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Zuckerberg fa un passo indietro: ‘Non lancerò Libra senza l’ok delle Autorità’

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Il fondatore di Facebook ha dichiarato ai parlamentari democratici e repubblicani a Washington D.C: "Non lancerò la libra senza l'ok delle autorità".

Mark Zuckerberg ha assicurato che Libra, la criptovaluta creata da Facebook, non sarà lanciata in alcuna parte del mondo senza prima il via libera delle autorità Usa. Lo ha dichiarato il CEO di Facebook durante l’incontro avvenuto oggi a Capitol Hil con i parlamentari democratici e repubblicani.

Il numero uno del social network è andato a Washington per discutere con alcuni parlamentari della regolamentazione di internet. Donald Trump ha twittato di aver avuto un “incontro simpatico” con l’ad di Facebook nello Studio ovale, postando una foto mentre si stringono la mano.

Il progetto

La moneta di Facebook, che sarà lanciata nella prima metà del prossimo anno e sarà gestita dalla Libra Association, organizzazione indipendente e non-profit con sede a Ginevra, in Svizzera, che raduna oltre Facebook, 27 partner, ha sollevato dubbi e perplessità nei confronti dei regolatori di tutto il mondo.

Nonostante Libra abbia alcune somiglianze tecnologiche con il bitcoin, i suoi creatori sperano che la sua infrastruttura più centralizzata le consentirà di diventare una valuta globale in grado di competere con il dollaro USA.

I rappresentanti di Facebook hanno incontrato lunedì a Basilea, funzionari di 26 banche centrali, tra cui la Federal Reserve e la Banca d’Inghilterra, nel primo grande incontro tra la società e i responsabili politici da quando la società ha svelato i piani del nuovo progetto.

Mentre i dirigenti di Facebook hanno tranquillizzato i regolatori che manterrebbero la stabilità della moneta, la questione se la società lo farebbe come entità indipendente e responsabile, come aspirano le banche centrali, rimane senza risposta.

Le ultime dichiarazioni contro Libra

Considerando le dimensioni e la pervasività di Facebook, esiste la possibilità che Libra possa compromettere la stabilità macroeconomica mondiale“, ha dichiarato ieri Ravi Menon, capo della banca centrale di Singapore, in un’intervista al Financial Times.

Menon ha anche messo in dubbio il modo in cui Libra influirebbe sui movimenti di valuta globali e sui flussi di capitali.

Singapore è uno dei centri finanziari più tecnologici dell’Asia e l’avvertimento di Menon arriva dopo che sia la Francia che la Germania hanno parlato contro la valuta digitale di Facebook.

La Francia ha dichiarato che bloccherà lo sviluppo della criptovaluta di Facebook in quanto rappresenta una minaccia alla “sovranità monetaria“.

All’apertura della conferenza dell’OCSE sulle criptovalute, il ministro dell’economia e delle finanze francese Bruno Le Maire ha dichiarato: “Voglio essere assolutamente chiaro: In queste condizioni, non possiamo autorizzare lo sviluppo di Libra sul suolo europeo“.

In Germania il ministro delle finanze federale e vicecancelliere Olaf Scholz ha annunciato di essere contrario all’introduzione di valute digitali. Secondo quanto riferisce l’agenzia stampa Reuters il ministro ha dichiarato che “In Germania non potremmo accettare una valuta parallela come Libra, trovo che dobbiamo impedire che si verifichi un tale sviluppo“,

Dati e marketing

Secondo gli esperti, Calibra – la sussidiaria di Facebook che controllerà la moneta – inizierà a raccogliere informazioni personali sensibili e dati finanziari.

Per un colosso pubblicitario come Facebook, questi dati aggiungerebbero miliardi di dollari di entrate annuali, in quanto attraverso la loro piattaforma, gli inserzionisti possono identificare con precisione segmenti di consumatori.

Inoltre Libra indurrà indubbiamente maggiori spese attraverso il sito di social network, ma finora Facebook non ha mostrato alcun interesse a collaborare con altri portafogli nello spazio; in effetti, l’unico portafoglio con cui intende integrarsi è il suo Calibra.

Ciò che gli utenti dovrebbero anche iniziare a mettere in discussione è come Facebook intende proteggere le informazioni finanziarie e personali che inevitabilmente passeranno attraverso le sue app di messaggistica. Ad esempio, la maggior parte delle persone usa WhatsApp pensando che la piattaforma consenta la privacy end-to-end, ma la verità è che sono state identificate alcune lacune che consentirebbero a Facebook di identificare gli utenti e le conversazioni di Whatsapp.