Il piano

5G, Galli (INWIT): ‘Nei prossimi anni serviranno 8mila nuove torri e 50mila micro-antenne’

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Diego Galli, Direttore generale di INWIT, quantifica il fabbisogno infrastrutturale dei prossimi anni per la copertura 5G del paese e ribadisce la necessità di abbattere i tempi per i permessi e rivedere i limiti elettromagnetici.

L’interesse del mercato per INWIT è certamente un fatto positivo, ma la priorità per la prima towerco italiana è la realizzazione del piano industriale al 2026 per il quale sono previsti investimenti di 900 milioni. Lo ha detto Diego Galli, direttore generale di INWIT intervistato da DigitEconomy.24, report del Sole 24 Ore Radiocor e Digit’Ed, precisando che il fabbisogno del mercato in termini di copertura e densificazione delle reti è cospicuo: “si stima che nei prossimi anni in Italia ci sarà bisogno di 8mila nuove torri e oltre 50mila nuove micro-antenne”.   

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Ostacoli al 5G: Limiti elettromagnetici e permessi

A frenare la diffusione di nuove antenne e torri sono fra le altre cose i limiti elettromagnetici del nostro paese, i più severi d’Europa pari a 6 v/m. Un problema, quello dei limiti, che non può essere superato ricorrendo ad un numero maggiore di micro-antenne. “Le small cells integrano ma non sostituiscono il segnale radiomobile delle torri di trasmissione”, precisa Galli, che per quanto riguarda i fondi del PNRR dice che per non perderli bisogna accelerare sul fronte dei permessi. Per realizzare una torre, l’80% del tempo va nella ricerca dei permessi e soltanto il 20% nella realizzazione concreta.

900 milioni di investimenti

Il piano industriale al 2026 della towerCo è pari a 900 milioni, 200 milioni in più di quanto stabilito in precedenza. Fondi destinati alla realizzazione di nuovi siti, upgrade di infrastrutture esistenti, micro coperture tramite DAS (Distributed antenna systems) indoor e sviluppo di sensoristica e applicazioni IoT sulle torri.

Sul fronte dei mercati, i DAS sono destinati in particolare al mercato del lusso, dell’healthcare, GDO, cultura.

I costi dello slittamento del 5G

Ma la lingua batte dove il dente duole, vale a dire sul tema dei limiti eccessivi che frenano la copertura. Un adeguamento alla media Ue è la priorità delle telco. Tanto più che i numeri parlano chiaro: una ricerca EY, ripresa dallo studio LUISS del 2021, ha stimato che uno slittamento nello sviluppo del 5G in Italia potrebbe determinare una contrazione del mercato interno tra 2,9 e 4,3 miliardi di euro.   

Pnrr grande occasione per il Vertical 5G

INWIT, con Tim e Vodafone, si è aggiudicata il bando “Piano Italia 5G – Pnrr” che prevede la copertura di 1.200 aree attualmente in digital divide entro il 30 giugno 2026. Le infrastrutture saranno a disposizione di tutti da parte di INWIT, in qualità di neutral host. I principali ostacoli sono a livello locale, sempre nell’ottenimento dei permessi. INWIT è inoltre impegnata insieme ad Open Fiber nella copertura in FWA di 600 comuni.  

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