. “…Non abbiamo ancora la certezza di portare avanti l”offerta” ha comunicato il Gruppo lasciando intendere che potrebbe presto abbandonare il progetto di scalata per disaccordi col management del gestore.

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