Crisi TLC: le colpe (vere o presunte) dei manager

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Tirando le somme sulla crisi mondiale delle societ&#224 di telecomunicazioni, parrebbe proprio che a pagare le conseguenze pi&#249 gravi (oltre, naturalmente, agli azionisti) siano stati i top manager, quelli, cio&#232, che hanno cavalcato l¿onda delle licenze UMTS. Licenze costosissime che non solo hanno causato il dissesto finanziario delle societ&#224, ma si sono anche rivelate l¿elemento di rottura dell¿intero comparto industriale.
Tutti i grandi dirigenti hanno pagato col loro posto la corsa alle acquisizioni all¿estero che avrebbero dovuto portare le singole aziende a dominare i mercati mondiali.Ma cos&#236, evidentemente, non &#232 stato.

Il primo presidente a cadere a causa dei debiti accumulati dalla propria azienda &#232 stato Ron Sommer, numero uno di Deutsche Telekom, ritenuto responsabile del crollo del titolo in Borsa dopo l¿acquisto dell¿americana Voicestream. Il prezzo pagato per rilevare l¿operatore mobile statunitense &#232 stato altissimo ed &#232 stato saldato con azioni DT che sono state poi emesse sul mercato causando la caduta libera del loro valore. E l¿allontanamento di Ron Sommer.

In casa British Telecom si &#232 provveduto a sostituire il presidente sir Peter Bonfield con Cristopher Bland, ex uomo di punta della BBC e ora le cose sembrano andare meglio.
L¿ultimo manager, in ordine di tempo, ad essere messo alla porta, &#232 stato Michel Bon di France Telecom sostituito da Thierry Breton. Il governo francese &#232 stato costretto ad emanare un aumento di capitale di 15 miliardi di euro per tentare di arginare il debito della societ&#224 che si aggira intorno ai 62 miliardi di euro.

Gli unici a essere al riparo dalle turbolenze del mercato telefonico sono i gestori mobili che hanno consolidato la loro posizione in ambito mondiale con campagne di acquisizione concrete ed oculate. Vodafone, guidata da Sir Christofer Gent, per esempio, conserva la sua posizione dominante sul mercato e, dopo aver conquistato il secondo gestore italiano (Omnitel) con l¿Opa sulla tedesca Mannesmann, si prepara alla scalata a SFR, primo operatore mobile francese.

Le cose vanno bene anche per Tim che, guidata da Marco De Benedetti, continua a macinare risultati positivi e si prepara a lanciare i servizi GSM in Brasile, sfidando la numero uno sudamericana Telefonica leader incontrastata del settore. La situazione, per&#242, non &#232 sempre stata cos&#236 rosea per il gestore mobile italiano: all¿epoca della gestione Bernab&#232, si vociferava di un accordo di grande respiro, caldeggiato da Ron Sommer, con Deutsche Telekom. Ma il progetto fall&#236 e Bernab&#232 venne sostituito da Colaninno, che ebbe vita brevissima alla guida del gruppo. Egli venne, infatti, sostituito quasi subito da Tronchetti Provera a causa dei debiti che lo avevano consacrato come l¿uomo dell¿OPA da 100 mila miliardi.