Il decreto

Transizione 4.0, Patuanelli: “Rifinanziato il piano nazionale con 7 miliardi”

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Con la firma del decreto attuativo, ha spiegato il ministro dello Sviluppo economico, “Puntiamo ad innovare anche i processi oltre ai macchinari, investendo sul futuro con una visione chiara e ampliando la platea dei beneficiari del 40%”. La misura diventerà strutturale nella prossima legge di bilancio.

Successivamente all’approvazione del decreto rilancio da parte del Consiglio dei Ministri, il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha annunciato in un’intervista su Sky TG24 il rifinanziamento del pacchetto Transizione 4.0.

Rifinanziamento del Piano

Si rinnova così il fondo da 7 miliardi di euro a sostegno dell’innovazione tecnologica dell’economia italiana: “Puntiamo ad innovare anche i processi oltre ai macchinari, investendo sul futuro con una visione chiara e ampliando la platea dei beneficiari del 40%”, ha precisato il ministro.

Abbiamo firmato un decreto attuativo per una misura che dovrà diventare strutturale nella prossima legge di bilancio”, ha aggiunto.

All’interno del decreto rilancio, è spiegato sul sito del ministero dello Sviluppo, proprio Patuanelli ha lavorato ad un pacchetto di misure “che rappresenta uno dei pilastri del provvedimento e che mira a rispondere a molte esigenze delle imprese e dei lavoratori colpiti dalla crisi economica causata dal Covid-19”.

Alla voce imprese si legge che è stato prorogato al 31 dicembre 2020 il termine per la consegna dei beni strumentali oggetto del super ammortamento.

Migliaia di imprese e professionisti potranno pertanto beneficiare dell’incentivo fiscale – ha detto Patuanelli – anche se non riusciranno a ricevere, a causa del lockdown, la consegna del bene entro il 30 giugno, così come previsto dalla normativa vigente prima della proroga disposta con il decreto Rilancio”.

Europa 4.0

Ad oggi in Europa ci sono almeno 15 programmi nazionali per lo sviluppo dell’industria e le imprese 4.0. tra i principali possiamo menzionare quelli di Germania, Italia, Francia, Belgio, Austria, Danimarca e Spagna.

Il mercato mondiale delle tecnologie per l’industria 4.0 vale oggi tra 70 e 80 miliardi di dollari, secondo stime Markets and Markets, con prospettive di crescita a 156 miliardi di dollari entro il 2024.

L’Europa rappresenta circa il 20% di questo mercato, mentre la quota maggiore è assegnata agli Stati Uniti, con il 55%.

Un paio di anni fa, in occasione del forum italo-tedesco sulla trasformazione digitale, tenutosi presso l’Ambasciata d’Italia a Berlino, il nostro Paese e la Germania annunciarono la volontà di portare avanti una collaborazione per sfruttare al massimo le potenzialità della transizione 4.0 delle rispettive economie e in generale dell’economia europea.

L’emergenza Covid-19

Oggi, l’emergenza Coronavirus ha ridimensionato non di poco i piani di crescita industriali 4.0 dei Pesi sopra menzionati, ma allo stesso tempo ha dato modo di applicare queste tecnologie in nuovi settori, soprattutto sanità e salute, prevenzione e tutela, diagnosi e trattamenti.

Il problema rimane forse nella mancanza di visione. Se prima si facevano stime anche decennali, ora bisognerà rimodulare tutto sui nuovi dati relativi al congelamento degli investimenti, all’incertezza generale, ma anche alle nuove supply chain.

La robotica e l’automazione sicuramente, come molti hanno evidenziato, potrebbero giocare un ruolo chiave in una futura nuova ipotetica pandemia, perché in assenza fisica dell’uomo gli impianti e la distribuzione andrebbero comunque avanti, senza il bisogno di bloccare tutto.

Ma se il mondo del lavoro è stato praticamente travolto dal virus, ancora non è abbastanza chiaro in che modo le imprese salveranno l’occupazione dall’integrazione massiccia delle macchine e dei software negli impianti.