La gara

5G, Vodafone Italia parteciperà all’asta. E gli altri?

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L’amministratore delegato di Vodafone Italia Aldo Bisio conferma la partecipazione alla gara per le frequenze, in attesa di capire chi altri sarà della partita.

Vodafone Italia parteciperà all’asta per il 5G. Se c’era qualche dubbio sulle intenzioni dell’operatore sono state fugate ieri dall’amministratore delegato Aldo Bisio a margine dell’Hitachi Social Innovation all’Hangar Pirelli di Milano Bicocca: “Dobbiamo partecipare assolutamente all’asta per il 5G, ci interessa e ci interessa vincere”. Bisio si è poi detto “soddisfatto della partnership commerciale con Open Fiber” aggiungendo che Vodafone “punta moltissimo sull’Ftth” in quanto “crediamo moltissimo nelle tecnologie a prova di futuro”.
La gara per il 5G, secondo la bozza del provvedimento annunciato in Manovra (base d’asta 2,5 miliardi) riguarda le bande pioniere 3.6-3.8 Ghz e 26,5-27.5 Ghz, per le quali è previsto il pagamento al momento dell’aggiudicazione entro il 30 settembre 2018, mentre per quanto riguarda i 700 Mhz il pagamento avverrà a rate in cinque anni (il 20% subito al momento dell’aggiudicazione nel 2018, il resto in seguito alla disponibilità delle frequenze, che com’è noto in Italia non saranno liberate prima del 2022).

E gli altri?

All’asta per il 5G potrebbe partecipare anche la stessa Open Fiber, che partecipa a Prato e L’Aquila alla fase pilota appena avviata nel nostro paese, e non esclude a priori di correre per le frequenze di prossima generazione.

Il tutto in attesa di capire cosa farà Iliad, il quarto operatore low cost in arrivo in Italia all’inizio del 2018.

Appare invece scontata la partecipazione all’asta 5G di Tim e Wind Tre, mentre sarà interessante verificare se alla gara prenderanno parte altri player, nuovi entranti, ma dipenderà dai criteri di gara e dalla presenza o meno di tetti frequenziali.

 

Outsider

Non è escluso a priori poi che possano decidere di partecipare come outsider anche gli OTT (Google ad esempio, che negli Usa agisce anche come operatore Tlc).

Gli OTT hanno dalla loro le risorse necessarie per acquistare le frequenze e potrebbero quindi rappresentare la novità, anche se non hanno preso parte alla sperimentazione del Mise sui 3.7-3.8 Ghz nelle 5 città pilota (Prato, Matera, L’Aquila, Milano e Bari).

Oltre agli OTT, visto l’interesse crescente per il 5G, non si può nemmeno escludere a priori l’interesse di soggetti di altri settori, a partire dall’Energia.