SOCIAL NETWORK: Corte di Cassazione, ‘Stalking è reato anche su Facebook’

di Flavio Fabbri |

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Facebook è ormai la nostra seconda casa, qui ci si passa sempre più tempo, si vive una vera e propria vita parallela, si conversa e si flirta, anche con persone mai incontrate fisicamente. Ma come nella vita reale i pericoli che vi si annidano sono tanti e di diverso tipo.

Uno tra molti è lo stalking, una serie di atteggiamenti tenuti da un individuo che prende di mira un’altra persona, perseguitandola ed ingenerandole stati di ansia e paura, fino a determinarne un drastico mutamento dei comportamenti e del modo di pensare. Una volta innescato lo stalking, quindi anche sul web, la vita delle persone colpite da questo tormento quotidiano cambia drasticamente. Vittime predilette di quest’arte persecutoria sono spesso ex-fidanzate/mogli o donne che respingono uomini poco inclini ad accettare un rifiuto.

Niente ci salva, infatti, dal ritrovare sulla nostra bacheca online la pubblicazione, priva del consenso necessario, di foto o video che ci ritraggono in momenti particolari, di messaggi ingiuriosi e di pettegolezzi amari, pubblicamente visibili a tutti. Una vera e propria tortura psicologica a cui si può solo opporre la pazienza e la forza d’animo di cancellare e cancellare, ogni volta, tutto ciò che qualcuno si diverte a postare a nostro scapito.

Per tutti questi motivi e per tutelare la riservatezza delle persone e degli utenti dei social network, è intervenuta la Corte di Cassazione italiana, sentenziando che: “La condotta persecutoria e assillante, fatta attraverso le reti sociali, comunemente denominata web-stalking, costituisce una vera e propria molestia“. Un reato perseguibile penalmente con la condanna fino a 4 anni di prigione.

Nel caso specifico, la Suprema Corte ha confermato nella sentenza gli arresti domiciliari nei confronti di un uomo che, non accettando la fine della sua storia d’amore, continuava a perseguitare la ex compagna con messaggi vessatori su Facebook.