Spettro radio

Frequenze: l’Italia conclude lo ‘switch off’ delle interferenze

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Il Mise annuncia il completamento del processo di spegnimento delle frequenze interferenti. Un lungo processo che riporta il nostro paese nella legalità internazionale.

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha completato ieri il processo di spegnimento (switch off) degli impianti che interferivano sull’Adriatico con i paesi confinanti. Lo rende noto il Mise in una nota, aggiungendo che solo nelle Marche l’operazione è stata temporaneamente sospesa a causa del terremoto.

“Dopo decenni l’Italia delle frequenze torna nella legalità internazionale – è il commento del sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega alle Comunicazioni Antonello GiacomelliNel momento di insediamento di questo governo l’ITU (International Telecommunication Union), l’Onu delle frequenze, ci ricordò che l’Italia era da tempo un’osservata speciale perché utilizzava frequenze tv non coordinate che appartenevano ai paesi confinanti. Ci siamo impegnati a rimediare e, dopo un lavoro molto complesso, oggi abbiamo mantenuto la parola e possiamo sederci ai tavoli di coordinamento con i paesi confinanti anche in vista della liberazione della banda 700”.

In primo luogo, l’Italia potrà sedersi finalmente ‘in regola’ al tavolo con la Francia e concordare le prossime mosse sui 700 Mhz, in vista dell’accensione degli impianti per l’Lte nel paese transalpino dove l’asta per la banda 700 ha già avuto luogo nel 2015.

 

I problemi con Francia, Malta e Svizzera erano stati risolti nella prima metà del 2016, precisa la nota del Mise, mentre le frequenze interferenti con Croazia e Slovenia sono state spente tra l’inizio e la fine di novembre. Nel complesso le frequenze spente sono state 12 in Puglia, 10 in Abruzzo e Molise, 9 in Friuli-Venezia Giulia, 8 in Veneto, 5 in Emilia, 4 in Sicilia, 2 in Liguria e Toscana e 1 in Lombardia.

Contemporaneamente sono state messe a disposizione 26 frequenze coordinate in Piemonte, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Toscana e Sardegna, 18 delle quali sono state effettivamente assegnate in base alle richieste dei fornitori di servizi media audiovisivi.

L’annuncio è stato accolto con favore dall’ITU, che ricorda come il processo di spegnimento abbia riguardato ben 61 frequenze interferenti nel nostro paese, che negli anni hanno provocato disturbo al segnale televisivo dei nostri vicini dal 2005.

La svolta secondo l’ITU con il Governo Renzi, che negli ultimi due anni, in collaborazione con Agcom, ha messo mano al dossier interferenze risolvendo il problema.

Il direttore generale dell’ITU Houlin Zhao si è complimentato personalmente con il sottosegretario Giacomelli “per il suo tenace lavoro nel disegnare e adottare con successo l’implementazione di questo complesso processo, superando diversi ostacoli di carattere politico e finanziario. Sono fiducioso che questo processo possa servire come esempio ad altri paesi nella riallocazione efficiente dello spettro”.

Parole di apprezzamento da parte di Francois Rancy, direttore del Radiocommunication bureau dell’ITU per il presidente Agcom Angelo Marcello Cardani ed Eva Spina, direttore generale del Mise per la pianificazione e la gestione dello spettro radioelettrico.