Digitale terrestre

5G, refarming banda 700 in stallo. Il Tar blocca spegnimento canali 51 e 53

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Dopo il ricorso delle emittenti locali, il Tar del Lazio blocca lo spegnimento dei canali 51 e 53 anche in Toscana e Lazio dopo la Liguria. Marco Rossignoli, coordinatore di Aeranti Corallo chiede l’emanazione urgente del decreto indennizzi.

Migrazione delle tv locali dalla banda 700 Mhz in stallo dopo che il Tar del Lazio ha bloccato lo spegnimento dei canali 51 e 53 da parte delle tv locali in Toscana e Lazio dopo la Liguria. La decisione del tribunale amministrativo arriva dopo il ricorso contro la decisione del Mise di procedere con lo spegnimento del segnale senza aver ancora emanato il cosiddetto “decreto indennizzi”, che quantifica appunto l’indennizzo riservato alle emittenti locali costrette ad abbandonare le frequenze detenute in banda 700 entro il 2022 a favore delle telco che si sono aggiudicate le frequenze 5G.

L’impasse

L’impasse è ricostruito da Aeranti-Corallo, l’associazione che rappresenta le emittenti locali, promotrice del ricorso al Tar del Lazio attraverso alcune associate fra cui Rete Oro nel Lazio e Sesta Rete in Liguria contro il trasferimento delle emittenti locali nell’area ristretta A, la prima che secondo la roadmap della Legge di Bilancio 2018 dovrà liberare le frequenze anche per rispettare il coordinamento internazionale raggiunto dall’Italia con i paesi limitrofi, in primo luogo con la Francia.

Decreto indennizzi

Pomo della discordia è la mancata emanazione da parte del Mise del decreto che fissa i criteri per gli indennizzi riservati alle tv locali. In passato, per la liberazione della banda 800 Mhz, il criterio era stato fissato a 0,36 o 0,37 centesimi per abitante su base regionale per le emittenti.

In futuro, le tv locali lasceranno l’attività di operatore di rete (che sarà rilevata da player specializzati come Rai Way ed Ei Towers) per affittare da loro la capacità trasmissiva.

La nota di Aeranti-Corallo

Come noto, la legge di bilancio 2018, come modificata dalla legge di bilancio 2019, ha previsto un articolato processo che, entro il 30 giugno 2022, dovrà conferire un nuovo assetto al sistema radiotelevisivo italiano operante su piattaforma digitale terrestre, realizzando il passaggio alla tecnologia trasmissiva dvbt-2. In tale contesto, viene, tra l’altro, previsto lo spegnimento di tutte le frequenze (canali) utilizzati dalle tv locali, che potranno continuare a operare solo come fornitori di servizi di media audiovisivi (FSMA) sulle nuove reti che verranno assegnate con nuovi specifici bandi.

Accordi internazionali

In base agli accordi internazionali lo spegnimento dei canali da 50 a 53 Uhf (tra i quali vi sono i canali 51 e 53 Uhf attualmente assegnati alle tv locali) in alcune province deve avvenire anticipatamente rispetto agli altri spegnimenti.

Al riguardo, il DM 19 giugno 2019, recante il calendario degli spegnimenti, e la determina 28 novembre 2019 della DGTCSI – ISCTI del Ministero dello Sviluppo Economico hanno stabilito che le operazioni di spegnimento anticipato dei canali televisivi da 50 a 53 Uhf nell’area denominata “Area ristretta A” (corrispondente alle province di Imperia, Savona, Genova, La Spezia, Roma, Latina, Viterbo, Massa Carrara, Lucca, Pisa, Livorno, Grosseto, Oristano, Sassari) debbano essere effettuate nella finestra temporale tra il 4 maggio 2020 e il 30 maggio 2020.La stessa normativa ha stabilito inoltre che, a fronte degli spegnimenti delle frequenze, debbano essere riconosciuti alle tv locali degli indennizzi risarcitori da determinarsi sulla base di un decreto del Ministro dello Sviluppo Economico, da adottarsi di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze.

Nel corso del mese di aprile, il Ministero dello Sviluppo Economico ha confermato le operazioni di spegnimento delle frequenze nell’Area ristretta A senza avere però ancora emanato il decreto per il riconoscimento degli indennizzi alle tv locali. Peraltro le bozze del Cura Italia

Manca il decreto

In tale situazione, alcune tv locali associate Aeranti-Corallo hanno proposto ricorso al Tar Lazio, evidenziando che la pretesa del ministero di ottenere lo spegnimento anticipato degli impianti senza avere allo stesso tempo definito i criteri per il riconoscimento degli indennizzi, i relativi importi e le relative modalità di pagamento costituisca violazione delle norme di legge in materia (legge di bilancio 2018, come modificata dalla legge di bilancio 2019) e violazione del principio del buon andamento (comprensivo del principio di ragionevolezza e di non arbitrarietà dell’azione amministrativa) di cui all’articolo 97 della Costituzione.

Il Presidente della sezione Terza Ter del Tar Lazio ha accolto le domande cautelari monocratiche formulate dalle suddette tv locali associate Aeranti-Corallo, disponendo la sospensione dei provvedimenti impugnati nella parte in cui programmano per il giorno 30 maggio lo spegnimento delle frequenze oggetto dei diritti di uso dei canali 51 e 53 Uhf per le province della Liguria e del canale 51 Uhf per le province di Roma Latina e Viterbo.

Appello al Mise

Sulla problematica, l’avv. Marco Rossignoli, coordinatore Aeranti-Corallo, ha dichiarato: “Da settimane abbiamo ripetutamente evidenziato che è inaccettabile che le tv locali siano costrette a dismettere le proprie frequenze di trasmissione senza conoscere gli indennizzi loro spettanti per legge a titolo di risarcimento per la revoca dei diritti d’uso anticipata di oltre 10 anni rispetto ai titoli abilitativi a suo tempo rilasciati dal Ministero dello Sviluppo Economico. Auspichiamo ora, ha proseguito Rossignoli, che il Ministero emani al più presto il decreto, al quale la legge ha demandato la definizione di tali indennizzi. 

Al riguardo, ha aggiunto Rossignoli, “chiediamo che vengano confermati i criteri previsti per analoghe procedure dal DM 23 gennaio 2012, (relativo alla dismissione della banda televisiva 800 MHz)  e dal DM 17 aprile 2015 (relativo alla dismissione di ulteriori canali tv), abbandonando ogni ipotesi (che era emersa nelle bozze preparatorie diffuse dalla stampa del decreto legge “Rilancio”) di criteri che facciano riferimento agli investimenti effettuati e ai relativi ammortamenti. Tali criteri, infatti, determinerebbero, a parere di Aeranti-Corallo, importi non congrui, in quanto  azzererebbero i valori degli indennizzi, posto che la quasi totalità degli impianti della tv locali è stata, per evidenti ragioni di decorso del tempo, ammortizzata”.

Rossignoli ha concluso auspicando che il Ministero dello Sviluppo Economico avvii con le associazioni nazionali maggiormente rappresentative del settore un confronto costruttivo su tale tematica che riveste fondamentale importanza per le tv locali, in quanto le stesse vengono private di un asset strategico per la propria attività di impresa.