Il punto di vista della politica e delle imprese sulla rete 5G e l’intelligenza artificiale, le conseguenze regolatorie ed etiche collegate a queste nuove tecnologie sono oggi al centro del dibattito globale, in un contesto geopolitico complicato dai conflitti in atto in Ucraina e a Gaza.
Gli interventi al 5G&Co. – Everything is connected, la Conferenza internazionale promossa dal CNIT e in corso oggi e domani a Roma al Palazzo delle Esposizioni, di Eliana Longi, IX Commissione Trasporti, Poste e TLC, Camera dei Deputati, Michelangelo Suigo, Direttore Relazioni Esterne, Comunicazione e Sostenibilità di INWIT, e Beatrice Covassi, Group of the Progressive Alliance of Socialists and Democrats del Parlamento europeo.
“Il tema delle telecomunicazioni è presente in politica. Abbiamo raccolto tutte le istanze provenienti dall’esterno, dalle opposizioni e dall’intero comparto. Ci abbiamo messo due mesi per svolgere le audizioni di tutti i soggetti. Non potevamo permetterci di perdere le indicazioni utili per effettuare le necessarie modifiche da compiere. Dobbiamo prevedere il futuro. I tempi della politica sono diversi da quelli dell’innovazione tecnologica. Siamo andati incontro ai processi di semplificazione, ma non basta che il legislatore faccia bene il suo lavoro, c’è necessità di uno sforzo comunicativo. Abbiamo più di 7 mila comuni sotto i 15 mila abitanti con scarsa digitalizzazione, per carenze degli apparati. Dobbiamo rendere gli amministratori più sereni, portando le istanze degli installatori, facilitando il lavoro dei sindaci per snellire le pratiche. Solo così ci faremo ascoltare dai comitati locali che non vedono bene questo passaggio storico”, ha affermato Eliana Longi, IX Commissione Trasporti, Poste e TLC, Camera dei Deputati.
“Nell’ultimo anno e mezzo, dal punto di vista delle semplificazioni normative, la situazione è migliorata e consente ai player di mercato di dispiegare investimenti e realizzare infrastrutture. Ci sono i consessi istituzionali per provare a dare risposte alle imprese e ai territori, anche se in un contesto molto frammentato che inibisce gli investimenti, peggiorato dalla mancanza di competenze a livello di amministrazioni pubbliche locali. A livello di opinione pubblica, invece, non c’è un’informazione che arriva alle persone sul valore intrinseco delle infrastrutture. Per fare solo il 50% del lavoro necessario allo sviluppo del 5G si deve cambiare cultura e approccio, che è soprattutto quello del Nymby, acronimo inglese per ‘Not In My Back Yard’, cioè va bene l’innovazione “ma non nel mio cortile”. Negli Stati Uniti, le fake news hanno il 70% in più di probabilità di essere rilanciate dai social media, mentre una notizia vera ha bisogno di uno sforzo cinque volte maggiore per raggiungere il grande pubblico. La torre ‘as a service’ è un nuovo paradigma. La logica dell’infrastruttura tecnologica condivisa, non solo le torri, ma anche i sistemi indoor, abbiamo già coperto 120 ospedali, 10 università, e altre strutture pubbliche di alto valore sociale. Proviamo a creare più efficienza del business e anche efficienza ambientale, meno uso di risorse, terreno, acqua, meno emissioni di CO2. Con le nostre torri, poi, stiamo monitorando l’inquinamento atmosferico in sei aree dell’appennino centrale ricadenti in due parchi nazionali, all’interno delle quali con sensori dell’internet delle cose raccogliamo dati che vengono trasmessi in 4G+ e 5G, proprio per tenere sotto controllo i livelli di impatto ambientale, o monitoriamo gli incendi con telecamere smart. La torre è un hub tecnologico al servizio degli operatori e per la digitalizzazione del Paese”, ha detto Michelangelo Suigo, Direttore Relazioni Esterne, Comunicazione e Sostenibilità, INWIT.
“C’è grande interesse da parte della politica su questi temi rispetto al passato. L’Europa ha fatto un passo in avanti nella legislazione sull’intelligenza artificiale, primi al mondo nell’affrontare tali tematiche. Una legge che mette al centro la persona umana e di realizzare un approccio di umanesimo digitale, nonostante molti scommettano contro. Negli USA c’è preoccupazione crescente sui temi delle fake news e dell’interferenza nei meccanismi democratici. L’UE mette al centro la carta dei diritti e potrebbe diventare un blueprint per il resto del mondo. Va segnato il limite tra libertà di espressione e fake news, tra informazione e manipolazione dell’opinione pubblica. Parlando del 5G, l’Unione europea deve favorire lo sviluppo delle nuove reti, che devono raggiungere periferie e zone rurali, perché nessuno resti indietro”, ha spiegato Beatrice Covassi, Group of the Progressive Alliance of Socialists and Democrats, European Parliament.